Nella sua formazione non era incluso il servizio al quale si è prestato. Risalito dal fondo del mare insieme al corpo dell’intera montagna, proviene da scheletro di corallo. Emerse alla luce e all’aria come accade a un mammifero, espulso da un grembo di acque.
Infine fu raggiunto da alpinisti.
A chi si arrampica su pareti capita il pensiero che quell’appiglio sia stato creato apposta, a portata del suo gesto di scalata, proprio dove occorre. Per parte mia non credo a una premura terrestre di farci giocare all’alpinismo. So di approfittare di una misteriosa coincidenza tra le mie dita e un reperto geologico.
Ho toccato centomila appigli. Alcuni, su pareti famose e, sono stati raggiunti, stretti, caricati da migliaia di mani. Sono perciò smussati, unti, giallastri come i denti dei fumatori. Lo scalatore si affida con fiducia proprio a questi, a lungo collaudati. Quelli fragili, instabili, sono caduti prima.
Mentre aggiungo il mio peso di appoggio e di spinta sull’appiglio, a volte sento la sua stanchezza. Se si muove, indebolita la sua radice da lungo maneggio, non lo estraggo dalla sede, non sono il suo dentista. Ne cerco un altro.
Tenuto in affanno, sollievo, timore, gratitudine, entusiasmo di apprendista, tristezza di chi è alle ultime prese, l’appiglio se ne sta aggrappato al suo scoglio resistendo all’usura dei suoi consumatori. Si riposerà in inverno, nel letargo di ghiaccio e di neve.
Come l’appiglio, così il resto del regno minerale, sottoposto ai più svariati sfruttamenti. Non è lì per sorreggere il peso dell’umanità, il pianeta, non è al suo servizio. Trasformiamo la sua bellezza in ricchezza e povertà, perdita e profitto. Riduciamo a partita doppia, dare/avere, il suo gratis, il suo dono supremo.
Anche il pianeta si riposerà in inverno, finita la nostra stagione commerciante.
(Foto di archivio Fondazione Erri De Luca)
“Risalito dal fondo del mare…”.
Il mare è dappertutto…
Erri De Luca
aggiunge il prevedibile sconosciuto. I poeti vedono l’ovvio dimenticato che è oggi il loro compito, la loro provvista, il loro proverbio. Capita che la parete si riveli a loro che sanno di ascolto, che racconti la sua intimità offrendo coincidenza. E’ questo l’incarico dei poeti: aprire alla verità, togliere il velo, far conoscere il giorno, e questo è solenne, è la sol festa.
Sono generosi appigli le tue parole… e non ingialliscono
Parole che fanno sentire