I fili elettrici stesi tra i pali della luce non sono lì per fare da appoggio al volo degli uccelli.
I vetri alle finestre non sono stati messi perchè sopra ci brillino gli arabeschi di gocce della pioggia.
I comignoli non stanno sopra i tetti delle case perchè sopra di essi facciano il loro nido le cicogne.
Ma gli uccelli sui fili diventano scrittura di note su di un pentagramma steso all’aria.
Le gocce sopra i vetri dopo l’acquazzone li fanno splendere di riflessi e luci sparse da un seminatore.
Le cicogne sui comignoli mettono ali ai tetti delle case.
È l’altro uso a rendere più belle alcune cose.
L’altro uso inventa la metafora, che è una sostituzione.
Nel 1900, secolo specializzato in rivoluzioni, ce ne fu una e una soltanto che risparmiò le stragi, rovesciando una dittatura senza passare sopra il tappeto rosso dei lutti.
Avvenne in Portogallo nel 1974, nella gentile primavera di cinquant’anni fa.
La folla nelle strade, nelle piazze affrontò i soldati senza disarmarli, invece infilando garofani nelle bocche dei loro fucili. Non servirono ad altro.
Di questa nota circa l’altro uso, questo fu il migliore.
Da allora per me l’esempio superiore di metafora è la canna del fucile usata come vaso da fiori.
….Oppure il mazzo di fiori nell’atto di essere scagliato come una bomba dal ragazzo di Bansky.
Penserò ancora di più all’altro uso.
Grazie