“Le vent se leve! Il faut tenter de vivre!”: il vento s’alza! Si deve tentare di vivere.
Questo verso è di Paul Valery da “Il cimitero Marino”.
Riporto il mio breve discorso ai giurati del premio André Malraux, ricevuto per “Impossible”.
André Malraux era una lettura di mio padre. “La condition humaine” dava al lettore di quell’epoca un’identità e un’appartenenza al calderone del 1900.
Quella generazione ha avuto la guerra civile di Spagna come campo di battaglia della fraternità, con le Brigate Internazionali alle quali Malraux prese parte.
Quella storia ha costituito la mia prima alleanza con la metà del secolo che mi aveva preceduto. La lettura di “Omaggio alla Catalogna” di George Orwell mi ha iscritto ai posteri dei combattenti anarchici e mi ha fornito il primo esempio di ammirazione: Buenaventura Durruti. A lui si sarebbe aggiunto Marek Edelman, un dirigente dell’insurrezione del ghetto di Varsavia del 1943.
La mia generazione ha avuto altri campi di battaglia in cui schierarsi, il Vietnam prima di altri. André Malraux negli anni ‘20 è stato laggiù, in Indocina, e si è battuto contro il colonialismo francese, in pura avanscoperta per quel tempo.
Poi è tornata la guerra in Europa, negli anni ‘90 nella Jugoslavia che smembrava la sua federazione a colpi di massacri. La Bosnia ha convocato la mia generazione. Negli anni della sua guerra capillare di fronti aperti ovunque, ho fatto parte da autista di convogli di aiuti. Sarajevo era il nome di un assedio da rompere.
Negli anni seguenti sono stato invitato a Sarajevo dal centro André Malraux, che è stato un punto di resistenza durante la guerra di Bosnia. Incontravo il suo ricordo anche lì.
Questi sono i miei punti di incrocio con il suo nome. Ricevere un premio letterario intitolato a André Malraux mi onora e mi conferma nell’appartenenza all’Europa del 1900.
Era piena di vento che si alzava, di vagoni gremiti con solo posti in piedi. Si doveva tentare di vivere.
Un grande, anche mia madre lo leggeva appassionatamente. E poi ci sono state le controversie sul complesso rapporto con gli oggetti d’arte orientali se non erro. Ero piccola…