“Le mani alle quali spetta reggere il peso del mondo
lo sanno: il mondo vivrà di nuovo senza fantasmi di guerra”.
(Wislawa Szymborska 1944).
Lo vedo dal cielo rotondo della notte, dalla circonferenza dei pianeti, che la terra è a forma di sfera.
Ma in questi viaggi di chilometri millecinquecento, Slovenia, Ungheria, Romania, poi l’improvvisa Ucraina spaesata dall’anno di guerra, la terra è una fetta di pane tagliata da un mal affilato coltello.
Buttata via dalla tavola, pestata spargendo le briciole.
Poi torno alla mia porta sul campo, ai riccioli di fiamma nel camino, al cerchio lasciato sul tavolo dal fondo del bicchiere: ecco è di nuovo rotonda la terra. Un giorno e una notte mi devono bastare per dimenticare.
La bambina più grande ha dato al più piccolo una matita gialla, comprata dall’America, fatta in Italia. Lui ha disegnato una casa con un gran sole a picco sul tetto, seduto per terra, che è piatta, sgombrata di madri e di padri, dell’orfanotrofio.
Comprendo soltanto che, in modo circolare, “il sole esiste per tutti’ nonostante il generale fallimento come genitori uno, due, tre, quattro… o come genitori che abbiano avuto tale “diritto” da madre natura ma che dal bambino non sia stato riconosciuto. Diffido chi non detiene una matita gialla come arma da dissuasione dai sogni.
Sempre grazie per ciò che fai e per le tue parole, sei presenza importante nella Storia