Discorso del 9 settembre a Quarrata, Marcia per la giustizia.
“L’obbedienza non è più una virtù”, la frase di don Milani scelta per titolo della manifestazione era all’inizio un sussurro pronunciato in un piccolo angolo d’Italia. Un battito di ali di farfalla nella società di allora si trasformò in sciame sismico sotto i piedi di ogni autorità.
In casa, in chiesa, a scuola, nei posti di lavoro quella frase profetica anticipò la critica che doveva raggiungere dimensioni di massa.
Bob Dylan cantava che i tempi stavano cambiando e ai genitori diceva che i loro figli si erano liberati del loro comando. Il loro potere di adulti era in scadenza.
Mio padre ironizzava su di sé: in gioventù aveva obbedito a tutto, guerra compresa, e ora che toccava a lui l’età adulta gli veniva negato il compito di indicare una linea di condotta. Diceva che era un obbediente cronico, incapace di potere.
Ho conosciuto la disobbedienza del 1900. Non era virtù opposta all’obbedienza, era diventata l’ordine del giorno. Ogni aspetto dell’autorità costituita andava sottoposto a critica preventiva. Uno spirito di contraddizione generale imponeva la verifica di qualunque regola e affermazione di chi esercitava un potere, dai presidenti ai bidelli.
Nelle aule scolastiche e universitarie si imparava la versione dal basso della storia, non quella dei re ma delle masse popolari.
Una nuova attenzione al disagio psichico demoliva il sistema repressivo dei manicomi.
Una gioventù operaia nelle fabbriche scopriva la sua forza e imponeva migliori condizioni di lavoro, rompendo la catena del silenzio e della sottomissione.
Un film di allora intitolava: “La classe operaia va in paradiso”. Non era così, però si scrollava di dosso diversi diavoli custodi.
Le donne ottenevano il diritto al divorzio, poi all’aborto e veniva abrogata dal codice penale l’attenuante del delitto d’onore.
Nelle prigioni i detenuti organizzavano proteste non per evadere ma per salire sui tetti a gridare più forte le loro richieste.
Nell’esercito i soldati di leva organizzavano scioperi dal rancio e partecipavano in divisa alle manifestazioni di piazza.
C’erano villaggi di baracche nelle periferie urbane e intorno sorgevano appartamenti nuovi lasciati vuoti per speculazione edilizia. Baracche e alloggi pronti, immagine di stridente spariglio che andava apparigliato. Si organizzavano famiglie di baraccati per occupare quelle case per farle assegnare a chi ne era privo. Si veniva sgomberati, si occupava di nuovo, e tra sgomberi e rientri si otteneva infine che i senza tetto potessero averne uno.
Questa forma di disobbedienza a fine di giustizia sociale faceva ricorso inevitabile al metodo dell’urto frontale con le istituzioni, che concedevano miglioramenti solo se costrette. Il metodo costava strascichi di denunce e arresti.
Ho conosciuto la disobbedienza del 1900. Lentamente l’ho vista disperdersi e poi ritrovarsi sparpagliata nelle innumerevoli forme del volontariato.
L’Italia è il paese con più persone impegnate nel reciproco sostegno, nell’economia del dono del proprio tempo, della propria competenza. È l’economia del gratuito che contrasta e smentisce l’economia del maggior profitto e del tornaconto individuale.
Ho potuto partecipare in vari modi e occasioni a questa nuova società e conoscere persone come Antonio Vermigli nel cui nome si rinnova questa manifestazione da lui voluta e organizzata da trent’anni.
La società di oggi ha ridotto e mortificato il titolo di cittadino, persona che appartiene a una comunità di uguali. Ha diminuito il cittadino a cliente, da titolare di diritti a segmento isolato del mercato. Quando il nome USL, unità sanitaria locale si è trasformato in ASL azienda sanitaria locale, è stato varcato il confine. La sanità diventa azienda e il cittadino si ritrova a essere un suo cliente, valutato in base al suo potere di acquisto, ammesso in base al censo.
La sanità, la scuola, la giustizia sono diventati servizi erogati da una ditta. Sono invece fondamento e ragione di una comunità di partecipanti a una società dotata di Costituzione. Questo è il titolo di cittadino. Non si è utenti isolati in fila davanti a uno sportello che discrimina a suo arbitrio la clientela.
Il consiglio dei ministri, governo di un paese, si è ridotto a consiglio di amministrazione di una ditta impegnata a reperire fondi e tagliare spese a casaccio. Lo Stato Azienda è prima una bestemmia, poi un fallimento.
In questa degradazione della vita pubblica il volontariato costituisce e ricostruisce il titolo di cittadino, dal basso e in modo capillare. Il volontariato diffuso contrasta la sottomissione, l’impotenza, la rassegnazione di fronte a presunte cause di forza maggiore.
La forza maggiore sta invece in questa filiera milionaria di persone che ogni giorno fondano la città futura e i suoi abitanti. La loro gratuità è immensamente più redditizia di qualunque profitto.
Anche di questo esempio sono grato all’amico Antonio Vermigli, lieto e fiero di aver battuto buone piste insieme, in compagnia del suo buonumore contagioso e del suo sorriso semplice e travolgente.
Battiscopa
In democrazia la questione no è scegliere tra obbedire o disobbedire, ma piuttosto la domanda: quels sont mes devoirs de citoyenne pour sauvegarder celle-ci, vue comme horizon commun et souhaitable, définie comme un engagement collectif pour la construction d’un bien commun.
Ecrivain public bénévole dans une petite ville de Wallonie (Belgique), la désobéissance civile est, selon moi, insécable au nom de la justice sociale. Les droits à l’éducation (en ce y compris l’éducation permanente et populaire des adultes), les droits à la santé, les droits au logement sont bafoués quand on est sans papiers, apatrides ou migrants non européens, sans abri, sans revenus ou avec revenus mais tellement modestes de travailleur/euse etc. Je ne peux m’y résigner … alors, j’écris, j’écris encore, j’écris toujours… en équipe. Cela fait des ans et des ans que j’écris avec eux pour les accompagner dans leurs parcours de vie. A rechercher parmi les textes légaux, ceux qui constitueraient une brèche à leurs droits personnels et collectifs. Là où les services publics d’un état ne se montrent pas efficaces et n’ont pas vocation à l’émancipation…
Non sono disobbediente, sono solo un « battiscopa » di un muro da proteggere, una protezione del basamento, una salvaguardia durante le pulizie (in senso figurato). Binche/ Belgique – Nemoli (Basilicata)