Roberto Rossellini girò nel 1945 il suo magnifico film “Roma città aperta”.
La formula appartiene alla Convenzione dell’Aia che nel 1907 regolò per la prima volta un codice per tutelare la popolazione civile.
L’esercito difensore di una città sceglieva di ritirarsi e quello occupante s’impegnava a non infierire sulla cittadinanza.
Nel caso di Roma la dichiarazione di città aperta fu unilaterale, dalla sola parte dell’autorità italiana. Tedeschi e Alleati non sottoscrissero e la città fu a lungo bombardata.
I conflitti moderni si svolgono ossessivamente dentro centri abitati e la nozione di città aperta è stata cancellata dal repertorio delle manovre militari.
I difensori si arroccano negli edifici, scuole e ospedali compresi. Gli attaccanti combattono strada per strada per espugnare e vincere la difesa armata.
La guerra moderna è inesorabilmente criminale perché ammette e comporta un enorme strage di inermi.
Spiccare mandato di cattura per un Putin ha solo un valore simbolico.
Non esistono più città aperte. Oggi sono tutte città bersaglio e i cittadini, presi tra due fuochi, sono ostaggi senza richiesta né speranza di riscatto.
Ottima idea. Un abbraccio