“Soffia il vento urla la bufera, scarpe rotte eppur bisogna andar
a conquistare la rossa primavera dove sorge il sole dell’avvenir”.
Questo canto partigiano si accompagna a una musica Russa, con le parole scritte da un giovane medico ligure, Felice Cascione, ucciso in combattimento e decorato con medaglia d’oro della Resistenza. Mi è venuta in mente la prima strofa, modificata dalla cronaca: “Soffia il vento chiudono le scuole”.
Succede a Taranto. Dall’ILVA si alzano le polveri dal deposito di scorie minerali a cielo aperto e il sindaco deve proteggere la salute dei bambini del quartiere Tamburi ordinando la serrata.
Chiuse per vento dicono le cronache. Chiuse per crimine contro l’aria e i polmoni di una comunità, dicono le cause.
Un decreto di governo permette all’ILVA di prolungare fino al 2023 lo spargimento di polveri senza copertura. È la spudorata sottomissione della vita, della sua integrità, alla tirannia del profitto. L’indifesa esistenza di una cittadinanza è tratta da variabile dipendente di una compravendita.
Si consuma pubblicamente il disprezzo della vita umana, in terraferma come in mare aperto. Si tratta di barbarie in corso.
Fischia il vento ma ha smesso di urlare la collera civile della bufera. Scrivo senza aspettarmi di poter istigare. Scrivo per antidoto al disprezzo corrente della vita umana, purché sia quella altrui. Ma nessuna vita è altrui. La sua esposizione alla vulnerabilità contagia le altre provvisoriamente illese.
Mi resta l’invettiva: verrà tempo e vento che porterà all’infamia e all’ignominia le autorità di oggi che si arrogano il diritto di calpestare la vita, l’aria e il fiato di abitanti ridotti a casi clinici.
Erri
VEDO TRUMP PENOSAMENTE COL TRIDENTE
Scusate l’ignoranza:ma l’IlVA si ferma di notte?
A rigore tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare
ma succede che anche il poco a volte sia troppo:una pausa
prolungata,una virgola sbagliata,una scelta rimandata.
Il silenzio domestico può far paura ma può essere una cura ,
l’unica,all’affanno del mondo.Per chi ha molto vissuto.
Ora l’amico silenzio,dopo tanto rumore,festeggia battendo
una mano sola.Ascolto-meraviglioso suono
–la gente–((dedicata a tutta questa bella gente))–la gente–> https://www.youtube.com/watch?v=wWIrKrpg8xM
Ascoltando Tito Boeri
Pensiamo mai abbastanza agli anni della nostra vita?Alla differenza tra il prima e ora?Alle future e ai futuri che già abitano la terra e la nostra Italia?
Dal tempo del rancore al tempo della responsabilità,imparare la lezione :non barare con la realtà.Nessuno è escluso.
La conosci, Erri, la storia di quei due che stanno in riverenziale silenzio per non distrarsi davanti ad un piatto ghiotto, come i beni aziendali sequestrati, e nessuno dei due si azzarda a dare il primo morso per non essere il responsabile di “sbilanciare gli interessi costituzionali concorrenti”? Qualcuno ha parlato di lavoro, salute e tutela ambientale? Grazie alla Costituzione, sono di pertinenza regionale. Senti come fischia la tramontana: è segno che la neve si avvicina…
Vorrei scriverti decine di cose su questo articolo, ma incredibilmente, più che il sangue pugliese mi scatta il va’ a caghè piemontese. Forse perché quel vento puzzolente prima di arrivare a ‘Taranto nuest ‘ è passato prima da Casale Monferrato, con centinaia di morti per mesotelioma pleurico. O forse perché rischiamo di respirar amianto con lo scavo di un’inutile galleria per un’inutile Tav… e già facciamo un po’ di aerosol di veleni. Il vento è buono, avvisa, il vento è cattivo, porta… come ha portato le ceneri del recente incendio della Val Susa (questo ci ha mostrato quanta poca strada ci sia tra un buco nella roccia e il nostro naso con la prua a Torino). …
E poi penso che il vento sia sentinella dei nostri sbagli, che comunichi, ambasciatore di fatti e mai artefice… ‘Soffia il vento e urla la bufera’… ma quanto può ancora urlare per avvisarci che non stiamo spiegando le vele verso il giusto approdo? Quanto deve sbraitare la natura per dirci che siamo degli ingrati pezzi di mrd? E cosa dirà la terra pugliese, quando la stupreranno per farci passare a forza il fallico tubo di gas a scapito della sua bella campagna, della sua tradizione, del suo millenario equilibrio? Non posso rispondere… e neanche tu, vero? Ho aperto dicendo che vorrei scriverti decine di cose… ma mi fermo qui, lasciando una domanda in sospeso: Con che faccia di cxlo i politici di oggi si affacciano da qualche scranno (sempre più distante dalla gente e sempre più vigliaccamente da finestrini mediatici di treni in corsa), A CHIEDERE A NOI IL VOTO, DOPO I DISASTRI CHE HAN FATTO E CHE CI PROSPETTANO con data di scadenza addirittura al 2023?
In questi giorni a Torino ricordiamo il decennale dei sette morti alla Thissenkrupp, ricordo i loro nomi: Antonio, Giuseppe, Angelo, Roberto , Rosario , Rocco e Bruno . I colpevoli sono ancora in Germania a piede libero …( e questo in risposta a chi ha scritto W l’Europa… W un bel caxxo). La sicurezza degli italiani al lavoro non è e non sarà mai priorità in questo paesino, se chi ci governa pensa a spostare la data di un problema in previsione del proprio ingresso in pensione o vitalizio e, nel contempo, pensa a come sfangarla alle prossime elezioni e per i prossimi cinque anni. E’ una visione miope, disinteressata, parassitaria e vigliacca. Direi che sia arrivato il momento di far zittire il vento e di farlo noi quell’urlo. Prima che la cenere ci seppellisca. Tvb <3 (scusa le parolacce ).
Inermi, resta l’invettiva. Come quella di Ferdinando Camon, ne “La vita eterna”, verso il colonnello delle SS che presiedeva i rastrellamenti nelle campagne padovane:
“Per quanto la morte possa rovinare un corpo e spolparlo e smarzirlo, quando sarà il momento, e sarà molto presto perché la pazienza del Padreterno ha toccato il limite, basterà un’occhiata per trovare il suo cranio fatto come un pugnale d’osso, e mettersi metà alla sua destra e metà alla sua sinistra e scortarlo in quadrato come testimoni per l’Ultimo Giudizio, e vogliamo vedere se si deciderà o no ad aprir bocca quando gli angeli giusti gli caveranno i tendini per farsene corde per i loro violini.”
Vivi dove ti senti a casa,spaesato comunque
perchè è il mondo che ti entra in testa,
anche se chiudi gli occhi e non lo vedi.Lui vede te.
Vivi quando senti le unghie dei piedi e dei capelli
e tutto quello che li unisce.Vivi come tanti altri,
attraversando cunicoli vie stanze ricordi.
Siamo una combinazione di tante cose.
Quanti io siamo lo dice lo sguardo che incontriamo,
lo mostra ogni gesto che facciamo.Davvero
è con noi o contro di noi nel senso più umano
Avevo un insegnante,il più bravo di tutti,che raccontava di aver camminato sull’ acqua a studenti un po’ basiti e un po’ indifferenti.
Sicuramente alludeva a qualcosa.Oggi so_si riferiva ironicamente al Vangelo di Giovanni.
Sulla barca agitata dal vento contrario,stavano i discepoli.Gesù venne verso di loro camminando sul mare,ebbero paura.Ma egli disse loro_Sono io,non temete_.
Essi videro che non lasciava impronte sull’acqua,penso io.
A distanza di anni sono grata a quel meraviglioso insegnante,ha lasciato in me molte tracce,parlava senza aspettarsi di poter istigare.Ci si affeziona ,poi, a chi ci fa crescere
la cosa più dolorosa è che si sta aspettando che una mini guerra civile risolva la situazione. Lo abbiamo visto a Manfredonia con l’Enichem negli anni 90. Quando l’ILVA chiuderà perché la disperazione della gente prevarrà sul ricatto occupazionale ci sarà il vuoto lavorativo, le mafie che avranno in mano quel poco di economia che rimarrà e questo o quel politico con il bottone dei pantaloni sbottonato.
perchè _musica Russa-con la r maiuscola?un sogno della ragione sbriciolato,ma pur sempre un sogno con più grande dignità?Anche allora ,e tu lo sai,i sogni producevano incubi.
Qui il discorso diventa complesso,ma per quel che riguarda la mia persona e soprattutto il mio partito di riferimento,il PD,è un discorso chiuso,oggi.
Rimangono in sospeso puntini …..Oggi è sul diritto ai diritti che si perde o si vince-e tu lo sai bene.W l’Europa.
-Vient’ tras int’e piazze, rump’e feneste e fatte sentì
Vient’ vient’ puortame ‘e voce ‘e chi vo’ alluccà-
Scriveva e cantava Pino Daniele…ci resta il vento per incazzarci.
Condivido la rabbia di Erri, ci metto sotto questa canzone e mi sembra che tutto si incastri in una geometria triste e piena di grazia.
caro Erri cerca quello che ha scritto Teresa Bellanova,ti aiuterà ad avere idee più chiare su quel groviglio di problemi umani che è l’Ilva di Taranto.
Problemi umani e grande sfida per il futuro.
Quel tempo e quel vento fratricida ,nel frattempo ,sta passando.
Senza disprezzo,con molta determinazione,si sta faticosamente
cercando una soluzione che salvi e l’aria e i polmoni e i posti di lavoro,
lugualmente importanti per la vita.La politica ,al suo meglio,è questa fatica.