Il genere maschile ha spesso considerato selvaggina il femminile. A caccia di una donna è un’espressione corrente. Con più enfasi arriva a dire conquista, parola di assedio e di scalata.
Oggi la nuova determinazione femminile si sta manifestando con il ricorso alle denunce pubbliche di violenze private sui posti di lavoro. Gli approcci sgraditi possono rovinare la carriera e la reputazione di esponenti del genere maschile.
Evidente che le prime mosse di riscatto provengano dal cinema, platea di riflettori accesi. Da lì si vanno allargando agli altri rapporti di lavoro in cui il genere maschile entra in relazione con il femminile da una posizione gerarchica superiore. Questo vantaggio spesso si trasforma in abuso di potere e di posizione dominante per estorcere favori sessuali.
Avviata la campagna di denunce, salta la distinzione tra reato commesso a termini di legge e prevaricazione a termini di condotta indegna. Non c’è più differenza tra foro pubblico dove dibattere il crimine e foro privato dove rispondere di molestia. Storce il naso il giurista, vanno le scarpe strette all’accusato che cerca di parare il colpo parlando di gogna a mezzo stampa: è in atto la nuova resistenza femminile all’oppressione maschile. La parità si misura sul comportamento, tanto quanto sullo stipendio. Indietro non si torna, i mazzolin di fiori non bastano più.
Il primo effetto della valanga di denunce è già eccellente: il genere maschile raffredda i suoi bolliti spiriti. La paura di conseguenze pubbliche congela gli sfruttatori di posizione preminente.
Quando la relazione tra i sessi si riduce a rapporti di forza, è bene che si riequilibrino con il ricorso alla paura. La preziosa novità della denuncia immediata espone qualunque ambiente di lavoro al grido di allarme di una donna insidiata. Non ci sono muri che tengano.
Questo non fermerà gli assassini, ma spaventa e trattiene chi vuole sfruttare il suo potere per estorcere una sottomissione sessuale.
Erri
e naturalmente occhi aperti
ragazze la vita è una danza,portate con voi una zaino leggero pieno di musica e buone letture,per i tempi difficili….e per quelli beati :incontrerete quelli e questi.
buona fortuna
un grazie speciale a te Erri,è stato un anno difficile.
la classe ringrazia.
Grazie a tutti i bravi maestri che si incontrano nella vita.Occhi aperti ragazze…
cercate di arrivare felici ai giorni difficili.
Severino Cesari,grazie
in ogni caso val la pena di cercarlo con o senza Diotima
Parliamo d’amore e non troviamo le parole.
E’diventato un frutto raro perchè consuma
e smangia le ossa,perchè è un gran divoratore,
un ladro di tempo,ci sbugiarda ridendo.
Ci sbatte per terra ci afferra di nuovo.
E’uno stallo, un errore,ottativo indesiderato,
un assedio insidiato un ospite ingrato
una torsione innaturale un povero indigente
è tossicità uno stato malato un perenne assetato
Insomma cos’è?Cercate Diotima,dov’è?
dialogo tra Trump e Melanie
-Di cosa parliamo quando parliamo d’amore?-
-Vuoi star zitta per favore?-
Carver acconsente
Alabama prima pietra d’inciampo per Trump?una buona notizia,
finalmente per le donne e gli uomini liberi e democratici del mondo.
C’entra ,c’entra con tutto quello di cui abbiamo parlato finora
c’entra eccome c’entra……..alla buon’ora
“E sono io
con lo sguardo di chi esiste
senza averlo mai chiesto
con un mondo attorno che non consola
E sono io
che attende risposte intrappolate in lune sbadate
misurando argini di salici partoriti in rovi sconfitti
E sono io
che ancora mi chiedo
… se quell’abbraccio sapeva di rogo
se la mia acqua annega se stessa
se tutto questo è solo torpore sconfitto.”
(Miranda Galati)
nel baccano pseudofemminista odierno suggerirei una lettura a me parsa importante “la violenza contro le donne nella storia” di simona feci e laura schettini, queste, assieme ad altre ricercatrici, han messo nel libro tanto di quel materiale che foucault, oggi, aggiornerebbe il suo “la vita degli uomini infami” … oooooo, che si rimanga ben intesi :: non dico ciò per sentirmi ‘femministo’ ((la mia imbecillità non arriva a tanto)) ma più semplicemente perchè le femmine le adoro … di tanto in tanto le odoro, pure ((in ogni dove))…….daje
Vere presenze che lasciano impronte
nelle stanze che abitiamo nei vestiti che portiamo
nei respiri che facciamo nei pensieri che abbiamo.
Tracce che non si vedono ma si sentono
come un odore che tutti i giorni indossiamo
che profuma la vita nostra e di chi incontriamo
Succede pure a me di provare un forte prurito, per un certo vittimismo femminile .
Mi gratto e penso alla storia millenaria che abbiamo alle spalle:pochissime le voci
di donne che sono riuscite arrivare fino a noi : comunque donne privilegiate.
Poi negli ultimi 200 anni qualcosa si è cominciato a muovere.Poi sono arrivate Simone Weil,
Hannah Arendt,Etty Hillesum e il pensare si è allargato ,enormemente.Poi le voci poetiche,
straordinarie,di Emily Dickinson,Achmatova Cvetaeva Cristina Campo che hanno rotto argini,
fino alle belle voci di oggi.E sono tante.La poesia femminile ha qualcosa di speciale,un legame
più forte con la terra intesa come terra-mondo e come terra nostro ventre.Una sorta di concretezza
metafisica che hanno solo i poeti più grandi.Penso a Rilke.Le donne pensano,pesano ,spostano,
così facendo cambiano il mondo e le regole del gioco.Ma appunto è solo l’inizio…..
Ambra porti il tuo nome con una coerenza invidiabile.
Parole le tue vetrose -mugugni tardivi-?
Sì, come una valanga o meglio come una forte pioggia che lava
la terra dopo tanta siccità.Ben vengano le denunce tardive se
scoperchiano lenzuola stanze luoghi dove gli abusi sono considerati
la norma.Riconoscenza a tutte le donne ,famose o no,che denunciano
soprusi vergognosi per chi li fa e per chi li subisce.Da qui il ritardo nel denunciarli.
Si poteva dire di no?Sì si poteva(ah tappino torinese che donna deliziosa devi essere)
ma a volte è un lusso che non tutte (e tutti non dimentichiamolo)possono permettersi.
Il mondo è vecchio,ha regole scritte e soprattutto non scritte,che vanno cambiate,
perchè ,cominciamo a urlarlo forte,così non fanno tutti.Sento scricchiolare qualcosa,
ma è solo l’inizio……sento un vento che porta via cappelli vecchi stracci cartacce…….
Sono dalla parte di chi tardivamente, ma finalmente, ha avuto il coraggio di denunciare un abuso o una violenza subita. Anche i cretini che giudicano non meritano l’oblio.
Vedete, prima si impara a leggere, poi si impara a scrivere. Ma prima di esprimere un concetto, andrebbe appurato che il concetto sia valido e non ostacolo alla Costituzione (sana e robusta?) dei lettori o dello (degli?) scriventi. Francamente associare al miglior scrittore del decennio parole che non provengono dalla sua eloquente penna è quantomeno sinonimo di mestizia umana, sia negli intenti che nel proprio rigonfio io.
Consiglio “Splendi più che puoi” di Sara Rattaro.
Da accapponare la pelle.
Altro che i mugugni tardivi delle attrici famose e non…
amletica Valeria…..gli aspetti peggiori…….come dare le briciole al cagnolino…..boh…
Noccioline… Erano noccioline… Nuss: una variabile di Nauz.
È un pastore tedesco.
Che poi “essere dalla parte di…” non vuol dire quasi mai “appartenere” a questo o a quel genere. È vero che e molte donne spesso non sanno fare squadra e che molti uomini sanno imitarle negli aspetti peggiori.
Caro poeta,
a me invece gli hashtag pro femmine e contro il maschio prevaricatore, mi fanno una tristezza infinita. C’è chi inneggia alla riuscita di un periodo lontano ormai 50 anni, dove lì sì : c’è stato un cambiamento verticale obtorto collo; la società tutta doveva prendere atto che le donne non erano più disposte a tante cose… Ma oggi, che dopo il ’68 avremmo dovuto avere una condizione sociale che almeno esulasse da tutto questo accanimento su di noi, ‘sto parlare di abusi, l’eccesso di notizie orrende che ancora ci portano immagini di violenze verbali, comportamenti discutibili, schiaffi calci e acidi, mi suscita oltre che vergogna (… l’indignazione la lascio ai maggiordomi) anche una voglia di dire …’ma baaaaastaaaa’. Non fraintendermi però: sono contenta che ogni tanto se ne parli cercando di ottenere risultati in progresso ( com’è stato in parte per il caso delle attrici), ma ritengo tutti gli hashtag inutili se una per una non siamo disposte a gridare NO quando è ora: negli colloqui di lavoro, sui pullman con toccatine non richieste, ai provini per qualche parte o spettacolo, o anche davanti a uno con il quale esci una sola volta e quello tenta già di allungare le mani! NO, gridato bello forte, è sputtanante in mezzo alla strada e tra i muri di uffici e set di spettacolo molto più che su rete, perché la gente attorno ti guarda e ti identifica subito. NO significa: “io non voglio le tue attenzioni, non le ho mai richieste, se pensi di ottenerle comunque meriti il calcio nei ciondoli che mo’ ti arriva.” NO, è anche quello che avrebbero dovuto dire quelle attrici… eh? Lo vogliamo dire che avrebbero dovuto gridarlo prima, e non dopo l’Oscar? (anch’io ho dovuto denunciare e ho perso un posto di lavoro, ma cazzo: sai che soddisfazione quando mi han creduto? Ti fan passare da pazza bugiarda…e invece tiè: pigghiele ‘ncul!) . …
…Hai voglia a fare hashtag se poi siamo noi stesse a metterci nella emme… Per fortuna il rapporto uomo e donna oggi non è solo questo; ora non è che un fischio di apprezzamento dietro a un bel di dietro sia da considerarsi molestia… ( a proposito: perché non fischiate più dietro ai culi delle donne…almeno quella cosa era carina mah…). Ma se volessimo proporre qualcosa di efficace, sarebbe utile per esempio far pagare col carcere (oltre chi esagera) chi non accoglie le reiterate richieste di aiuto di donne che denunciano maltrattamenti ( da ex mariti, fidanzati o conviventi, o da maniaci stalkers), specialmente quelle che poi sfociano in atti violenti e talvolta fatali. Troppe volte abbiamo assistito al balletto dei carabinieri e dei giudici che non intervengono nonostante le denunce. (Se poi non sono in grado, che si parli chiaro: se siamo passati dal mazzolin di fiori al bouquet di coltelli, ognun per sé e Dio per tutti. Ci faremo giustizia da noi).
Ciao Erri <3
dialogo di dubbia interpretazione
una moglie-mi hai tradito ,è successo?-
un marito-solo se ho bevuto-
cara Valeria lo confesso ho sempre avuto uomini migliori di me.Succede.succede spesso
cara Valeria,ogni tanto(ma per quanto?è un segno di eccessiva partigianeria non fa bene alle donne ,quasi mai ) si può fare,ma non siamo ,noi donne,intendo,in uno zoo
“Eccessiva partigianeria” che “non fa bene a noi donne”…
Ogni tanto dubito della mia capacità di intendere bene e questo mi fa bene.
Franco Marcoaldi
-AMORE AMORE AMORE:ti voglio tutto mio-
-INTERO intendi dire?NON LO è
neppure dio! Che posso,esserlo io?-
poi un giorno sorrideremo di tante cose.
di un amore finito forse perchè mai nato.
di un amicO sconosciuto che ci ha indicato
una via a due passi di lì.
di un libro perduto poi ritrovato al suo posto.
di un pasto non consumato come tante altre cose
che pensavamo così importanti in quel momento.
i dolori del passato non evitano i dolori del presente.
ma il dolore del presente redime quelli del passato
volevo parlare d’amore,non ci sono riuscita
e diciamo la verità:siamo tante e tutte diverse.
e diciamo pure che qualche volta bisogna tirare fuori la clava che tutte abbiamo( questa è una metafora) e picchiare forte.
si può fare ,si è fatto ,si fa ,si farà sempre più spesso
Il genere femminile ha talvolta considerato selvaggina quello maschile. A caccia di un maschio è espressione corrente. Con più enfasi si parla di conquista.
A dire il vero è sovente del maschio l’espressione “sono stato conquistato”, ma in entrambi i casi la parola evoca scalata, ma anche assedio, battaglia, guerra.
La differenza sta nel fatto che il maschio cacciato e/o conquistato se ne inorgoglisce mentre la femmina lo vive come una prevaricazione, un abuso di potere.
E’ la relazione tra i sessi che si riduce a rapporti di forza, anziché costruire rapporti paritari di scambio e collaborazione.
… Mi rendo conto di essere fuori dal coro…
cara Valeria trovo inquietante la tua protervia,una sfrontatezza in cui non spira nessuna brezza.
Lager?ti rendi conto di quello che hai scritto,un’analogia deforme……
Siamo nel 2017 dopo Cristo,poi posso capire tante cose,ognuno parla dal piccolo della sua esperienza (nel mio caso)….non riesco a immaginare la vita che hai avuto…
Oggi per me giornata capitale.Ci sono giorni più illuminati di altri.Per me è così questo giorno.Credo e spero sia così per molte altre donne,non potevamo vivere in un’epoca migliore
W LA LIBERTA’ poi certo non te la regala nessuno…e la fortuna aiuta…
Penso ad una legge che tutela la donna fin sull’uscio di casa, oltre si perde in mille negazioni in evidente contrapposizione con il tempo trascorso subendo. Ma il tempo, quello concesso per scontare l’ammissione di una flagranza al reo di furto di felicità, è in sintonia con il conformismo e il sentire di molte benpensanti che da sempre lo nascondono alla sua coscienza, offrendogli una corsia preferenziale per scappare da sé. Fosse il re in persona.
Che vogliamo fare? Neghiamo l’esistenza dei lager soltanto perché i diretti testimoni hanno dovuto combattere troppo a lungo contro un ricordo mostruoso?
Qui lo scrivo e qui lo confermo.
C’è poi chi nel 2017 dopo Cristo ha circumnavigato intorno al proprio ombelico. Ma per eccesso di difesa di genere me lo sarò dimenticato.
poi ho gradito molto il mazzolin di fiori,delle amiche,come fosse il loro sorriso.
Le donne hanno alzato la testa .Non l’abbasseranno.Il granello di senape ,seminato nel sessantotto,è diventato una robusta pianta.
Poi ….a rigore….io ho amato troppo e male
mi sarà perdonato da chi perdona chi ha molto amato?