Circa tre anni fa mi trovavo a Belluno per un incontro pubblico e in piazza c’era un’esposizione di scultori in legno. Ognuno aveva un suo posto e si assisteva alle lavorazioni eseguite sul momento.
Mi fermai accanto a uno degli artisti, coetaneo all’incirca. Parlammo e mi venne il desiderio di comprare una sua opera, fatta in legno di cirmolo. Pagai con un assegno.
Pochi giorni fa ero a raccontare mie impressioni sull’arte in una sala comunale di Auronzo, nelle Dolomiti. Prima dell’incontro rivedo lo scultore. Mi offre un suo catalogo e insieme a quello mi restituisce l’assegno di allora. Subito ho pensato di averlo compilato male e che perciò non aveva potuto incassarlo. Ma no, invece mi dice che non voleva accettare denaro da me. Dunque mi aveva regalato l’opera e a distanza di anni mi rendeva l’assegno.
Siamo andati a bere un caffè. Sta andando in pensione e potrà dedicarsi di più alla scultura, sempre in legno di cirmolo che è refrattario ai tarli e profuma per sempre. Mi sono fotografato con lui sul mio telefono e ci siamo separati.
Ecco che ho ricevuto non solo un dono, ma anche un premio letterario, di quella specie che nessuna giuria potrà assegnare. Dietro l’opera ci attaccherò l’assegno e il suo catalogo.
Mi restava il dubbio se rendere pubblico il nome dell’artista, togliere anonimato al suo gesto privato. Ho deciso di riferire l’episodio tenendo per me il suo nome e l’immagine di noi due in una foto.
Chi legge queste righe e vorrà conoscere il lavoro di questo artista, potrà chiedermelo e glielo dirò.
Eschilo nel suo “Prometeo incatenato” fa dire a Oceano :
“O Prometeo non sai che le parole
fanno da medicina all’animo dolente?”
Oltre alle parole, alla nostra portata esistono gesti di simpatia e premura che rinnovano il patto di ognuno col resto della specie umana.
Profumano di legno di cirmolo.
Mi piace immaginare che se tu non fossi mai capitato in zona, quel dono sarebbe rimasto sconosciuto a te e a noi tutti. Ancora più prezioso perché l’artista non aveva l’intenzione di comunicartelo, aveva deciso di fartelo e basta.
Sono d’accordo nel tacere il nome, il gesto è la parola acquistano preziosità nel riserbo.
Infinitamente piccola al confronto, la mia abitudine di regalarti taccuini per augurarti di avere sempre tanto da scrivere e all’umile scopo di contribuire in parte al miracolo delle tue dita intorno a una penna.
Ma nel leggere questo splendido racconto ho provato una comunione di intenti con quell’anonimo scultore: Erri ti fa venire voglia di donare e di essere in qualche modo “ospite” della sua vita offrendogli il poco, che spesso coincide col tutto, che puoi.
Condivido l’idea di Erri di non svelarne il nome.
In questo modo lui ha condiviso con noi una sua emozione, che però resta suo intimo ricordo di sincero scambio umano a due.
Un gesto davvero speciale, di quelli che ti restano dentro e valgono tanto quanto un premio letterario, se non di più. Amo molto le sculture in legno. Ogni estate che vado in Valgardena acquisto una statuetta del presepe scolpita e dipinta a mano della serie Kuolt dell’Anri. Un anno ne ho comprata anche una in legno grezzo scolpita a mano di due vecchietti seduti che leggono insieme un libro e l’ho regalata a mio marito per il nostro anniversario di nozze. Amo molto anche le opere di una scultrice di origini argentine che vive a Pietrasanta e che scolpisce statue un legno raffiguranti soprattutto bambine.
Per questo desidererei conoscere il nome dello scultore di cui si accenna nel bellissimo articolo di De Luca.
Che carino, questi sono i gesti spontanei che allargano il cuore. A me fa ridere il fatto che ti abbia aspettato per ridarti l’assegno, se l’è tenuto tre anni, una cosa ancora più tenera. Mo’ fa parte della storia di quel cirmolo anche l’assegno, è giusto appiccicarlo sotto con la resina :-D. Quell’opera da scultura è diventata una storia da raccontare, è doppia. Ciao Poeta.
Il nostro paese e la difficile epoca in cui viviamo hanno bisogno di padri: quale migliore padre di uno scrittore che sa stare con la gente e dare voce ai sentimenti e alle isperanze di una generazione martoriata dall’assenza di sentimenti e di valori comuni? Il gesto dello sculturo,e il suo saper donare diventano emblema del ringraziamento di tutti i lettori-sostenitori di Erri De Lucai
” Non esiste per me un livello più alto della parola dono: da vita a vita.”
Erri De Luca, Il turno di notte lo fanno le stelle
Condividiamo con piacere leggendo di questo premio meritato e del buon meditato gesto dell’artista.
Grazie. Come sempre, un narrare meraviglioso poiché profondamente umano.
Ciao Erri. Ti lascio la mia mail. Mi farebbe piacere conoscere il nome dell’artista per vedere le sue opere e così conoscerlo.
Grazie Evanna
frida@outlook.it