A una settimana dalla morte di Luis Sepulveda pubblichiamo questi pensieri che ci manda la nostra amica Emanuela Bonomi, insegnante che ha domandato ai suoi studenti un ricordo dei libri che hanno letto e discusso insieme in classe.
Di uno scrittore non restano tanto i libri, quanto le impressioni lasciate in chi lo ha letto. In questi ricordi c’è in più anche un seminato affetto.
L’immagine di accompagnamento è un collage fatto circa venti anni fa da Franca Porrini, mamma della nostra presidente Paola, dopo la lettura di “La gabbianella e il gatto”.
In ricordo di Luis Sepulveda
Ho amato Sepulveda non solo per la penna, ma anche per la sua umanità, la sensibilità ai temi dell’ambiente e della giustizia, il suo sincero sentimento democratico.
Ne ho apprezzato i romanzi, ma anche le risposte sobrie, intelligenti e ironiche nelle conversazioni; mi hanno avvinta pure i suoi toccanti ricordi della fine di Allende e della violenta dittatura di Pinochet, tessere di un passato che aveva scavato nella sua anima tenace un solco di profondo dolore.
Ho desiderato trasmettere la passione per questo scrittore ai miei studenti, assegnando loro la lettura di alcuni suoi scritti e così la mia prospettiva si è arricchita del fresco e interessante punto di vista giovanile e di nuove chiavi di lettura.
Sepulveda diceva di identificarsi molto in questa frase dello scrittore Rolo Diez: “Vivere intensamente compensa ogni sforzo e quasi ogni sacrificio. Vivere a metà è sempre stata la funzione e il castigo dei mediocri”.
Pensiamo quindi che la vita di Luis, vissuta davvero intensamente, può consolarci in questo momento: a noi resta il sentiero della Letteratura e della Resistenza, da percorrere sulle sue orme.
Emanuela, professoressa di lettere in un liceo scientifico di Milano…
…e questi sono alcuni pensieri dei miei studenti:
- Ho apprezzato nel libro Il mondo alla fine del mondo la semplicità di una scrittura mai banale, e anche il fatto che la storia narrata richiami alla mente situazioni reali ed attuali. (Alessandro)
- In passato avevo letto qualche suo libro e col tempo ero venuta a conoscenza del suo impegno politico contro le dittature, in particolare quella cilena; non immaginavo però che avesse preso anche parte in modo attivo partecipando come militare e guardia del corpo di Allende. Sono rimasta stupita quindi del fatto che un reduce di torture e guerriglie sia stato capace di conquistare con la sua penna leggera sia la mia attenzione di bambina che di adolescente, oltre a quella di migliaia di bambini e adulti nel modo. (Alice)
- Le opere di Sepulveda possono essere lette a tutte le età. I messaggi dei suoi libri sono spesso semplici, come la forza dell’amicizia, l’importanza del porsi domande e il sapere che ciò che è diverso va accettato e apprezzato; ma proprio perché sono semplici contengono molta saggezza. (Arianna).
- Nel libro Il mondo alla fine del mondo mi ha colpito molto la forte passione per il mare che il protagonista ha da ragazzo, a tal punto da desiderare di trascorrere l’estate su una baleniera, ma decidendo poi di non voler intraprendere la strada di baleniere e, anzi, dedicandosi nella sua vita a combattere la caccia a questi cetacei, collaborando con Greenpeace.
Ho notevolmente apprezzato il finale allegorico, in cui la natura, in particolare balene e delfini, si rivoltano alle sopraffazioni dell’uomo. (Chiara) - Sebbene le mie concezioni di libertà siano diametralmente opposte, non posso non spezzare una lancia a favore di questo scrittore, poiché egli è un Patriota, dal momento che, combattendo anche una battaglia a difesa dell’ambiente (come nel libro “Il mondo alla fine del mondo”), ha messo la sua vita in secondo piano rispetto alla sua nazione, comportamento che a mio parere trovo encomiabile e degno di ossequio. (Claudio).
- Ho sempre apprezzato Sepulveda per la capacità che aveva di trasmettere un messaggio e delle emozioni molto profondi, attraverso storie semplici e immediate….La tristezza che provo per la morte di Sepulveda è dovuta anche al fatto che egli, dopo aver lottato duramente per l’ecologia ed essere sopravvissuto alla pena di morte, ha dovuto esser vittima di un virus che si è modificato e ha attaccato l’uomo proprio a causa della violenza con cui la natura viene attaccata e sfruttata dall’uomo stesso.”(Elisa)
- Ho pensato innanzitutto a tutte le emozioni che quest’uomo mi ha fatto provare con i suoi libri,
Il mondo alla fine del mondo e Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare. Il primo dei due mi ha fatto soprattutto riflettere sull’ambiente e a come essere una persona migliore se lo si rispetta. Il secondo libro mi è stato letto da piccolo dai miei genitori, e, ricordandolo, mi fa tornare in mente molti ricordi della mia infanzia. Infine, la sua morte mi ha fatto riflettere sull’attuale crisi che il mondo sta vivendo, e a quanto sia importante pensare non solo al proprio benessere, ma anche a quello delle persone a noi care e a tutte le altre che ci circondano. (Giorgio) - Quando ero piccola leggevo ed ero molto affezionata ai libri “Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico” e “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”. Con la sua scomparsa è quindi scomparsa anche una piccola parte di infanzia.Crescendo poi ho letto libri come “Il mondo alla fine del mondo” capendo che, oltre ad un eccellente scrittore, era anche un’ottima persona e un attivista.
Con i suoi libri mi ha sempre fatto ragionare sugli argomenti citati trasmettendomi emozioni profonde.(Giulia1) - Mi colpisce tanto come un semplice uomo possa comunicare delle sensazioni così profonde come possono essere la nostalgia, la tristezza, la gioia, la serenità attraverso semplicemente delle parole scritte su un foglio di carta. La sensazione che infatti ho avuto mentre leggevo tutte queste parole, era di provare le emozioni che Sepúlveda aveva provato nello scriverle e mi sembrava di vedere un semplicissimo scenario, come può essere l’oceano, che l’autore stava descrivendo, proprio con i suoi occhi, gli stessi occhi con il quali in passato aveva visto e successivamente lasciato la sua terra, il Cile. Mi rattrista un po’ pensare che proprio quegli occhi l’ultimo scenario che hanno visto è quello triste di un ospedale, ma poi mi rallegro pensando che nessuno mai gli potrà togliere ciò che hanno provato e vissuto. (Giulia 2)
- Ciò che traspare dai suoi scritti è il profilo di persona formatasi dall’esperienza di vita, che è degna di riguardo, dati gli avvenimenti fortemente negativi vissuti da protagonista, ma di fronte ai quali Luis non si è arreso, ne ha fatto tesoro e li ha convertiti in modo che potessero arricchirlo e renderlo una persona migliore. E’ammirevole la sensibilità con la quale affronta temi importanti come quelli ecologici, che lo hanno portato a combattere, rischiare la vita per far valere il principio del rispetto per la natura e per tutti gli esseri che essa comprende. (Giulia 3)
- “Le emozioni che ho provato durante la lettura del libro Il mondo alla fine del mondo sono diverse e passano dalla felicità alla tristezza fino ad una strana nostalgia: infatti ciò che ho trovato sorprendente è che il modo di narrare di Sepulveda è riuscito a coinvolgermi talmente tanto che, sia durante la lettura che una volta finito il libro, mi sembrava di aver già vissuto quelle situazioni ed era come se stessi cercando nella mia memoria per riportare i ricordi in superficie. Questa è una sensazione che mi ha accompagnato per tutto il libro e che pochi altri autori sono riusciti a provocare in me.” (Lorenzo)
- Dopo aver scoperto che la vita dello scrittore è stata segnata in gioventù da tanto dolore, mi ha colpita molto ripensare a come i suoi libri siano sempre leggeri, con messaggi positivi che incitano a sognare. Sia io che altri miei compagni con cui ho parlato siamo rimasti davvero colpiti e rattristati dalla notizia della sua morte. Penso che questo dimostri come la scrittura sia uno strumento capace di creare empatia e legami tra le persone, in quanto ho avuto quasi la sensazione che fosse morto qualcuno che conoscevo personalmente. Questo mi ha avvicinata ancora di più agli eventi di questi mesi che sono spesso visti solo come numeri e volti sconosciuti, perdendo quasi di concretezza. (Maria Francesca)
- Alle medie ho avuto l’occasione di conoscerlo e di poter assistere ad una sua conferenza, in cui ha raccontato la sua vita da scrittore. Il libro più significativo che ha scritto, e a cui sono più affezionato, per me è “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”: esso suscita in me tutt’oggi molte emozioni e ricordi di quando da piccolo mio padre me lo leggeva prima di andare a letto; inoltre penso che sia scritto magnificamente e che trasmetta al lettore una speranza di realizzazione dei propri sogni. (Nicolò)
- Appena ho saputo della notizia della morte di Luis Sepulveda, ho pensato ai suoi due libri che ho letto: Il mondo alla fine del mondo e Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare. A quest’ultimo sono particolarmente affezionato perché mi fa venire in mente numerosi ricordi della mia infanzia poiché ogni sera mio padre me lo leggeva prima di andare a dormire. L’altro libro invece mi ha fatto riflettere sul mondo in cui viviamo, dove apparentemente il denaro è la priorità e si è disposti a fare di tutto per guadagnarlo.
Luis Sepulveda è stato uno degli scrittori che più ho preferito anche perché usava una scrittura semplice ma precisa, per far arrivare a tutti anche le tematiche più difficili e complicate. (Tommaso) - Penso che Sepulveda fosse un uomo da stimare, ha sempre consigliato a tutti i suoi lettori di credere nei propri sogni e lottare per la loro realizzazione, ed era un esempio da seguire: ha sempre lottato per ciò in cui credeva diventando attivista in Cile e lavorando come membro dell’equipaggio su una delle navi dell’associazione ecologista Greenpeace per cinque anni ma, anche in seguito, non ha mai smesso di appoggiare questa causa. Come diceva lui, nel suo piccolo era riuscito a trasformare la sua passione in un lavoro, scrivendo libri e sceneggiature teatrali.
Ritengo giusto rendere omaggio a una grande persona come Luis Sepulveda, che con la scrittura e la sua grande forza di volontà è sempre arrivato al cuore dei lettori. (Viola)
[…] “È molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile e tu ci hai aiutato a farlo.” […]
E nella memoria, un coro di bambine che canta a squarciagola:” Siamo gatti, siamo noi! Siamo gatti, beati noi!” Lo spirito e lo spessore del messaggio di Luis Sepulveda è entrato così nella vita delle mie figlie: sotto la colorata forma di una favola animata con tanto di morale sul finale della cena… Più di una, qualche anno fa, ormai, giusto tante per quante volte la gabbianella Fifi-Fortunata ha avuto bisogno di rassicurazioni quando, ad un certo punto della storia, arrivava puntualmente il momento della crisi di identità, in cui si chiedeva angosciata :” non sono un gatto, chi sono io?”
Ed il coro:”Sei una gabbiana e devi seguire il tuo destino”.
Approfitto anch’io, come le mie figlie, della libertà nell’attribuzione dei dialoghi e nella scelta dei personaggi chiave nella trasposione della “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”;
dopo tanti anni, siamo allo stesso punto della storia, e salutiamo Luis Pulveda dando vita e voce al gatto Zorba: “Non ti abbiamo contradetto quando ti abbiamo sentito stridere che eri un gatto, perché ci lusinga che tu voglia essere come noi, ma sei diversa e ci piace che tu sia diversa. ”
Retorica di una notte di quarantena, forse. Tenerezza di ricordi in comune, da domani.
Mi considero un
sognatore, ho pagato
un prezzo abbastanza
alto per i miei sogni,
ma sono così belli, così
pieni e intensi, che
ogni volta tornerei da
capo a pagarlo.
Credo che non ci sia
sogno più bello di un
mondo dove il pilastro
fondamentale
dell’esistenza è la
fratellanza, dove i
rapporti umani sono
basati sulla solidarietà,
un mondo in cui siamo
tutti d’accordo sulla
necessità della
giustizia sociale e ci
comportiamo di
conseguenza.
I miei sogni sono
irrinunciabili, sono
ostinati, testardi,
resistenti”.
Luis Sepulveda
bonjour
je suis très touchée par ce souvenir de luis Sepulveda,que j’ai découvert un jour d’hiver,sur un site d’escalade …
j’étais allée avec des amis grimper à BUOUX,site d’escalade assez exigeant ,dans le Luberon.
Et je me trouve au pied d’une voie qui s’appelait “le vieux qui lisait des romans d’amour”.
Pourquoi ce nom??
un des grimpeurs me répond:”c’est le nom d’un roman de luis Sepulveda”..
j’étais très jeune et dès la fin du week-end,je me suis précipitée chez mon libraire …
depuis j’ai lu “tout Sepulveda”,”un mondo alla fine del mondo” qui m’a amenée à francesco Coloane ….à Erri de Luca…. etc…les grands espaces ,découvrir le monde à pied ..
j’aurais pu essayer d’écrire en italien mais j’ai préféré vous faire partager ma langue maternelle…
amicalement
monique