Con il viaggio di ottobre Giacinto e io abbiamo toccato tutte e quattro le stagioni in Ucraina.
Stavolta, la sesta, anche più delle altre c’era nelle immense retrovie della guerra una volontà ostinata di normalità. Negozi aperti anche la domenica, stazioni di servizio rifornite, lungo le strade nazionali piccole rivendite di frutta e stavolta anche di funghi.
Il nostro furgone non porta e sopporta più di dieci quintali. Lo svuotiamo in un punto dove vanno a rifornirsi famiglie profughe da Karkhiv, Chersòn, Zaporija.
La gran parte degli sfollati resta in Ucraina, accampata in scuole, palestre, luoghi pubblici.
Non si parla di guerra. Argomenti sono il prossimo inverno, il riscaldamento, dover dipendere in tutto dagli altri.
A noi chiedono stavolta abbigliamento caldo per circa trecento bambini di due orfanotrofi, dai due anni in su. Per legge non possiamo passare la dogana Ucraina con vestiario usato. Per il viaggio di novembre proveremo a chiedere.
Noi contiamo su chi ci aiuta a riempire il carico offrendoci i generi necessari, ma stavolta è più difficile. Siamo molto grati a singoli e aziende che rispondono alle richieste che di volta in volta riceviamo nei posti raggiunti. Di nostro ci mettiamo il furgone, le spese di viaggio, i giorni, l’impegno di non sprecare nessun aiuto e di consegnarlo a chi ne ha bisogno.
È la quarta stagione del primo anno di guerra tornata in Europa.
Contiamo di vederne la fine e di aver dato un contributo.
Sono a Genova…come faccio ad aiutarvi!?…posso raccogliere per voi!?…fondi…abbigliamento altro!???