Prefazione di Erri De Luca al libro “La sporca bellezza” di Raul Pantaleo, architetto di Emergency
Sono di una generazione che a scuola ha studiato bene la geografia, montagne, fiumi, laghi, città e confini.
Poi la geografia è diventata politica: Vietnam, Cile, Sudafrica, Irlanda e via seguendo luoghi di movimenti e lotte.
Le nuove generazioni conoscono meno la mappa del mondo. Ne hanno meno bisogno, grazie alla supplenza del computer. Se ascoltano nomi come Lampedusa, Bosnia, Sierra Leone, ripetuti dai notiziari, sentono meno il bisogno di individuarli sulla superficie terrestre.
I racconti di Raul Pantaleo, capomastro delle opere edilizie di Emergency, mi portano a una geografia sentimentale dove i luoghi sono punti dolenti del corpo generale dell’umanità. Si va a stare nei posti per sentimento di fraternità. Così questo per me è un libro di geografia.
Non mi sorprende di trovarci anche pezzi d’Italia. Oggi il nostro paese è a chiazze, dove quelle dotate di pubblica tutela si restringono, sviluppando un desiderio di isolamento rispetto alle altre chiazze in deficit di presidi sanitari e di altri diritti.
In queste pagine ci sono pezzi d’Italia accanto a geografie di molto più infelici. Le tiene insieme l’opera di Emergency progettata ed eseguita dal capomastro narratore.
«Scandalosamente bello»: questa è la parola d’ordine assegnata da Gino Strada ai suoi ospedali. La bellezza è il ricostituente indispensabile alla terapia, perché rianima la volontà di guarire. La bellezza opera da catapulta di energie sopite. In queste pagine la bellezza è anche un vaso di fiori davanti a una baracca misera ma pulita.
Il capomastro narra le persone e i luoghi, lasciando al lettore uno strascico di immagini simbolo: il reparto dei lenzuoli sgonfi dove dovrebbero stare le gambe, il padre che stringe al petto il figlioletto morto, uscendo dall’ospedale, e al suo passaggio si compone il silenzio dell’anticamera attraversata. Restano dettagli conficcati con potere di sintesi da chi ha voluto essere operaio di soccorsi e testimone. Afghanistan, Uganda, Sierra Leone, Sudan, nomi di storie urgenti diventate prove di risposta, realizzate con materiali del posto, recuperando tradizione e mestiere, per crescita di efficacia.
In Sudan anni fa visitai l’ospedale di cardiochirurgia dove non entra un granello di sabbia durante le proverbiali tempeste dal deserto che cancellano il giorno. Il capomastro c’è riuscito trasformando l’energia del sole in sbarramento d’aria. Le sue soluzioni scatenano abbracci prima che applausi.
Più che di capitani coraggiosi, al mondo servono artigiani valorosi e cordiali. Raul Pantaleo è della specie.
(In Foto: Copertina del libro “La sporca bellezza” di Raul Pantaleo, Elèuthera, 2016.)
Anche la parola può diventare geografia dell’anima quando leggerle e ascoltarle ti.conduce in luoghi dell’ anima sconosciuti e nascosti per difenderti….
un garofano d’amore a Gino Strada,capitano coraggioso di lungo corso,che fa diventare mondo la superficie terrestre, a Raul Pantaleo che ,ostinatamente,cerca di dare bellezza
anche ai luoghi del dolore,a te ,Erri,sperando che queste tue parole possano contagiare molti………