C’è un esterno del mio corpo, un’area circostante, che si comporta come una guaina avvolgente.
È un’emanazione che accompagna anche in movimento, alla maniera dell’ombra.
Mi avverte di un’intrusione, di un contatto ravvicinato appena prima che raggiunga il corpo.
Non credo all’esistenza di quella che nelle religioni va sotto il nome di anima. Del resto neanche l’origine greca “anemos” intende qualcosa di spirituale, significando invece concretamente soffio, vento.
Credo di percepire l’impalpabile al di fuori di me attraverso un rivestimento esterno protettivo.
Così mi spiego la reazione del corpo in certi momenti di pericolo, con una frazione di anticipo sul cervello.
Parte un allarme al tatto che è il senso diffuso su tutta la superficie del corpo.
Più sono spoglio meglio percepisco intorno a me un campo forse elettrico o magnetico.
In montagna d’estate scendevo da una cima e improvvisamente il corpo ha ricevuto l’impulso a scartare di lato. Guardando velocemente dalla parte opposta ho visto la ciambella di una vipera pronta allo scatto.
Solo un attimo dopo ho capito perché avevo scartato di lato. Immagino un mio sistema nervoso esteso oltre la pelle.
Concludo con una presa in giro di me stesso: se esiste l’anima, la mia se ne sta fuori a far da sentinella.





[…] So di abitare un animale antico e di arredarlo con quello che mi capita vivendo. […]
(Erri De Luca in ” Il corpo abitato”, da Il blog 2013)
Non so come dirlo in napoletano ma è l’adattamento di un buon istinto animale differenziato. La battuta sarebbe: “avere l’anima di fuori”. Certi “demoni” fanno compagnia, oltre a saper fare da sé.