Napoli è stata una città di lettori segreti. Nell’800 c’erano più di cento librerie, nel ‘900 ancora un centinaio, negli anni ’50 un’ottantina, in zone centrali. Ho queste informazioni da Raimondo Di Maio, libraio di lungo corso in via Mezzocannone.
Lettori segreti: una volta in strada dissimulavamo l’acquisto, coprendolo. Esibire un libro era sconveniente in una città affamata, dove tutti fumavano ma in terra non si trovava un mozzicone. Venivano raccolti per recuperare il tabacco residuo. Il fumatore veniva seguito per raccogliere subito il suo scarto.
I lettori si comportavano da adepti di una setta, confabulavano a bassa voce col libraio, si azzittivano se entrava un estraneo.
Gli eredi di questi lettori segreti si disfano delle biblioteche accumulate, lieti che qualcuno venga a sgomberare le stanze. A volte Raimondo incappa in piccoli tesori, ignoti ai detentori.
Napoli è stata una città di lettori segreti che praticarono l’isolamento della lettura al riparo dalle turbolenze di una città acustica e sulfurea.
Gli scaffali dei libri sono stati baluardi, spalti di una fortezza circondata.
Oggi si trovano mozziconi in strada, le librerie si sono diradate, i lettori sono dei normali clienti di un esercizio commerciale.
Restano, di un tempo scaduto, venduti a poco prezzo i libri usati, in esilio da scaffali svuotati. Visito bancarelle a forma di scialuppe, prolunga di un secolo di lettori segreti.
Napoli in verità è stata anche la città sede della più avanzata biblioteca pubblica d’Europa, aperta a tutti e molto frequentata da persone che volevano studiare o leggere ma non avevano i mezzi per pagarsi i libri, non avevano una biblioteca privata e nemmeno amici aristocratici ai cui scaffali attingere. Era la Biblioteca nazionale quando fu aperta e ancora per molto tempo dopo. Ma questo De Luca lo ignora, non ne avrà avuto bisogno
Amo la scrittura essenziale e ricercata di Erri Deluca, mi piace sempre leggerlo; le sue parole soppesate e scelte con cura, mi affascinano.
In questi racconti ho avvertito forte la nostalgia dei legami affettivi e il desiderio di mantenerli vivi attraverso la potenza rievocativa della scrittura.
Per un attimo ho rivissuto la mia adolescenza, ragazzetta di provincia a Napoli, prima a cercar libri, poi Luise e la Rinascente. Tappe obbligate di figlie e di mamme che amavano i libri,
Il buon cibo e perche’ no solo un po’ di leggerezza.
A malincuore bisogna riconoscere che oltre ai lettori sono spariti anche i librai di una volta.