Anche quest’anno sono stato invitato al Festival della letteratura di Mantova.
È stata la prima manifestazione a proporre giornate d’incontro tra persone che leggono libri e persone che li scrivono. Il Festival dura da 28 anni, precursore di molti altri diffusi in Italia.
Il buon risultato di queste proposte mi dimostra che quando si affaccia una nuova offerta culturale, questa produce e fa crescere la domanda.
Il mercato di solito tende a offrire la sua merce in base alla domanda già esistente.
In faccende culturali invece la proposta precede la domanda ancora inespressa e questa mossa di anticipo apre virtuosamente un mercato nuovo.
Si va in massa agli incontri culturali delle varie manifestazioni e si respira un’ aria e un valore della parola che in altri ambiti pubblici ha perso peso e responsabilità.
Dovrebbe essere compito della politica agire in anticipo sui tempi, con risposte a urgenze non ancora affiorate. Succede il contrario, con reazioni ma affannose, tardive e insufficienti.
La politica si è ridotta a badante dell’economia, subordinata a mercati finanziari, rinunciando alla sua funzione di guida e di proposta.
Nell’estate italiana si confrontano sagre di partito con invitati politici tra grigliate e mescite, con festival di parole indipendenti da attualità e schieramenti.
Si torna da Mantova e da altre manifestazioni sorelle con la sensazione salutare di chi ha compiuto un’escursione all’aria aperta.