Osoppo, Venzone, sono borghi friulani distrutti al novanta percento dal terremoto del 1976. Li percorro oggi: nessuna traccia della distruzione. Di un’antica chiesa hanno ripreso e numerato le pietre una per una, rimettendole insieme. Non è ricostruzione, è restauro radicale di un’opera d’arte.
L’opera umana a volte è commuovente, riesce a cancellare cicatrici. Restano custoditi i lutti, non le macerie.
Il nostro suolo è un cavallo selvatico che disarciona sella e cavaliere. Abitiamo sopra un rodeo. Ma la nostra pubblica spesa guarda da un’altra parte. Invece di occuparsi delle fondamenta, guarda in cielo e acquista la più costosa partita di cacciabombardieri, F35, della nostra storia.
La nostra spesa crede che le case siano bombardate dall’alto. Vede le distruzioni e si arma contro un’ inesistente aviazione nemica. Ma noi siamo bombardati dal basso, dagli scuotimenti.
Non possiamo sedare le convulsioni sismiche, però possiamo costruire un’edilizia invulnerabile. Il Ministero della Difesa deve difendere da attacchi sotterranei, continui e reali, anziché da quelli immaginari. Quest’anno le sue spese aumenteranno graziosamente del quattro percento.
Un territorio sismico non rientra nei casi di emergenza. Si tratta invece di ordinarie manifestazioni di un fenomeno ricorrente. Il terremoto è per noi regola e non eccezione. Chiamarlo emergenza significa semplicemente che l’autorità delegata è incapace di gestire l’abituale occorrenza. Regala a se stessa l’alibi fasullo della situazione di emergenza. Non lo è. Come non lo sono i roghi estivi e la cronica insufficienza di Canadair. Ma presto avremo i bombardieri F35.
Col suolo e con il fuoco non è consentita incompetenza ne’ attenuante per causa di forza maggiore. C’è invece colpevole causa di forza minore a contrasto.
Gorgheggia in largo anticipo una nuova campagna elettorale: chi non affronta la materia prima del suolo e del fuoco è un candidato inutile.
Erri
stasera ne leggerò alcune pagine.
Libro straordinario per chi vuole fare la fatica di pensare
libro da rileggere o da leggere se non si è letto
-La croce e il nulla-
Sergio Quinzio
In una terra che è materia prima sprecata, l’uomo non è che parte di quella materia prima a cui si è soltanto aggiunto un soffio – pare divino – ma cenere eravamo e cenere ritorneremo. Se la materia la lasciamo buona, ne nasceranno frutti buoni. C’è una breve, piacevole o meno, parentesi da semilavorati, ma nessun essere umano, mai, sarà nè avrà diritto di sentirsi prodotto finito.
Sarebbe bello tornare a una visione semplicistica dell’economia, applicata al rispetto per le forme viventi superiori: animali e vegetali.
E no, non sono sarcastica.
nel chiasso querulo dei nostri giorni lasciamoci raggiungere dalle loro parole,sorgente a cui attingere per la sete di oggi…..
Superiore dono o suono della luce.
Una grande anima.
Parola desueta oggi
Sì Emily e Etty avevano
-il superiore sono della luce-
Materia prima.
.Emily incontra Etty ,casualmente.
Io sono Nessuno!TU chi sei?.
Sei Nessuno anche tu?
Allora siamo in due!
Non dirlo!Potrebbero spargere la voce!
Che grande peso essere Qualcuno!
Così volgare-come una rana
Che gracida il tuo nome-tutto giugno-
ad un pantano in estasi di lei
Sei il futuro, Tu,
sei l’essenza profonda delle cose
che di se stessa tace l’ultima parola,
e sempre altra si offre ad ogni altro…
R. M. Rilke
la bellezza salverà il mondo?sì e il mondo salverà la bellezza.
guardo la foto di Etty Hillesum.
meravigliosa Etty,meravigliose lettere.
_se solo ascoltassi con pazienza ciò che accade dentro di te,
capiresti d’essere interiormente molto più avanti di quanto tu
stessa non sospetti_
” chi non affronta la materia prima del suolo e del fuoco è un candidato inutile ” fate girare
Uno statuto nazionale speciale che contempli una ridistribuzione delle guardie pro-cardo.
guardando meglio la foto.
La chiesa non riesce a coprire le nuove costruzioni.Anche dopo la ricostruzione?c’è qualcosa che cozza,quasi un pugno in faccia.
mi piacerebbe vedere Venzone oggi.altro che cardo……
Parole.
Adamo e Eva nel giardino di eden non usavano il linguaggio,altre erano le parole,non ne avevano bisogno.
Davar, unità di parola e cosa,dopo la cacciata si spacca.Inizia il meraviglioso gioco del linguaggio.
Parola di oggi: esodo.
Esodo senza una terra promessa.
Penso al grande processo migratorio in Africa,penso ai Rohingya..
Penso che fino a quando ogni persona non avrà un nome e un luogo in cui poter stare, anche chi sta e ha un nome,nei momenti di lucidità,sentirà sotto i suoi piedi la precarietà della terra.La precarietà della vita è un comune sentire ,a una certa età,ma è un’altra cosa ancora, nel gioco infinito delle parole.
Per amor di poesia ripenso a dei versi di Iosif Brodskij:
Tanta bellezza per così breve tempo,
spinge a una congettura che fa storcer la bocca:
dire con più chiarezza che il mondo per davvero
creato è senza scopo, o invece,
se scopo esiste mai, non siamo noi.
Entomologo-amico, per la luce
non ci sono spilli né per il buio.
Talvolta le parole fanno rima anche se non terminano con le medesime sillabe.
Materia prima : la voce umana
-Diavoli custodi-uno dei tuoi libri più belli a cominciare dal titolo e dall’immagine in copertina.
Assolutamente nuova la tua voce, candida di un candore disincantato.Una voce adulta.Grazie ERRI.
Sì i ricordi….
Pensando ad altro ho pensato a te,
quando eri davanti a me e io mi raccontavo,
ingenuamente,come se tu di me non sapessi niente.
Era vero il contrario,tu di me sapevi molte cose
e poi forse vedevi certe mie pose ingenue,
alla Madame de Stael,un po’ ridicole.
Circa vent’anni fa,come eravamo giovani.
Io ero contenta della mia vita,del mio piccolo mondo
ordinato,coltivato col principio di realtà.
Mi sentivo matura,non si pensa mai abbastanza
alla vita che avanza,al tempo che rimane ,lui no ,
non ha la fedeltà del cane.
Ma è ancora troppo presto per fare dei bilanci,
forse li farò,non ora,non ora,li sposto un po’ più avanti
Quando il freddo avanza-i ricordi scaldano di più.
Cristalli fragili ma duri come diamanti.
Un solo frammento e senti come i tuoi piedi
aderiscono al pavimento, di terra.
Il mondo è un racconto è -il gelsomino-
di Etty Hillesum-musica interiore.
L’ironia è una pioggia estiva che ci bagna in mezzo al mare, dice una canzone che mi ha fatto compagnia in qualche sera allegra dei miei vent’anni, ormai vent’anni fa.
Forse l’ironia è il residuo raschiato sul fondo, quello che resta quando l’amarezza è così tanta che trabocca fuoriscendo dai bordi e alla lunga svuotando.
Erri ha un modo per l’appunto grazioso di arrabbiarsi, e qui è furioso. Nel suo modo elegante, ma sempre puntuale, e pungente.
L’ONU DENUNCIA E SI FERMA A GUARDARE
L’EUROPA ALZA MURI E CONTINUA A BLEFFARE
NELLE GABBIE LIBICHE CI SONO PERSONE
VENDUTE PESTATE PESATE COME PATATE.
DOMANDA.SIAMO NELL’ANNO 2017 DOPO CRISTO?
LA STORIA E’ UN INCUBO DA CUI VORREI SVEGLIARMI
L’intelligenza ha una funzione servile.Serve a fare pulizia. S,Weil
Europa hai soprattutto bisogno di questo :populisti,nazisti fascisti ti stanno sputando addosso quasi ovunque.
Non sono piccoli segni di disprezzo,cartacce portate dal vento.Non nascondere lo sporco sotto il tappeto.
Sbatti il tappeto ,togli lo sporco.Apri le finestre ,dai aria alle stanze.Poi ,poi può diventare tardi……….
NASCE LA NUOVA DIFESA COMUNE EUROPEA—–PeSCO
Stamattina ero in Cina
_non quella sgomitante di oggi-
tra un rigo nero di china
e uno spazio bianco,
mi sono messa a pensare.
Bevendo un caffè nero
al Pere Lachaise,famoso cimitero,
paese lunare in cui
mi sono trovata
si può sostare-tranquillamente-
prendendo il sole
mentre la mente viaggia altrove.
L’europa ha bisogno di un
restauro radicale
importante è cominciare
…per non parlare delle inondazioni a ogni goccia d’acqua non preventivata ( ma che si può tutte le volte mettere dei colori alle precipitazioni…? allarmi verdi, gialli rossi… avimm fatt a bandiera del Senegal. W il Senegal!); degli argini che mancano a riparare terre e abitazioni, dei soldi spesi per arginare il mare col Mose ( e scusa se la definisco stronzata ma… galleggia… eh), dei treni assolutamente necessari per portare fantasmi in Francia . E continuiamo pure a sputtanare soldi jà, tanto paga pantalone, invece di metter in sicurezza i territori, le infrastrutture, le abitazioni, e vabbuò. L’Italia della politica sorda è così, ragiona solo in termini di costrizione, intanto fantastica di riarmi inutili senza considerare la tensione internazionale e i bisogni nazionali. Però, c’è anche l’Italia tenera, che conta le pietre cadute e le rimette a posto, non potendo rimettersi in casa i malcapitati di sciagure telluriche… me li vedo i volontari, i rimasti (come diresti tu), che accarezzano le pietre e le mettono da parte per riavere il paesaggio del ‘prima’ affinché il dopo non sia così traumatico. E’ il salvataggio di un’immagine che li lega al territorio sì, ma anche alla memoria che non si può più condividere con tutta la famiglia; come una foto ingiallita, serve a dire ancora Amarcord, col senso di esserci ancora nonostante il nonostante, e a testimoniare gli altri che mancano all’appello. Ecco, se riuscissimo a far questo, ad accarezzare la nostra terra come quelle pietre, a tener per mano il nostro Paese prima che qualcosa strappi la presa, saremmo un popolo di accorti terrestri, e non di finti aviatori in arie fetide. Che dici, alla prossima disgrazia, terremoto, alluvione … ce la faremo? Che deve ancora capitare per costringere i governi ad affrontare l’ovvio? Mah. Bacini poeta <3
Ne “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupery, uno strano Monarca universale regna sui suoi sudditi con ordini ragionevoli e per questo pretende di essere obbedito: esige da ciascuno quello che ciascuno può dare, soltanto quando le condizioni per essere obbedito sono favorevoli. In condizioni non favorevoli, sarebbe colpa del re se i suoi sudditi non lo obbedissero. Per esempio quel re ordina il tramonto nel momento esatto in cui è previsto, non un attimo prima, non un attimo dopo…
Ecco, bisognerebbe fare lo stesso anche sulla terra: per trasformare in normalità l’emergenza dei terremoti ed esercitare così un potere ragionevole di controllo sulla materia del suolo. Soltanto in questo modo, sulla terra, si riuscirebbe finalmente a nascondere del tutto la precarietà di armi giuste e di uomini giusti al momento giusto.
Sì Bach.come una preghiera-come una poesia.
La poesia è quasi sempre una lacrima scritta.
Non solo piange il dolore anche la gioia ha le sue lacrime.
La noia sarà terreno fecondo,
ma non ora_è caduta la neve
_Madre posso pregare mentre ascolto Bach?_
_cara è la musica che Dio ama immensamente_
Oggi ho elaborato il lutto di ieri.
Lo faccio ogni giorno
all’ora del tramonto.
Ora leggera che tacita l’attesa,
la resistenza allora
diventa dolce resa.
Adesso no,niente domande
sugli F35,sul perchè e il percome.
Nell’ora della sera mi basta
una preghiera
Bella comunque la chiesa a braccia aperte
Sono sicuro che quel”graziosamente” sia ironico, amaramente ironico.
A parte ció, ho visitato Venzone, ho visto la chiesa rifatta pietra su pietra, ho sentito le testimonianze della gente. Ancora una volta cogli nel segno, caro Erri, e induci a riflettere.
lo stato deve essere un buon soldato,anche i cittadini di quell’unica città che è l’Italia
e anche un gorgheggia in largo anticipo :grazioso virtuosismo contrapposto alla caparbietà dei friulani
parole come sassi ma c’è un graziosamente di troppo:come il gesso sulla lavagna.