A fine aprile le spedizioni alpinistiche sono già arrivate al campo base dell’Everest, versante Nepalese, a 5300 metri. Gli sherpa hanno già attrezzato l’Ice Fall, il labirinto di ghiacci che sale per quasi mille metri fino a immettersi nella grande vallata tra la parete Ovest dell’Everest e quella del Nuptse.Si chiama CWM o Grande Circo Occidentale, lassù viene installato il campo 1.
L’Everest, Sagarmatha, Chomo Lungma, e’ destinazione del più accanito pellegrinaggio senza movente religioso. Se può permetterselo, ogni alpinista desidera una volta nella vita avvistarlo da vicino, se non anche mettercisi sopra.
Un migliaio di loro si sta acclimatando tra il campo base e l’1, mentre gli sherpa e le spedizioni commerciali attrezzano corde fisse per il resto di chilometri della parete.
I tentativi di toccare cima si svolgono tra maggio inoltrato e i primi di giugno, poi tocca al monsone mandare tutti a casa.
Il terremoto del Nepal ha scrollato anche le catene montuose. Le scosse hanno scaraventato giù massi e valanghe di misura gigantesca. Il campo base e l’1 sono stati bombardati. Il migliaio di alpinisti si è trasformato in un migliaio di profughi. Il labirinto che separa i due campi e’ impraticabile. Chi si è salvato al campo 1, resta bloccato la’.
Si tratta del più grande naufragio di massa della storia dell’alpinismo. Solo gli elicotteri di alta quota possono tentare qualche recupero.
Il naufragio del Mediterraneo si accoppia in cronaca con quello himalaiano mostrando imparentate differenze.
I naufraghi di mare sono catapultati dall’estrema urgenza, quelli delle montagne Nepalesi da una passione accumulata in anni e intensa da escludere ogni altro desiderio. Non è una gita la loro, ma l’esposizione volontaria e inesorabile al rischio dell’immenso e dell’ostile. I futili motivi non comportano meno azzardo dei tragici.
I naufraghi di mare e di montagna stanno a didascalia di un tempo accelerato e scellerato. Si ammette la normalità dei sacrificati e l’eccezione dei sopravvissuti. Quando un’epoca sbanda tra miracoli e stragi, si da’ delirio in corso.