L’ho incontrato la prima volta in un’assemblea a Roma. Venne a parlare del movimento Lotta Continua che da un anno si era costituito a Torino e Milano, come effetto della partecipazione all’autunno brusco e travolgente delle lotte operaie del ’69.
Non aveva niente del funzionario di partito né del predicatore. Era venuto per raccontare una storia, la nascita di un’organizzazione. Non veniva a proporre affiliazioni, aprire succursali.
L’assemblea era composta da molti che già si erano impegnati in azioni politiche autonome nelle borgate romane. Il racconto scorreva fitto e mischiato con un’imprevista ironia.
Era già un nome, Mauro Rostagno, studente di sociologia a Trento nel ’68, poi operaio in Germania, poi militante di quella nuova formazione politica che interveniva dentro le grandi fabbriche.
Quell’assemblea decise di aderire a Lotta Continua, di esserne la sede romana. Non servivano tessere né obbedienze.
L’ultima volta che l’ho visto era in una cassa di legno, ucciso vicino alla comunità di recupero dei tossicodipendenti che aveva fondato.
Il Comune di Genova ha deciso di intitolare a lui una piccola piazza del centro. Qui di seguito riporto le frasi che ho scritto su invito di Paolo Brogi per accompagnare l’inaugurazione.
Ti fanno l’onore di dedicarti una piazza. Ma la piazza non sa che impegno si assume portando il tuo nome.
Le donne di passaggio si sentiranno belle e saranno corteggiate a ogni età.
Gli uomini non potranno litigare, nemmeno tra tifosi delle due squadre cittadine.
Sarà proibito piangere nella tua piazza.
Se qualcuno ci morirà sarà accompagnato con la banda di pifferi e tamburi che suonerà tanghi e tarantelle.
Ci vorrà un albero, una giostra, un chiosco e una fontana piccola.
In Piazza Mauro Rostagno sarà rispettata la parola data perché ti è costata la vita quella detta in assemblea, alla radio, al mercato e al vento, specialmente al vento, il più fedele mezzo di trasporto, che non smette di portarla in giro.
…la condurrà lontano, fino al mare, e l’onda sulla battigia la ripeterà all’infinito
e oltre………
A quel tempo, il tempo di Lotta continua, fu quando il cielo toccò la terra, fu allora che furono bandite le differenze e le classi. Per dirlo con le parole di Erri De Luca: «Comunismo per noi era forza di uguaglianza e di smentita di ogni privilegio. era il nome del tempo e del campo a noi assegnato…»