Nel terzo capitolo del libro Kohèlet/Ecclesiaste si legge una sequenza di verbi all’infinito presente, disposti a coppie di opposti, come nascere e morire. Tra questi ci sono i verbi gettare pietre e raccogliere pietre, due momenti diversi che ho conosciuto.
Gettare pietre l’ho condiviso con i molti, invece raccoglierle mi è capitato dopo e da solo. Con quelle grezze, di origine vulcanica, ho costruito la casa che abito. Una sola faccia squadrata serve da esterna, le altre sono una geometria di incastri.
Raccoglievo pietre, le mettevo in opera. Era il loro secondo tempo, costruire.
Quelle da lancio erano più leggere, servivano da sbarramento più che da tiro al bersaglio. Rispondevano alle cariche con le controcariche, era una folla che non voleva sciogliersi. Il verbo è quello dei liquidi, perché così è una folla, composta da singole gocce.
In circostanze speciali, che ho conosciuto, una folla diventa solida e solidale, dunque non solubile. C’entravano le pietre che usava, togliendole da sotto i piedi, dai selciati.
Si configurava il reato di resistenza a pubblico ufficiale, adunata sediziosa (complimenti al vocabolario giuridico) e manifestazione non autorizzata. Per quella folla il diritto di manifestare non era a discrezione e a disposizione delle Questure, perciò manifestava lo stesso.
Oggi il verso di Kohelet relativo alle pietre, non trova applicazione. Non sono tempi da pietre, né da lancio né da raccolta. Oggi scorre un’epoca di sabbia, si scavalcano dune. Dentro gli orologi batte un congegno di quarzo e di silicio.
Assisto alle astensioni di ogni specie: dai cibi ai voti elettorali, alla procreazione, al lasciar correre soprusi pubblici e privati. Assisto alla dissenteria di insulti personali scritti sulla lavagna anonima degli schermetti personali, un odio artificiale, grottesco fino al ridicolo.
E però non assisto, non rinuncio a intervenire da testimone contemporaneo di un’epoca sabbiosa.
C’era uno che gridava e incitava gli abitanti del suo luogo al risveglio di coscienze, ignorato e insultato al passaggio. Un caritatevole gli chiede di smettere, tanto nessuno lo ascolta. Lui risponde che grida per non farsi convincere dal loro silenzio.
Non ho temperamento per strepitare da solo sulla pubblica via. L’ho fatto insieme ai molti, senza di loro o simili altri, non saprei.
Da un po’ di tempo ho a cuore la parola: cittadino. Lo è chi sente di stare a bordo di una nave da membro di equipaggio e non da passeggero. Lo è chi sente il debito contratto con la propria terra. Due volte qui uso il verbo sentire. Perché cittadino è chi sente.
In tempi di sabbia si smussa il verbo sentire.
Questa nota è un omaggio al tempo delle pietre.
Erri
E un pensiero di Nietzsche
Musica -gaia-
-tutto quel che è divino corre su piedi leggeri-
E che siano leggere le pietre,la terra,la vita stessa…
Carmen,un po’ di musica
Naturalmente la Carmen di Bizet .
Dopo una giornata pesante e prevedibile.
E poi viva Federico secondo,comunque,
Nonostante oggi.
Si parla di precipizio anche in una famosa parabola evangelica.Viene in soccorso in certi momenti della vita-e quel branco corse a gettarsi a precipizio dalla rupe nel lago e annego’-
Vangelo Secondo Luca
Ah certi romanzi gotici con quelle scale sinistre e
al buio..poi il precipizio
Si può, a questo tavolo lungo lungo,parlare del più e del meno o si è politicamente scorretti?
Il tempo delle pietre è di nuovo tra di noi.
Dubito che si possa fare un omaggio a questi tempi
Parla di pietre anche la più bella poesia di Paul Celan,o una delle più profetiche
NEI FIUMI a nord del futuro
Io lancio la rete che tu
esitante aggravi
con ombre scritte
da pietre.
Una bella poesia sui fiumi di Ungaretti è stata la traccia del mio compito di italiano alla maturità, lontano 1999.
Tutto torna, corsi e ricorsi, anche i fiumi che corsi lo sono per definizione.
“Ho tirato su
Le mie quattro ossa
E me ne sono andato
Come un acrobata
Sull’acqua
Questo è l’Isonzo
E qui meglio
Mi sono riconosciuto
Una docile fibra
Dell’universo”
Poi ci sono le pietre lillipuziane
ogni giorno la mia mano sinistra ne trova di nuove.
Che farne?Si sbriciolano in mano.
Provo a raccoglierle…..ma invano.
Scivolano tra le dita come punte di matita.
Le più rotonde le terrò ,le altre le gettero’.
Sul mare sulla terra marcondino dero
Sul mare sulla terra marcondinoda
…Poi ci sono le Pietre d’Inciampo. Un “inciampo” dello sguardo e dei pensieri durante una camminata in città. Le Pietre restituiscono la memoria di uomini e donne altrimenti “sommersi”.
Recita un passo del Talmud: Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome.
In ogni nuova creatura si cercano
Somiglianze per vedere in lei
Un precedente conosciuto.
Invece è meravigliosamente nuova
E sconosciuta. Ogni nuova creatura
Ha la faccia delle nuvole.
guardo meglio la foto poi decido:sì, un cuore per l’innumerabile esistere,,,,,,sempre Rilke,ma ogni parola diventa nuova sulla bocca di chi la pronuncia
Ricordo con una stretta al cuore la scena di Forrest Gump in cui Forrest e Jenny lanciano pietre contro il brutto fantasma di un passato non comune, ma condiviso per amore da una parte e affetto – ahimè fraterno – dall’altra.
“Penso che a volte non ci siano abbastanza sassi” dice lui, dopo che i sassi a disposizione sono finiti, ma non è finito il rancore.
Con le pietre si può solo costruire, e non distruggere. E il rancore è quasi sempre, forse sempre, solo distruttivo.
Viva Farinetti a Piazza pulita
Dal medioevo al duemila
Fantastico arrembaggio al presente come scrive
Raimondo
Ogni giovedì
Valeria prova ogni tanto ad ascoltare buona musica.vai subito su Rai 5 a -nessun dorma-
Ti può confortare
Se “cambi canale”, vuol dire che ti sei informato sulla legge Fiano e avrai riletto il mio post. Questo mi consola.
Il tuo motto potrebbe essere-sono un’autarchica-
Auguri
Quando una citazione, quando il sarcasmo… E quando non si coglie il secondo rischiando di rivestire qualcuno con abiti che non sono della sua misura.
Comunque grazie per avermi aiutato a dare un nome al proprietario di quella “perla” ( se mai le virgolette potessero aiutarmi a farmi capire)
Quando il contesto non aggiunge alcun elemento al fine della comprensione, nè serve ad interpretare la posizione e il peso di certe “pietre” miliari …
Cito:
“… Sono un cittadino [perciò] non mi importa niente della legge Fiano…”
Le canzoni sono tatuaggi.
A ognuno le sue.
Le mie ,quelle del cuore,non riesco e non voglio contarle.Le lascio fluire come stagioni della vita e dell’anno.
Scusate la banalità, ma a me viene in mente un epico brano dei Pink Floyd:
“We don’t need no education.
We don’t need no thought control.
No dark sarcasm in the classroom.
Teachers, leave those kids alone.
All in all you’re just a, another brick in the wall”.
Ci sono cresciuta. E’ mia almeno quanto la mia pelle.
Pensare insieme:l’unica strada feconda.Grazie a tutti
In ogni caso che la vita sia ricca di significato fino
all’ ultimo respiro per tutti
anche per quelli che non se lo meritano….e il respiro e il significato .C’è un tempo per capire….. per tutti.
Comunque-essere la bilancia- mai il giudice,se ci si riesce……e qui il discorso si fa molto molto complicato.
Essere straniero,sentirsi straniero
Penso ai tanti giovani che sono cittadini,sì ,
a bordo di una nave ,sì, ma a volte neanche come mozzi…..
Anche un buon caffè, caldo,possibilmente,è
segno di cittadinanza.
E di benvenuto a tutti quelli che arrivano sui barconi, stanchi,affamati,devastati dalle guerre…
Ero straniero…
Svegliarsi con la gentilezza è un primo segno di cittadinanza.
A volte ,anche con le carte in regola,ci si sente clandestini a bordo:è il momento di attraversare,di nuovo,la linea d’ombra.
chi ama la superficie ,anche quando è sabbiosa,ama la poesia
Il tempo delle pietre non è mai stato mio ma ,in quel subbuglio,c’ero pure io.
E’ stata un’onda lunga e una profonda traccia:neppure
la risacca l’ha strappata via del tutto.Il tempo ,gran cancellatore,semina
le sue canzoni al vento che poi ce le riporta.
Pensa al rullio che lascia la primavera quando è passata,
alla musica altra quando la festa è finita,all’abbondanza in casa piena
di sapori e mele cotogne dopo un’immersione nelle parole buone che
abbracciano la vita.Anche il passato non finisce mai, nel tempo inquietante
dei cambiamenti in atto,Neppure lui sa quel che succederà.Solo la tua anima
in attesa,saprà vedere quello che tu sei.Amo, della vita,i momenti intensi,
quelli così densi che non si sanno raccontare.Solo la poesia lo può fare
con parole distillate,disabitate che però cambiano il mio mondo.
Ciao poeta , oggi pubblichi qualcosa sulle pietre… e sulla sabbia. Hai affidato a questi due elementi la figura retorica del recente passato e del disastroso presente. ( Il futuro non compete a nessuno, ma azzardo che sarà fatto di aria).
Le pietre danno senso di solidità… Pietro era il nome del fondatore recalcitrante della Chiesa cristiana. Pietra angolare è quella utilizzata per dare solidità a una casa… ma era anche l’arma usata contro di noi per punirci di aver tradito un uomo con un altro forse un po’ meno stronzo. E’ un materiale controverso, con quello sono state costruite le prime armi e i primi utensili, le case vennero molto dopo (se non consideriamo le caverne). La sabbia invece è sempre stata infida, incerta sotto ai piedi pure se stai in riva al mare e te la stai spassando; se si alza il vento è frusta sugli occhi, scorre inesorabilmente in una silhouette di vetro per puntarti il dito addosso e contarti il tempo rimasto, è terreno faticoso e a volte letale, ed è sicuramente inutile per costruire con validità qualsiasi costruzione. Ma anche lei è materiale controverso nell’uso umano, perché sebbene sia materia fugace e fastidiosa è bella da vedere a manto di un deserto che si addormenta. …
…Dici che i tempi correnti gli somigliano, e che non sia più tempo per le pietre di esser lanciate…forse…non so. Ho ancora speranza di vederne volare alcune che buttano giù qualche fantoccio. La generazione corrente troverà le proprie da lanciare, come tutte. Io nel frattempo conservo gelosamente la mia, l’unica non lanciata e rimasta nella tasca di quattro anni fa, dopo l’occupazione veloce delle ferrovie. Dopo tutte quelle che questo Sistema ci ha gettato addosso, mi sembra un bottino di guerra equo. Rimango fedelmente simpatizzante di una frase che hai spesso riportato nei tuoi lavori: “ Costruisci la tua casa con le pietre che ti tireranno addosso”. Ecco, io ho iniziato a scegliermene una… la tengo lì, e non ho ancora deciso se farne arma come gli uomini primitivi, o casa di domani. Ciao pulcino <3
Pete Seeger,naturalmente
Canzone per la sera
Turn !Turn !Turn!
Pete Server
Da cantare in coro insieme
È tornato Ghedini
?È un facile quesito
Un po’ per ridere.
Halloween.Non poteva mancare un vero revenant.Andare a vedere per credere
-ritratto di cavaliere dell’Ordine Costantiniano-
(GENTILUOMO CON TRICORNO) di Fra Galgario.
CHI VI RICORDA
Deposito un sasso per coniugare il presente di una rinuncia. Penso alle mie figlie. È tempo che vadano.
[…] Ogni parola che ci diciamo è stata
detta mille volte
Ogni attimo che noi viviamo è stato
vissuto mille volte
Sassi che il mare ha consumato
sono le mie parole d’amore per te […]
(Mi scusi Gino Paoli)
Per ricominciare a camminare non bisogna
lasciarsi andare.A un certo punto lasciare i ricordi soli.
Chiuderli,al centro del nostro cuore,in un cassetto
con la chiave che solo noi possiamo aprire
Cittadino nel senso di citoyen vero Erri?
Sì c’è stanchezza.La sento.
Quando ci si alza stanchi al mattino
la giornata ci casca addosso tutta intera,
una spessa ragnatela poliposa.
Sì allora invidio la mosca ottusa e virtuosa
comportamento da dieci e lode.
Lei sa cosa fare-sempre la stessa cosa.
E io mi ripeto una rosa è una rosa è una rosa.
Poi però mi dico-non temere il tempo che verrà.
Tendi l’orecchio non ti deluderà .L’amarezza
che provi ora e che non conoscevi,dara’i suoi frutti
buoni,quelli che non sei riuscito a cogliere solo un attimo fa.
Sì e poi- Silvia rimembri ancor….-
Ci si dovrebbe vergognare,almeno un po’,
di certo ridicoli patetismi d’antan.
Penso io.
Qualche volta…qualche nostalgia…..piccola
Vorrei avere gli occhi dei quattordici anni
quando il mondo era la via maestra.
Non c’era alternativa,eran la’fuori il cielo la terra,
la casa il guscio vuoto dove stare solo per riposare,
nei tempi morti delle stanze sicure.
Vorrei avere ancora quella bellezza poco saggia,
poco meritata, così intatta e dorata
così nuova di non si sa che cosa.
Il tempo dell’attesa che ogni tanto rimpiango.
Il mondo era grande,la montagna incantata,
la vita dilatata nelle strade della mia immaginazione.
Eta’ di concretezza e sogni.Il sessantotto lontano ,
ma poi non è arrivato invano,qualche volta ancor lo sogno.Chissà se ognuno ha i sogni che si merita.
Che grande arbitrio la vita che gran mistero la morte
uno vale uno.
Da grillo grande novità.Ma come farà
a far passare per perle queste banalità?
IL fool di Shakespeare ha un’altra dignità,
anche il grillo di Pinocchio non è così sciocco
Ripetiamolo ancora ,senza stancarci mai_la democrazia è il peggiore dei sistemi ma porta meno guai_
la democrazia è il peggiore dei sistemi tranne tutti gli altri
Chi lo ha detto sapeva il fatto suo.(Churchill).
La storia a volte si sente sulle spalle.E’pesante.E’la strada che abbiamo dietro :chi non la conosce la subisce.La guerra di liberazione,non dobbiamo dimenticarlo,ci ha permesso
di dire -uno vale uno- e di andare a votare.Donne e uomini.UnO vale UnO.L’astensione ,per me,è un reato morale,non punibile ma ugualmente grave.E’ disconoscimento e ignoranza.
Oggi il rancore seminato dai vari capipopolo e la vulgata che ne è seguita ,mi fa paura.E’ una grossa pietra lanciata sulla democrazia,devastante.I risultati sono sotto ai nostri occhi.
Ma tu ,Erri,andrai a votare ?
Scioglilingua a lato imbarazzante imbarazzato
La vita è il racconto che facciamo quando non viviamo
O forse meglio il fraintendimento tra il vuoto e il pieno
che viviamo vivendo
Sentire è il verbo giusto del vivere!
fantastico arrembaggio al presente di un testimone e commentatore d’eccezione e, questo è l’uso della voce pubblica necessaria