Ogni estate salgo in Dolomiti per il saliscendi delle loro superfici.
Mi muovo da vallate di prati falciati, attraverso boschi di conifere, salti di torrenti, arrivo alle pareti. Tocco qualche bordo sotto il cielo, ridiscendo.
Mi accorgo che c’erano più alpinisti in giro, i molti anni fa quando mi sperimentavo scalatore.
Faccio più caso al colore verde, da quello delle erbe a quello più carico delle conifere.
I loro verdi si muovono, dondolano al vento, una danza che va dietro a una musica. I fili delle erbe, i tronchi degli alberi trasmettono il loro movimento alle radici.
Anche i miei piedi vanno a una cadenza che varia secondo l’erta del pendìo.
Il loro ritmo muove le sillabe di qualche vecchia strofa che affiora fino al fiato e la canticchio.
Il corpo è uno strumento musicale, suo metronomo è il battito del sangue.
Ogni estate rinnovo il mio passaggio sopra le superfici sulle quali non rimane traccia.





Bellissimi imagini nel tuo racconto. Sono italo argentino e amo le Dolomiti
..adoro tutti i tuoi scritti e attraverso le tue parole mi arrampico anche io!
Grazie
Solificatio!