Seguo il volo del passero e della cicogna
e so che non è un dono spalancare le ali,
ma sforzo, spesa, spinta.
Senza di loro cade.
Seguo il salto in aria dei delfini,
la loro nostalgia di un po’ di asciutto,
la voglia di conoscere il peso di se stessi
che il mare gli nasconde.
Seguo la bellezza che è superamento
di ogni cosa che schiaccia, tiene giù,
bellezza non contenta del pareggio
che riesce alla bolla di sapone.
Bellezza si solleva dalla mano di Eva,
sale e afferra il fruttosio,
zucchero vegetale della conoscenza.
Liberarsi stanca…
“Per architettura organica intendo un’architettura che si sviluppi dall’interno all’esterno” (Frank Lloyd Wright).
Caro Erri, la tua scrittura è scrittura organica.