Durante l’ultima glaciazione migrarono anche i fiori. Alcuni sono sopravvissuti salendo più in alto della quota dei ghiacci, altri migrando più a sud.
Attraversiamo un’epoca opposta, di riscaldamento. Si torna a piantare la vite in Inghilterra, a vendemmiare lungo il Tamigi. Dal Mar Rosso attraverso il Canale di Suez arrivano nel Mediterraneo pesci di mari caldi. Sulle nostre coste si pesca il barracuda.
La geografia del mondo è il terreno di viaggio delle specie viventi, che hanno nel codice naturale l’istinto del trasferimento per territori e mari.
Per aria si sono specializzate le rotte degli uccelli, che cambiano latitudine a ritmo di stagioni. Tra gli insetti la farfalla Monarca compie in massa un volo di cinquemila chilometri. Ovunque in natura è fondato il diritto di viaggio.
Da noi si è introdotta di recente la divisione tra viaggiatori mossi da necessità politiche di guerre e persecuzioni etniche e viaggiatori mossi da ragioni atmosferiche di carestie, siccità e altri sgomenti. È una distinzione arbitraria. La spinta di sopravvivenza accomuna le cause in un solo effetto. Salgono sugli stessi canotti, affrontano la stessa selezione affidata al casaccio di buona e di cattiva sorte.
La specie umana si è spostata per vari motivi, compresi quelli dell’aggressione e della sopraffazione. Si chiamano invasioni gli sconfinamenti di forze armate straniere. Nel caso di viaggiatori inermi si tratta invece di spostamenti. Definire dei singoli disarmati col nome di invasori è spaccio di moneta falsa. Il nostro vocabolario serve a difenderci dai falsari che lo distorcono per intossicare l’organismo sociale di una comunità.
Tentare di arginare migrazioni è mossa vana, sterile e contro la natura.
Erri
…ora che non c’è più la folla, appendo qui un fotogramma dei miei:
“Ti libero la fronte dai ghiaccioli
che raccogliesti traversando l’alte
nebulose; hai le penne lacerate
dai cicloni, ti desti a soprassalti.
Mezzodì: allunga nel riquadro il nespolo
l’ombra nera, s’ostina in cielo un sole
freddoloso; e l’altre ombre che scantonano
nel vicolo non sanno che sei qui.”
(Eugenio Montale)
Pink Floyd.
Naturalmente.
Wish you were here.
A tutti quelli che si sono spostati e vorremmo
Fossero qui.
E non sono pochi
Pensavo a quanto arduo sia obbedire ad un imperativo “interiore” , ancorché morale, in assenza della futura certezza che tutti i terrestri possano trasferirsi su un altro pianeta nel caso questa diventi l’unica scelta per salvarsi. Spero che schiere di testardi continuino a guardare alla terra, che ci aiutino qui a scavare altri pozzi. (Ho messo il naso negli affari di Guicciardini.)
Sono un migrante di terra, ogni giorno vivo piccoli mutamenti, che sono spostamenti dentro una comunità che cambia con me.
Tutti andiamo incontro al futuro ( che non si lascia vedere) con occhi esitanti e orecchie accecati dal fracasso di tanti.
Ma noi siamo una comunità forse pure sgangherata nel patetico vociare ma, democrazia di certo, si può chiamare.
Se è così, che fastidio ci può dare il povero che arriva dal mare o dal deserto? Certo non l’ Africa intera si può ospitare,ma,siamo sinceri, molto si può fare.
La statistica è ,alla fine, solo uno strumento della democrazia
Un esempio di diagnosi fatta sul campo, e non soltanto al telefono, che tiene anche in giusta considerazione il linguaggio non verbale del corpo.
Emigrazioni, geografia. Lei, sulla questione, Signor scrittore Erri De Luca, scrive diagnosi (cognizione e sede di una malattia, per mezzo della osservazione dei fenomeni che l’accompagnano e dall’esame della sua cagione) .
In natura ciò che ha più peso sono paradossalmente le creature piccole e con basso peso specifico.
Bella l’immagine della farfalla Monarca che dal suo microcosmo ci fornisce un immenso esempio di resistenza, cooperazione tra simili, diritti inderogabili.
Con quel nome, poi.
Le verità risiedono nei contrasti, e nei minuscoli silenziosi miracoli.
Ti abbraccerei strettissimo Erri, se solo potessi.
Carmen
E poi ,è certo,Il libro di Erri,Libro a due mani
Libro per tutti:intellettuali,sapienti,ignoranti,donne ,uomini,giovani ,vecchi…
A suo modo divertente e quasi tragico
Replica-sì
Da rileggere Auto da fe’ del grande Canetti:molti gli spunti per l’oggi.A partire dall’autismo dal sincretismo
e molto altro….per finire-parte terza: il mondo nella testa-Soltanto leggere la prima pagina ,meravigliosa per come a volte si può intendere la cultura,poi non ci si ferma più.Il professorPeter Kien….indimenticabile
Seguirà l’Umanesimo 2.0, in 3D invadendo l’osservatore per dargli la sensazione di spostarsi in avanti: l’Arte imiterà alla lettera la Natura, scorrendo l’una sull’altra, impedendo ogni arbitraria interpretazione a favore del copyright di numerose repliche, purchè non si zittisca, in tutti i sensi in cui il vocabolario consenta di significare la parola “replica”… con testimone. In fondo l’evoluzione della coscienza – o di una legge naturale – non può essere mercificata come patetica strategia difensiva.
O chiara e aspra come quella di Marlene Dietrich
Come foce e voce.Ah una limpida voce…..
Dalla sorgente (Sofè) alla foce. Sembra che il mondo si stia spostando in questa direzione.
Orrori -errori
Solo una vocale
Fondamentale
Tra gli orrori ,che pure ci sono,della natura,tra gli orrori degli uomini ,evidenti,facciamo crescere quel piccolo granello di senape evangelico.Comunque dobbiamo aver cura di lui.Poi si può credere o no,ognuno lo può fare, lo deve fare come meglio crede e può:Non spetta a noi finire l’opera ma……che nessun dorma
Caro Erri per immedesimarsi nell’altro c’è bisogno di sensibilità e la sensibilità è vista nella società moderna come una debolezza. Pasolini in un suo celebre discorso poneva l’accento sulla necessità di educare le giovani generazioni alla bellezza della sconfitta per comprenderne in pieno il valore educativo, purtroppo il mondo moderno si è mosso in altra direzione mettendo il successo individuale davanti a tutto, persino al denaro.
-la piena estate della mente,
perenne Sud dell’anima-(Dickinson)
Davvero non è facile……
È invenzione postuma di un dio che non ha mai viaggiato per incontrare la sua creatura, questa terra che ha preso coscienza di se stessa avviluppandosi tra il sorgere e il tramontare di una stella.
Ma dove le zanzare arrivano in valigia, non potremo sperare migliore destino per l’elefante o il leone se non nei graffiti ritrovati in un aula di scuola elementare, lontano da un circo. Questo succede quando i confini si spostano: che un alfabeto muoia in un sincretismo, che si prenda coscienza di sé rapportandosi con la “sorgente” a cui sempre si ritorna, confondendola con “il nuovo”.
Invece “Sofè” traduce “morire”, in questa terra di posteri.
Che diremo ai bambini che verranno?
Il bimbo all’inizio del sentiero-
attimo sospeso-nel mistero che lo avvolge-
come leggera brezza come carezza del
mondo che lo aspetta senza fretta
(a ognunoSPETTA un’ infanzia)apparente.
Nelle strade la polvere è polvere l’erba erba
e il sasso materasso della lucertola lucente.
Poi il severo apprendistato prende la rincorsa per
superare la porta di un incanto declinato.
Si perde la memoria bambina per entrare in acque
turbolente dove i giorni ci chiederanno conto delle
paure degli orrori delle omissioni delle cadute
e forse…..forse delle resurrezioni-se ci saranno.
uno spostamento che non vorrei
Spero ,però,che rimanga una provocazione,che continui a scrivere,la sua vera vocazione.
Caro Erri, mentre scorrono le tue parole, immagino quella farfalla a cui hai affidato l’incarnazione del migratore, appoggiata sulla testa ignara di un migrante più grande. Lei, inconsapevole scroccona di un viaggio casuale. L’altro, un disperato con gli occhi avanti verso un orizzonte che brama terra, salvezza, vita. Solo la condizione di viaggiante coincide, l’intenzione no. Tu dici che il migrante è disarmato, indistinguibile tra coloro che scappano. E’ innocuo testimone della disfatta del suo paese forse… ma chi guarda l’arrivo di questi barconi non vede mica il singolo… questo è uno sforzo ottico a cui le tue parole ci costringono per ridurre ad umanità una miopia egoista da conservatorismo bieco. No, chi riceve quel cumulo nero in avvicinamento nel proprio iride, vede problemi, problemi, problemi. I motivi che spingono le varie specie di vita allo spostamento non prescindono certo dal sacrificio del luogo che li accoglie, per il caso che lo ha voluto approdo salvifico. Scevri dal voler essere ottusi quindi ( spesso hanno accusato anche me di voler per forza portare alle mie conclusioni certi ragionamenti sull’immigrazione), partecipo con accorata convinzione alle tue posizioni, pur non condannando le preoccupazioni umane di chi suo malgrado deve affrontare un esodo enorme, purché siano tali e non spinte da razzismi faziosi. La natura ha le proprie regole, e in qualche modo s’è sempre trasformata, salvandosi molto spesso. Dici che gli uomini dovrebbero adottare la stessa fantasia… me lo auguro. Ma la storia dell’uomo è distruttiva, non credo alla sua superiorità ne tanto meno alla sua saggezza. Non esiste, in questi casi, il diritto di viaggio tra gli uomini se non nella misura dell’accoglienza al punto di arrivo, ma a quel punto è l’arrivo a determinare un diritto: quello di vivere. Chi sopravvive alla diaspora e alla selezione , quella si (purtroppo): naturale! Alle traversate di speranza… quello sì. Sarà insieme seme, bruco, farfalla, e il vento che lo porta a testimonianza della sua vita riscattata. Chiedo al mio popolo di sopportare assieme a loro un’era devastata dalla paura. Non è facile… lo sappiamo. Tvb <3
Bello e generoso e ironico il gesto di un grande scrittore,Roberto Saviano,per sparigliare da allegro viaggiatore,i giochi consumati e stanchi nello stormo dei cinque stelle
Solo UNO è stato pienamente umano e noi,spesso, senza neppure rendercene conto,cerchiamo le sue tracce.
noi non siamo solo natura.
e quando sentiremo _nostri_
le paure e i bisogni degli altri,
solo allora,
diventeremo pienamente
razza umana.
Oggi siamo un tentativo,
più o meno riuscito.
quanto è vero. La nostra supposta “superiorità” intellettuale rispetto alle altre specie ci ha portato a questo. Prima razzisti con le altre forme di vita come gli animali e le piante e dopo non bastandoci più razzisti verso altri uomini. Se non accettiamo che ogni vita sia degna di essere vissuta, troveremo sempre uno meno degno di noi e domani uno che si reputerà più degno di noi.