Nelle passeggiate sulla spiaggia libera incontro un paio di pescatori coetanei che pescano da riva con la canna. Ci scambiamo qualche parola, imparo da loro le abitudini di alcuni pesci.
In questo periodo aspettano le orate che si avvicinano nelle ore più calde.
Mi sono ricordato dei pescatori d’Ischia, di una loro sommessa impertinenza.
Andavano a messa la domenica con l’abito migliore, una camicia bianca e un pantalone blu stanco anche da stirato.
A quel tempo la funzione si svolgeva in latino. Ripetevano con approssimazione sillabe che non capivano. Ma una parola sì, la capivano e ci facevano attenzione.
Verso la fine della messa il prete rivolto alla platea diceva: “Orate fratres “.
Per i pescatori era un augurio rivolto a loro di una buona pesca di orate, pesce pregiato.
Dove l’impertinenza? Che tra loro bisbigliavano: “E pure qualche spigola”.
Facevano finta di non sapere che “orate” significa “pregate”?
Non posso più saperlo.
Semplicemente credo che il nome di quel pesce spuntato in mezzo al latino del prete li autorizzava a un commento adeguato.