Un anno fa nel primo viaggio in Ucraina facevo la conoscenza di Giacinto.
Un anno dopo ci ritroviamo per la decima volta sulle strade sconnesse di un paese trascinato in guerra.
Abbiamo scaricato il furgone in un ospizio per anziani e poi in un orfanotrofio disperso tra i monti Carpazi.
Due luoghi lontani tra loro anche per età dei residenti. Entrambi non hanno nessuno al mondo, altrimenti ci starebbero insieme. Anche accanto a loro non riesco a immaginare cosa significhi non avere nessuno e essere nessuno per il mondo.
Non è stato poi così freddo il viaggio in inverno. Da imbacuccato mi sentivo goffo tra quanti reggevano la temperatura alla leggera.
Giacinto ha messo un suo giaccone rosso addosso a un ragazzo, disabile secondo la nostra approssimata definizione, ospite dell’orfanotrofio.
Prima di indossarlo lo ha abbracciato.
In questa foto spicca come un papavero di primavera.
Visto che andiamo in Ucraina da un anno ci viene chiesto qualche volta di riferire l’esperienza.
Ma noi della guerra non sappiamo parlare.
Finché prosegue proseguiamo.
Quando smetterà parleremo d’altro.
Erri Deluca: , tu ha parole di umanità e speranza. (Nella strada per Mykolaiv ho incontrato una persona speciale, …grazie .)
Siete due persone stupende e nobili.
La vita vi ha uniti nell’umanità.
Infaticabili ed esemplari nel sensibilizzarci tutti.
Di Cuore, Antonio Scuglia da Caserta
Belle persone!! Ne esistono ancora! Grazie per tutto quello che state facendo. Complimenti. Un caro saluto.
Sapere che al mondo ci sono persone come te, come voi, riscalda il cuore. E fa sentire un po’ meno disperati.
Vi abbraccio.
Siete due persone stupende e nobili.
La vita vi ha uniti nell’umanità.
Infaticabili ed esemplari nel sensibilizzarci tutti.
Di Cuore, Antonio Scuglia da Caserta