Anche quest’anno la nostra piccola fondazione è riuscita a consegnare dieci contributi agli studi a studenti universitari immigrati.
Venuti a Napoli da varie parti del mondo anche quest’anno hanno ricevuto il nostro incoraggiamento a proseguire.
La Comunità di Sant’Egidio li ha accolti: Napoli per loro era tappa di un viaggio senza destinazione certa e senza biglietto di ritorno. Sono queste per me le condizioni che definiscono la parola viaggio. L’altro modo, di tipo turistico o di lavoro, preferisco chiamarlo spostamento.
A Napoli la loro tappa si è trasformata in arrivo. L’Università Federico II ha sostenuto e sostiene i loro corsi di laurea.
La foto che li schiera davanti all’obbiettivo non può tenere conto dello sfondo dietro ognuno di loro, lo strappo alle spalle che li ha scaraventati lontano. Guardano innanzi, sorridono, ringraziano, mentre restano scuciti alle spalle i punti di sutura delle lacerazioni.
Uno di loro è potuto tornare in visita nella sua patria in Africa dopo sei anni.
Una di loro è tornata dopo altrettanto tempo in India dove nel suo villaggio aiuta una scuola con una parte del contributo della fondazione.
Tutti fanno opera di volontario aiuto ai nuovi arrivi presso la Comunità di Sant’Egidio.
Rivolgendomi a loro il 3 novembre ho nominato l’economia del gratis, del mutuo sostegno, il cui prodotto interno lordo è l’incalcolabile fraternità umana.
Foto di Daniela Ciaramella