Faccio una breve ricerca sulle origini del compleanno, che rende memorabile l’anniversario di ognuno. Pare che dipenda dall’antica tradizione dell’oroscopo che necessita del giorno e dell’ora di nascita. Una volta era riservato ai re, poi si è diffuso. Nei paraggi del mio compleanno, rimugino pensieri. Di quell’ora nessuno esiste più. Aiutarono lei sfinita dagli sforzi di espulsione. Tagliarono il cordone e mi fissarono un nodo all’ombelico. Mi lavarono dalla placenta e dal sangue. Di quell’ora febbrile nessuno è rimasto. Sono il solo a sapere che nacqui. Dopo la morte di mamma questo vago pensiero si presenta in ogni compleanno. Nell’occasione ricordo di essere stato bambino. L’infanzia è una giostra che non smette di girare e porta un solo passeggero. Mamma chiedeva il giorno prima cosa preferivo mangiare. Era un pasticcino con la crema e le fragole sopra. Buffo sentirsi importante per un giorno, apparenza di lieta presa in giro. Si era creditori, si riscuoteva un regalo. Una poesia in napoletano di Rocco Galdieri consiste in un breve dialogo tra un vecchio e uno che gli chiede l’età. Allora lui si mette a far dei conti: “Eccuce ccà, so’ nnato ‘o mille..” L’altro si stupisce che dovesse fare dei calcoli. Il vecchio aveva smesso di sommarli e risponde: “Mmece (invece) ‘e sape’ quant’aggio campato vulesse sape’ quant’aggia campa’“. Come ci si sente alla mia età: è la gentile domanda di chi vuole informarsi. Risposta è che si sta dove il bosco risalito si dirada, si aprono radure e c’è più luce. |
Buon compleanno con i primi versi della mia poesia “Menestrello”
Non tengo più diari dove come le signore
scrivevo di chimere scambiate per amore
Rimangono le agende dove di gennaio
tocca rifare sempre il conto d’anni
che stanno male addosso e poi vanno
come se non fossero mai stati miei
lasciando di riporto il solito biglietto
di questo vecchio treno
che mi porta nel presente
in mezzo a tanta gente…
AUGURI
La solitudine del camminare attraverso gli anni è una solitudine abitata che tu ci sai donare generosamente attraverso i tuoi scritti. Sono infinitamente grata a te non solo ma anche a chi ti ha donato Vita, spirito, carattere, una meravigliosa alchimia di cui godiamo i frutti. Egoisticamente ti auguro un lungo cammino per abbeverarmi ancora alla tua fonte luminosa.
Di quell’ora esisti tu solo e posso immaginare il vuoto.
Però il tuo compleanno è ancora un regalo. Per me che leggo le tue pagine con riconoscenza, festeggiare l’anniversario della tua nascita è motivo di grata felicità.
Benedetto quel giorno di maggio del 1950. Non sei mica rimasto l’unico a sapere: il tuo essere al mondo è un dono ogni giorno, e non solo quel giorno, per tanti che come me ne serbano consapevole gratitudine.
La tua luce arriva fin qui, perchè la tua bella anima – pur essendo così meravigliosamente densa – non proietta ombre.
C’è più luce…”Difendimi dalle forze contrarie la notte nel sonno quando non sono cosciente,quando il mio percorso si fa incerto…” e c’è l’ombra…L’Ombra della Luce…GRAZIE Erri,Grazie Franco…
Vale sempre la pena di affrontare la salita per potersi affacciare a quel bosco che si dirada e che permette di vedere dall’alto, con un punto di vista privilegiato. Grazie!, perché lei descrive cosa si vede da lassù anche a chi, salendo, ogni tanto si stanca e quindi dubita, per la poca luce e la fatica