La normale occasione di urne aperte a una consultazione popolare è diventata petulante e scimmiotta il finimondo, una data spartiacque tra versanti opposti. Ma il governo resterà dov’è ora, tronfio o ammaccato e il risultato del referendum resterà disatteso e aggirato, com’è tradizione da noi, se sgradito all’esecutivo.
La rappresentazione vuole che ci siano da una parte i promotori di riforme, dall’altra i frenatori del convoglio. Di mezzo c’è la Carta Costituzionale che aspetta di sapere se sarà trasformata. Il verbo più preciso è appunto trasformare e non riformare.
Quel testo è la nostra dichiarazione dei diritti dell’uomo italiano e anche l’ordinamento che ne dispone l’applicazione. Si intende trasformarla in altro, secondo il fabbisogno delle democrazie moderne che puntano a ridurre il démos a suddito, aumentando la crazìa, il potere, su di esso.
Da noi è in carica per la terza volta in una legislatura un terzo governo non uscito dalle urne, ma dal cappello a cilindro di un ex presidente giocoliere, manovratore di maggioranze accorpate da impreviste convenienze.
Per mettere mano a modifiche della Costituzione si dovrebbe aspettare il prossimo rinnovo del Parlamento e un prossimo governo che affermi nel suo programma elettorale di volerla cambiare. Allora avrebbe titolo, mentre questo in carica: no.
Il riformismo un tempo aveva una tradizione e un progetto ideale. Opponeva alle rivoluzioni del 1900 una via diversa per raggiungere traguardi di uguaglianza. I riformisti sapevano fare le riforme.
Oggi la utile e ben intenzionata riforma della pubblica amministrazione è stata appena cancellata dalla Corte Costituzionale. Evidentemente era male impostata. Se ne ricava che oggi i riformisti non sanno scrivere le riforme. Se ne ricava che questo governo in carica non ha titolo per usare la parola riforma per le trasformazioni della Carta Costituzionale.
Erri De Luca
per Valeria e Amedeo….una canzone
che bella solitudine…che bella compagnia
anime salve
un abbraccio
caro amedeo dare una forma appena decente a quel che si vuol dire mi sembra
solo un modo gentile e rispettoso di rivolgersi e volgersi verso l’altro.Più di un bel gesto…c’è molta tenerezza nel voler farsi capire.Perché( appunto) di questo
si tratta.Almeno nel mio caso.
ah Nina come sei banale stasera…
…
è ovviamente un invito al viaggio
sai dire addio ai giorni felici,canta Battiato…..
Dice: – ma perché parli così ?
Dico: – perché non c’è niente di giusto. Ė se la sai raccontare che la gente ci crede.
– Vuoi dire a prescindere dal vero e dal giusto ?
– Già!
– Sempre più come.
– E sempre meno perché !
Più chiaro di così
chi parla
cosa dice
quando dice
perchè dice
come lo dice
a chi lo dice
poi chi è in grado di ascoltare e di capire,pare che ci sia ancora molta strada da fare,amedeo
Esattamente Nina, é così. É un dire il mio con tutti i limiti di comprensione che tu poni. In confidenza ho scritto di impeto. Perché ne ho sentito l’urgenza e ho sbagliato. Però, non notii anche tu quanto il dire, in genere, sia governato dalla preoccupazione di come dire piuttosto che perché dire? Voglio dire (scusa il gioco dei dire) non siamo forse preoccupati di fare bella figura a prescindere?
Tutti gli uomini sono mortali.
Socrate è un uomo.
Allora Socrate è mortale.
Ma, in confidenza, non ne vedo molti di uomini che si possano chiamare Socrate senza doverlo dimostrare. Ancora oggi Socrate ci direbbe: “sii saggio ma non farlo mai sapere a nessuno”… e ancora oggi ne rimarrebbe sempre uno.
acuta come sempre
forse (è un azzardo?)
fare un brindisi?
A chiosa di tutte le liriche di questo blob, e conscia di essere in silenzio preelettorale, penso a come sarebbe stato semplice nonché efficiente per la riduzione della spesa pubblica un tale quesito referendario:
“Volete voi dimezzare il numero dei membri del Senato, nonché quello della camera dei deputati?”.
100 per cento di affluenza alle urne, un plebiscito! Unici NO quelli dei diretti interessati.
Buona votazione a tutti.
la vita è un ping -pong ping -pong ping
che bella l’ infanzia che pur fugge
tuttavia….
anche la maturità a volte non è male…
Torniamo sul tema!
Sino ad oggi il sistema delle “garanzie” é stato rispettato, con confusione, con troppi governi e troppe elezioni che solo una volta, mi pare, hanno raggiunto il termine naturale della legislatura ma in fondo era il popolo a decidere. Con questa belin di riforma, giova, bisognerà condividere la falsità, abolire la morale, esporre il Vaticano e … Prima o poi, se un paese in Europa crollerà per primo saremo noi. Certo può accadere anche se vince il no ma in quel caso potremo dire qualcuno ci ha fatto lo sgambetti. Se vince il si e cadiamo saremmo stati complici dei nostri stessi aguzzini. Poco fa Travaglio e non i costituzionalisti di una parte o dell’altra mi ha confermato qualcosa che stentavo a credere: che quelli che andranno a farei senatori li elegge il consiglio regionale non gli elettori. Per chi deve andare a Roma si metteranno d’accordo tra loro, e tu mi vieni a dire io amo come se l’amore, e tu mi vieni a dire io soffro come se il doloreeee … Capire cosa c’è dietro al doloreeee saperlo motivare e ragionareee allora quel dolore é la mia rabbia di fronte a circostanze sempre più allarmanti, la rabbia di uno la rabbia di tantiiii .
Dove c’è pericolo cresce anche ciò che salva.
Meditavo sulla geopolitica…
Uno dice “bufala!” all’uno che è alla sua destra: questo proietta e non trattiene che alla sua destra c’è una bufala. Chi la racconta, all’asino e al mulo che, se almeno uno di loro non riflette sull’altro, tutti potremo vedere almeno una, di bufala? Spero abbia espresso un dubbio pecoreccio senza offendere nessuno.
alla fine non è stato un inutile parlare.La Costituzione,più viva che mai,è entrata nelle case di tutti e cammina con noi.E coi nostri cambiamenti.Qualunque sarà l’esito non ci mancherà
la terra sotto i piedi.E il cielo sopra la testa.
Non così ad Aleppo
Gentile Nina e gentile Valeria,
leggo sempre i post di Erri perché ho bisogno della sua poesia. Mi sono indispensabili per rimanere aggrappata alla mia umanità.
Mi capita a volte di leggere i commenti. Nei vostri ritrovo un eccesso di ostentazione che è quanto più lontano possa esistere dallo spirito di questo blog. Ed è un’escalation.
Peccato.
sono d’accordo
l’eccesso di ostentazione fa venire le coliche
ma non mi sembra il nostro caso.
puoi saltare i nostri commenti se ti turbano così tanto….
capisco che la curiosità ……..e lo spirito del gioco…..
Non si preoccupi, né coliche né turbamenti.
Solo un po’ di tristezza a veder macchiato di personalismi questo blog così bello.
Come suggerisce lei, è sufficiente non leggere più.
Trasformare forse è inappropriato,ma alcune tue parole la magia la fanno, leggerti me ne fa incontrare una su tutte.Dignita’.
Mi ispira, il desueto refrain: ” lassaaaaatem… Teniiiiitem…”
?
questo spazio è troppo autoritario
Valeria
sappi che vengo cancellata
in modo del tutto arbitrario
un abbraccio a te e alla tua saggezza
contadina
sto ascoltando i Beatles vita pura
da borderline autentica
È l’unico caso clinico che non sbuca soltanto in campagna elettorale. Con rispetto parlando per tutti gli offline.
Pochi giorni ancora e poi potremo svelare il segreto, per venderlo e ricavarci qualcosa, del “buon-vivere” in una “accozzaglia”: basti per ora la prova provata che, se di democrazia si tratta, torna tutto… E’ come sputare contro vento, dico nella presunzione di riuscire a farmi capire utilizzando una metafora suggerita dalla pancia (mai sottovalutarla per sopravvalutare troppo la testa! Si rischierebbe di scrivere qualcosa per sottintenderne un’altra, come capita anche a chi non ha mai avuto fame e anche per questo non può vantare la guida di una rivoluzione, nè pretendere di riuscire ad imporre regole condivise. Sia dalla testa che dalla pancia. Niente abbiamo imparato dal Bunraku Statunitense, che metteva in scena burattini e burattinai per permettere alle “forze nascoste” di uscire allo scoperto, ed evitare, così, che determinassero il destino. Ma non c’è manipolazione delle coscienze se l’arma è quella del voto. Basta che il contadino non lo sappia: che è vietato sperare che qualcuno si ricordi che è ancora la terra a produrre qualcosa che interessi ancora alla pancia! Scusate la implicita rivoluzione del senso.)
Caro amore mio, quanto hanno stancato!
Non è più possibile sostenere altre parole. Arrivati alla fatidica data del 4 dicembre penso di non poterne più (come tutti) della valanga di schermaglie inutili dei pro e dei contro; questa non è democrazia: è attentato alla salute mentale pubblica. Scrivesti in ‘Pianoterra’ :”Ci fu un tempo in cui il politico era definito: la contraffazione diabolica del santo. Fu l’apice di quella carriera, fu qualche secolo fa. Ora è l’incarnazione della marionetta. … Marionetta e politico hanno un lato solo, quello rivolto alla sala. Non possiedono il retro, sottofondo che rende la nostra specie duttile, svariata. Non sono persone, ma personaggi.” … E ancora poche righe prima: “ C’è l’autorevole in sciarpa, lo scarmigliato che per la concitazione sputazza…. Tutti vogliono con compiacere il pubblico, riscuotere l’applauso. E’ la democrazia allo stato sonoro: il popolo siede in platea… ‘La gente è stufa, la gente non ne può più’.“ (Mi fermo con difficoltà nella citazione).
A parte il fatto che, converrai con me: a questa schiera di buffoni aggiungerei tutti i giornalisti che gli han tenuto mano in questi anni… la peggior casta di leccapiedi mai registrata altrove.
Ma poi guardo la data di uscita di ‘Pianoterra’ … 1995, e penso: Minchia! Ci stanno facendo la supercazzola da vent’anni, Erri. E forse anche da prima.
Io non mi stupisco dei tentativi di ridurci a sudditi di questi straccivendoli incravattati e acefali, Prima o poi ci provano tutti i governi a trasformarsi in dittature, eletti o non eletti, è la tentazione massima, la modifica della Costituzione è solo una maniera delle tante. A tal proposito, sul discorso dei governi non eletti: sui primi due governi tecnici non saprei, ma su come era stato accolto Renzi nel 2014, l’alibi di non averlo eletto regge poco purtroppo. Sappiamo benissimo che avrebbe vinto se fossimo andati alle elezioni; aveva fregato tutti, come Berlusconi nel 1994, salvo poi svegliarsi il giorno dopo e… Rimane un ‘non eletto’, ma solo per comoda coincidenza . Questo non ci assolve da non averlo ancora buttato fuori. E per l’appunto, mi rammarico della mancanza di giusta reazione del mio popolo. C’è un ripiegamento avvilito da fame e perdita di fiducia al quale han lavorato i sé dicenti difensori della crazìa di questo Paese che, diciamolo: finora ha funzionato. E’ vero che non ne possiamo più, il punto è… e allora? Cosa facciamo noi per far fronte ( e la parola fronte presuppone necessariamente lo stato di guerra) a questo rovesciamento di competenze? Ci vogliono portare sulla china di una guerra dichiarata al quale possiamo davvero solo rispondere con una matita in mano? O spegnendo le tv e le radio per non farci violentare le orecchie dalle solite stronzate? Cosa deve fare un italiano davanti a questa aggressione ( a parte far saltare in aria una caserma a Bologna… segnali di ripresa ragionata? Mah…vagheggio)? … ( Uè, non mi rispondere 😀 su questo! )
Però, ancora… ‘il superamento del bicameralismo perfetto’, ‘il cambiamento’, ‘taglio dei costi della politica’, ritornano le frasi fatte, ipnotiche. Mi sembra tutto talmente ridicolo, come il ‘facimm a muina’ degli antichi marinai napoletani. Ripetute così ‘ste frasette, in modo meccanico a mitraglia, col l’ausilio dei leccapiedi-megafoni di cui sopra… mi sembrano l’eco chiassoso del fuoco di distrazione per andare ad attaccare il vero obbiettivo, come nelle tecniche di guerriglia. Obbiettivo che ovviamente conosceremo al termine di questa tarantella mal ballata… chissà di cosa si tratta stavolta. Se pecco di dietrologia è solo per istinto esperto: miro alla protezione del fondo schiena che è di solito il vero obbiettivo dei nostri politicanti. Temo che dentro la ricetta della variazione Costituzionale (che è già da sé temibile), scritta in piccolo ci sia la solita prescrizione di una supposta di dimensioni preoccupanti. E ora mi taccio, ché sto scivolando in metafore inadeguate… poi, come al solito scrivo troppo. Scusa.
Vado a votare no perché costretta ad arginare come posso una stronzata galattica. Siamo chiamati a riparare noi agli errori voluti di questa classe politica… va bene, lo facciamo, lo faccio anch’io. Ma francamente, se loro sono stanchi della nostra democrazia, da volerla stravolgere così, noi siamo stanchi della loro che mette mano solo per convenienza; e il NO ( che diventa definitivo nel mio caso), auspico giri prestissimo a loro il problema di guardarsi le spalle da cure improvvise di popolo.
Ciao <3, Tappino.
finalmente una risata liberatoria
che mi ricorda una vecchia storia
c’era una volta un re seduto sul sofa
che disse alla sua serva…e la serva cominciò….
in fondo senza serva non c’è
conserva ….
tappino torinese il mio è un sì
senza pretese
Non servo ma conservo
e mentre ascolto misery
sono sempre lì
al mio convinto sì.
ma tu mi piaci assai
tappino quasi divino.
Se ti viene da ridere per quel che ho scritto credo tu debba cambiare pusher. O partito. Ca staga bìn ne?
poi mentre twist ..
shout
naturalmente io voto sì.
alla prossima settimana ,comunque,il sole ect.ecc.
naturalmente io voto SI
se non ora quando?
naturalmente si era già capito.
Grazie a Erri De Luca, che è sempre stato per me, un grande punto di riferimento.
Condivido!
È falso che la riforma costituzionale non cambi la forma di governo. È vero che il testo non ne parla, ma il trucco è proprio qui. La trasformazione, non la riforma, come con giustizia di intenti ci dice Erri De Luca, risulta da un disegno complessivo il cui perno non è la riforma costituzionale ma verticalizzare il potere e gestirlo senza ostacoli e limiti.
La speranza dei trasformatori dice oggi a me e domani a te no?
Siamo di fronte a un doppio inganno (o doppia «furbata»): il primo sta nel modificare la forma di governo in modo indiretto (e meno appariscente) con legge ordinaria, la legge elettorale e il suo bel «premio», perno di tutto. Il secondo inganno sta nell’apparente rispetto della condizione richiesta dalla Corte costituzionale per l’attribuzione del premio, l’indicazione di una «soglia». Ma la soglia del 40 per cento prevista dall’Italicum è del tutto fittizia, è apparenza senza verità (tremendo), scritta per non mostrare in modo vistoso il contrasto con la sentenza 1/2014. Il 40 per cento in realtà non interessa a nessuno, è un semplice schermo; se non lo si raggiunge, interviene infatti il ballottaggio per il quale nessuna soglia è richiesta. Il trucco è qui, attraverso il ballottaggio il legislatore ha aggirato la sentenza costituzionale: le due liste più votate partecipano qualunque percentuale abbiano ottenuto al primo turno. Così, anche conseguendo un risultato modesto (il 20 per cento o meno) chi vince piglia tutto, e una minoranza esigua, grazie al premio, può dominare il sistema intero: parlamento, governo, istituzioni di garanzia. Questo fare, decenni addietro, fu tentato e prese il nome di legge truffa.
Ma Perché? Perché oggi si ragiona su questa riforma come se il passato fosse estinto? Perchè si confida sulla delusione che la politica, il malaffare, la corruzione, il voto di scambio, l’intrigo hanno generato negli Italiani da decenni. si confida su chi non va a votare.
Eppure dove c’è pericolo cresce anche ciò che salva.
Quelli che furono giovani il 17 febbraio 1992 e quelli dopo sanno dei violentatori delle coscienze, dei parlatori dei fatti senza i fatti prima parlati. Lo sanno che il concetto di “valore” è un evento estetico soltanto e quando e dove non lo è: è manipolazione. Ci guardano con una consapevolezza che noi non sappiamo. Gli chiedi: vai a votare? Molti di loro ti rispondono: se andassi a votare non sarei io.
Gli altri, noi che voteremo, ci spingeremo alla fine, perché il nostro mondo verrà e
verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
disperato erotico stomp.
sembra che nessuno ricordi_Banana Republic_ sono passati anni è vero
ma i giovani del 92 e ancora oggi ,i giovani di oggi,almeno molti di loro,
ancora conoscono e cantano l’anno che verrà……non credo sia solo una minoranza di felici pochi.O forse a una certa età si preferisce la monotonia
banalizzata ,perchè tolta dal contesto,del niente di nuovo sotto il sole?
E poi cosa significa:se andassi a votare non sarei io?E fare domande, ,approfondire un po’,distinguere……….forse sarebbe il caso.
Ma erri andrà a votare?boh
E tu Amedeo cosa farai?
Amedeo non so, Erri andrà a votare. E per favore mettigli la maiuscola!
ambra.
Ci sono parole e ci sono vocaboli . se metti in relazione “dove c’è pericolo cresce anche ciò che salva” con ” se andassi a votare non sarei io ” capisci cosa voglio dire . Altrimenti non so ma questo giorno c’anco tardi a venir non ti sia grave. O Nina cara. E , sinceramente disperato erotico stomp banana repablicizza il senso della vita: non sempre il pensiero della parola sta nei vocaboli di due canzoni. Poi, cosa fsrò io? L’ho scritto, andrò a votare, e voterò no. Ma credimi, chi vota no, chi vota si é vecchio anche se ha vent’anni é suddito anche se non lo crede. Perché anche credere é un peccato … Per dirla alla Blaise Pascal maniera.
[…]
Ho tanta fede che mi brucia; certo
chi mi vedrà dirà è un uomo di cenere
senz’accorgersi ch’era una rinascita.
(E. M.)
Ho tanta fede
che mi brucia
certo chi mi vedrà dirà è un uomo di cenere
senza accorgersi che era una rinascita.
(dove c’è pericolo cresce anche ciò che salva)
Ho sentito forte il bisogno di leggere ancora il tuo pensiero. Ho letto tutti i tuoi libri e sei per me riferimento. Ti ringrazio.
Ok. Nulla da aggiungere. Approvazione totale.
in attesa di moderazione,come sempre
in questo spazio,dedico a erri ,ancora una volta,il meraviglioso sonetto di Rilke
-ama il cambiamento….- e non solo questo…alla fine tutti possiamo dire
io scorro…
io sono..
faticosa è la metamorfosi….sempre
E’ vero, un tempo si sapevano fare le riforme, e si sapevano fare anche le rivoluzioni, con tutto quello che poi si son portate appresso. E, ancora, e senza nostalgia, un tempo c’erano anche i signori della parola. Oggi la parola, se si pronuncia, poichè pesa, dà fastidio, induce a pensare, e allora è meglio la chiacchiera, si fa presto, si governano le cose e gli uomini. Bene Erri !
Bene Erri
Il “bello” è che ci accapigliamo pure tra di noi nel discuterne !
Se non esiste più il dialogo bisogna reinventarlo. BACI a Erri
Ci accapigliamo tra di noi ? No Dry credo che in vece ci chiediamo
per una volta,questa,dalla parte
di Sainte-Beuve contro Proust.
Ogni scrittore è naturalmente
figlio della sua storia
ogni scrittore è doverosamente
un cittadino in questo caso,il tuo,
che conosce bene anche il latino.
e chi meglio di te,erri,può dire
a parte che tra il dire e il fare
c’è di mezzo il mare
filastrocca stupida assai
per tempi pieni di guai
Tutto torna nei tuoi ragionamenti non urlati ,,,,Grazie Erri
…….erri for president……..
più chiaro di così, grande Erri
ah…..grande erri..
quando un ‘intelligenza ironicattiva genera un’amara (voluta?)irritante, antipatia!!!!!!