A ognuno il suo: il diritto romano usa questa espressione per indicare lo ius/il diritto, e la iustitia/giustizia che spettano a ognuno.
La civiltà romana si è fondata su una giustizia condivisa, all’interno della quale i cittadini fanno parte di un ambiens/ambiente, ciò che circonda. Si sta dentro un perimetro civile di condiviso diritto. Quando questo vincolo si allenta, ognuno si ritrova in crisi di tutela.
Oggi si attraversa un tempo di mezzo tra: a ognuno il suo, e a nessuno il suo.
Si avverte più acuta la sindrome del confine violato. Non quello geografico, ma quello che circonda l’ambito dei diritti di ognuno. La propria iscrizione al registro dei cittadini perde valore, ci si sente spinti fuori margine. Con più aspra sensibilità si percepisce l’intruso che si presenta sul bordo sfrangiato del diritto.
I profughi sono titolari di tutele garantite dalla Convenzione di Ginevra. Già solo per questo sono percepiti come concorrenti, da chi si sente alla periferia delle tutele. Un governo italiano di oggi non firmerebbe quella Convenzione. Quelli attuali non sono abbastanza spudorati da recedere e allora ignorano e negano di fatto l’applicazione.
Non c’entra la concorrenza per il lavoro, è palese che non tolgono impiego i braccianti a orario massacrante e salario irrisorio o le badanti a tempo pieno di un popolo di vecchi.
Non c’entra la geografia dei confini: è palese che la gran parte degli arrivi prosegue oltre le Alpi. Inoltre i nuovi residenti non riducono il saldo passivo degli italiani trasferiti all’estero.
C’entra l’area nebbiosa del diritto che ha smesso di attribuire a ognuno il suo e che percepisce il profugo come un privilegiato, perché sotto tutela pubblica.
E allora? Due seguiti possibili: l’aggravarsi delle ostilità di ognuno contro il proprio simile o l’opposto, la crescita della fraternità tra chi sta brancolando.
L’ostilità rende l’aria pubblica asfissiante, come se nella composizione chimica fosse aumentato l’azoto, che alla lettera vuol dire senza vita.
La fraternità immette ossigeno dal basso e rende l’aria pubblica più respirabile e igienica. Un nuovo patto orizzontale tra cittadini, una nuova alleanza in nome dell’ossigeno dovrà stabilire un’area e un ambiente comune dei diritti.
L’azoto dei razzismi tornerà a essere sterco e concime della storia.
” E’ un’arida stagione bianca…ma le stagioni sono fatte per passare.”
Caro poeta, questo è uno di quei pezzi che i giornalisti t’invidieranno di più, in poche parole lapidarie c’è il sunto di un discorso politico-sociale che sbaraglia tutte le sbrodolate leccapiedi o presunte tali, troppo spesso superflue, che infestano i media. Ignoro quindi paragoni editoriali senza rimorsi e mi soffermo sulla tua frase (ritengo io) più esaustiva, più bella : “Si avverte più acuta la sindrome del confine violato”. Chissà se anche a te è scappato da ridere nel rileggerla, come a me, la parola ‘confine’. Citi la Roma antica, casualmente mio recente corso di studi. Be’, scopro che la fondazione voleva nel ‘pomerio’ la traccia tradizionale del confine della città di Roma, oltre il quale il primo re (Romolo) destinava una condizione di barbarie, di gente senza legge ne’ pace. All’interno delle mura cittadine non era consentito per legge introdurre esercito o armi, doveva regnare la pax e la parola. Nei secoli la parola ‘confine’ ha assunto caratteristiche brutali, mobili, sacre e romantiche e totalitarie… Oggi, con l’UE che vuoi o no tende a diluire il concetto di luogo all’interno del quale un popolo si riconosce, ecco che torna la prepotenza del significato di identificazione distorta dell’ ‘IO così e tu no’. Si è spinto, negli ultimi anni volutamente, il concetto nazionale da perimetro di Paese a pretesa di un tracciato di individualità personale, dove chi non risponde a caratteristiche presunte di accettabilità è indicato, da masserizie approssimate di politicanti (italiane ed europee in buona compagnia), come invasore della sacralità personale di sedicenti ‘aventi diritto alla nazionalità’. …
…. Il megafono dell’informazione lecchina e l’etere spruzzato di flatulenze che infettano cervelli stanchi e pronti all’ignoranza fa il resto, e oggi il ‘pomerio’ è (secondo loro) una linea fluorescente e mobile tracciata attorno ai piedi ogni cittadino europeo, il quale si ritiene più usurpato dal migrante bisognoso che dai governi (volontariamente scelti) che l’han reso povero e indigente con leggi sbagliate. Scomodando ancora gli antichi romani (visto che ad alcuni nella storia recente è venuto in mente di evocarli… male), i nostri politicanti dovrebbero sapere che questi, quando conquistavano le province, sottomettevano con diversa pressione i popoli a seconda della loro evoluzione, ma alla fin fine li integravano tutti, capendo la ricchezza apportata da ognuno (famoso è il discorso di Claudio per l’ammissione di senatori delle province esterne alla Capitale.) Mi chiedo cosa sappiano di storia questi saltimbanco europei, se non sanno neanche farne tesoro delle esperienze politiche funzionanti.
L’isolamento dell’individuo rispetto al mondo, la Storia ci insegna almeno questo: non ha mai funzionato…:-) e sono in accordo con le tue conclusioni. Lasciami sperare però che si arrivi subito all’esperienza di accoglienza pacifica (per quanto difficile per molti versi…), saltando l’inutile “ ostilità di ognuno contro il proprio simile”, robetta che abbiamo già testato per poi mischiarci comunque, con la pazienza evolutiva che la mescola di ogni elemento vitale richiede sempre.
Un bacione enorme al mio poeta <3
Sono d’accordo con Erri
poi respiro leggendo su http://www.democratica.com Ivan Scalfarotto e Marco di Maio.Ne consiglio la lettura a tutti coloro che sono stati in apnea in questi ultimi tempi.AH il senso buono……
fumo con voluttà una buona sigaretta mentre leggo che i gialloverdi stan facendo un ottimo lavoro mandando in fumo un sogno :olimpiadi si chiama.C’èaltro da aggiungere?
Ubi major…
A Parma i cittadini, nativi ed integrati, provano insieme a riappropriarsi degli spazi urbani sottratti loro dalla criminalità organizzata dello spaccio di droga…
Un esempio di fraternità, “una nuova alleanza in nome dell’ossigeno” per ristabilire un’area comune dei diritti nei quali riconoscersi…
Ci sono altri esempi da esporre per diradare l’aria. Lo facessero per “par condicio”.
L’individualismo esasperato dal malgoverno. La cultura, l’istruzione, una volta considerati ascensori sociali, oggi declassati ad inutili perdite di tempo e di risorse. Tanto “si arriva” lo stesso. Chiunque si metta di traverso tra l’io e il suo esclusivo diritto è il nemico. Invidio la sua fede nell’uomo e la sua larga visione, Erri. Io non riesco a vedere le condizioni per un “nuovo patto orizzontale tra cittadini”. Temo invece una esondazione di odio e radicalismo devastante. Le sue parole, e quelle di pochi altri temerari, sono le sole armi possibili con cui provare (per lo meno) ad arginare la piena. Mi aggrappo ad esse come ad uno scoglio di salvezza.
Fraternità e sororità :sororità ha un suono più bello e nuovo,Niente a che vedere con amicizie virili,con competizioni stravaganti,con destini stagnanti.
L’amicizia femminile irrorerà la terra di rugiada per grazia ricevuta.L’amicizia femminile è frutto di affinità elettive,di profondo affetto e pure di vera pietas.Con l’amica
si sperimenta la pura gratuità del dono,l’esserci perchè così ci va e non potrebbe essere in altro modo.Non c’è posto per una concezione proprietaria della persona.
Cara ti voglio bene da morire ,so che lo sai ,non riusciremo a cambiare il mondo in questa nostra vita, forse,,,,,,,nella prossima se mai ci sarà.Una cosa è certa : non invidieremo
il potere e tanto altro di questi penosi maschi e del loro penoso delirio di onnipotenza……essere donna è ancora oggi complicato ma un futuro diverso è qui che si gioca.
una piccola ma proprio piccola eccezione per Erri .uno sgarbo si può perdonare, il tono della voce anche
La vera forza consiste nell’ aver un buon carattere.Non ci pensiamo mai abbastanza
ALTRO ANTIDOTO ALLA TRISTEZZA
FABRIZIO DE ANDRE’
SI’,QUESTO E’UN UOMO
la Chiesa prima di Francesco-NON AVRAI ALTRO DIO ALL’INFUORI DI ME-
OGGI-NON AVRAI ALTRO DIO CHE DIO-
ho i miei riti contro la pioggia-oggi è Auden
-stupirci come un temporale possono ,
morire tanto giovani,per anni viver soli.
Possono scatenarsi come ussari:ma lui deve
liberarsi del suo dono puerile e apprendere
a esser complesso e semplice,a esser uno
che nessuno si sogna di seguire.
nel tuo caso,meraviglioso scrittore poeta,non è così.Sulla Prudence altri ci hanno provato
Grazie Erri ,IL papavero è anche un fiore.
L’infelicità spalmata su tutti
sui buoni sui brutti.
sui belli sui cretini
solo i bambini
spesso ne fanno senza
nel buio che avanza.
ah la condizione umana
cerco la bambina che è dentro di me.LA TROVERO’.LO SO.
Infermità mentale abituale?Si può curare?Penso di no.L’infelicità ha preso il suo posto,questa la radice del male.
Una solitudine buona mi passa per la mente,coltivata non solo predicata.
Si sopporta tutto tranne le nostre e altrui deficienze,tutto tranne la penosa penuria di molte cose.Nell’attesa di riuscire a porgere la guancia,l’altra,con molte difficoltà,buona giornata