Non ho madre né padre.
Pare ci sia un tempo regolamentare,
poi a un figlio non spettano più.
Lo chiamano E’lavita.
Come spiegazione non mi basta.
Sono rimasto figlio, il padre di nessuno.
Da figlio vorrei qualche volta
fare visita, una telefonata,
portare un regalo.
I loro compleanni
sono i giorni che guardo le fotografie.
Mi piacciono quelle
con loro due giovani
e io neanche un’ipotesi.
Mi piace la loro vita
prima del 1950,
Hanno una serietà ironia
che non ho ricevuto.
Mi pento di avere dato via
le loro scarpe.
Se tornano mi chiederanno conto
di non custodire
la forma dei piedi,
la suola dei passi.
Quando li sogno
non stanno più insieme,
vengono a turno in visita,
non parlano, si lasciano abbracciare.
Il tempo non mi abitua,
pure oggi è il giorno dopo
della separazione da quei due.
Solo quando mi succede un guaio
dico meglio così, che non l’hanno saputo.
Foto Fondazione Erri De Luca
Mi piacerebbe sapere in che raccolta di poesie tr
ovo questa, grazie
Grazie! poter leggere le tue parole, di questa vita che vola con il vento, brividi sulla pelle. E’ di due giorni fa la passeggiata con mia madre, parlando della morte, mi ricorda che é giusto così, i genitori se ne vanno prima e questo é il corso…..e sì proprio così questa E’lavita. Troppo ingiusto, mi disse, vedere un figlio volare via…
“Tous les vivants d’aujourd’hui, qu’ils le veuillent ou non, sont nos enfants. Tous les vivants d’aujourd’hui vivent dans le monde sur lequel nous avons un instant appliqué notre empreinte. Et si on a déployé des efforts et des efforts pour l’effacer, notre passage est encore là, dénaturé mais indélébile. Même si nous n’avons pas mis d’enfants au monde, tous les vivants sont nos enfants”
Marte Epenne
Grazie per questa bellissima poesia.Come comprendo!.Anch’io non ho padre né madre, né sono figlia di nessuno.Però ho conservato quel vestito di picchè giallo e qualche altro che Lei stessa si era cucito, quel cappotto nero per me…di Lui, quel maglione adatto all’inverno sul mare e le sue canne da pesca- anzi me n’è rimasta solo una, le altre coi mulinelli nuovi quelli sono andati in ‘eredità’ al nipote adottato, quello che più gli somiglia, quello di Capo Verde( ‘natu criature venette da luntano / doce e nire ‘e ciucculata amara…’ ), le piante, e i suoi libri, tanti, anche qualcuno che non mi è mai piaciuto ” Ad Anna lascio le librerie con tutti i libri che vuole”, ultime volontà su un foglio di carta…) Qualcuno in famiglia mi sfotte, troppe cose, bisogna ‘far pulizia’. So che altro andrà via, nel tempo.Forse arriverà un momento che dovrò partire, lasciare questa casa, chissà…ma per ora gli oggetti mi fanno compagnia e riesco a ‘passare davanti’ senza considerarli feticci.Ma…loro due non li sogno, o forse è perché non ricordo i sogni. Non mi vengono a trovare.Sono io che ogni tanto vado da loro ma a volte non so dove cercarli…
Rettifica( non so come correggere): “sono madre di nessuno”.sostituire a ‘figlia’.
Anch’io non ho né padre, né madre e sono rimasta figlia nonché madre di nessuno. Ma loro sono a tavola con me ogni giorno, mi strattonano mentre cammino distratta sul marciapiede, a ricordarmi di essere presente a me stessa sempre. Per non parlare di quando perdo oggetti e, a turno, mi rimproverano per la distrazione, riportandomi nel luogo inaspettato dove ho riposto ogni cosa. La mia tosse invernale ha lo stesso suono di quella di mia madre, a volte mi pare che sia lei a tossire per me, quando la trachea
mi brucia troppo.
Grazie per questa meraviglia.
Non sono ancora rimasta completamente” figlia e madre di nessuno” ma so che arriverà quel momento… e sgomenta mi chiedo…come farò.
Benedetto, ti benedico.
Chissà! Forse sanno tutto. Certamente restano con noi per sempre, anche se non ci sono
Grazie
grazie Erri
Dice Erri De Luca:” Se tornano mi chiederanno conto di non custodire…”.
Dice un uomo:” Mia madre non può venire…”.