Si sta in un’epoca nuova in cui il pericolo di catastrofi maggiori non dipende più dai conflitti.
Sul pendìo dal quale avvengono distacchi di valanghe, si accumulano le cause dello sfruttamento intenso e intensivo delle risorse vive del pianeta.
Sotto questa pressione la terra innalza i decimi di una temperatura febbrile, soffocata da massicce e multiple emissioni tossiche.
Le città somigliano alle camerette destinate ai fumatori negli aeroporti.
Le campagne sono drogate da concimazioni chimiche e antiparassitarie che decimano la materia biologica del mondo.
La pace del futuro dovrà passare allora non soltanto dalla messa al bando del ricorso alle armi e dalla scomunica di qualunque loro causa.
Dovrà comportare e praticare il verbo convertire, quello delle profonde trasformazioni interiori che, in modo laico e religioso, abbracciano le scelte di salvezza.
Ogni conversione è un’abiura: se ne dovranno pronunciare molte.
Dovranno sorgere stili di vita sobria con i mezzi di sussistenza, premurosi verso le forme di vita, operosi nelle nuove economie delle riparazioni a risanare i guasti prodotti dallo sciame di cavallette degli sfruttamenti.
Sorgeranno profezie, prima rigettate poi santificate, scritture prima ignorate poi acclamate.
All’epoca nuova servirà l’epica nuova.
Io ti leggo e sto a posto. Grazie infinite.