31 ottobre Siamo in partenza, ore 4,30, da San Giovanni in Persiceto. Giacinto ha preparato il furgone con i medicinali richiesti, una incubatrice, un montascale per invalidi, sedie a rotelle, pannoloni. Quattordici ore di viaggio fin dentro la Romania, giorno in scatola1.
1 novembre Partenza ore 5, pianure, montagne, fino alle praterie che scendono al Mar Nero per l’imbarco sul traghetto che attraversa il Danubio, da sponda rumena, Isaccea, a sponda ucraina, Orlyv, Dogana con attenta ispezione del carico, ricompongo i cartoni rovistati mentre Giacinto se la sbriga con le documentazioni. Pernottiamo in Ucraina, prima di Odessa, troviamo solo una sistemazione per due in una stanza. Giacinto ai primi viaggi dentro questa guerra aveva un sonno orchestrale, fornito di strumenti a fiato e percussione, con il sonoro esteso alle stanze limitrofe. Calando di peso il suo solfeggio notturno si è ingentilito a frullo di ali di passeracei.
2 novembre Partenza al buio, pianura sconfinata verso Odessa, l’alba spunta dalla tempia destra. Grandi pale a vento girano in senso orario, battono lentamente un loro tempo indifferente. In un giorno splendente così, la guerra è più oscena ancora. A Odessa scarichiamo dall’amica dottoressa l’incubatrice, i pannoloni, sedie a rotelle. I medicinali sono acquistati con il denaro della donazione di un produttore di aceto balsamico, Giacobazzi. Giacinto e io non riceviamo soldi, la donazione passa da un’associazione che acquista con buoni sconti i farmaci richiesti.
Proseguiamo per Mykolaiv, attraversiamo il fiume Bug, uno dei grandiosi corsi d’acqua che sfociano nel Mar Nero. Gli altri cominciano con D: Danubio, Dniestr, Dnipro, Don. Ci vuole un po’ di geografia per capire la storia. Scarichiamo il resto del furgone. Parliamo con Alberto Capannini responsabile dell’Operazione Colomba, volontari che fanno turni di lavoro a Cherson. Tagliata in due dal Dnipro, la sponda ovest è ucraina, quella est è occupata dai Russi. È guerra quotidiana. La città mezzo svuotata resiste. Alberto fa vedere la foto di un matrimonio, la sposa in bianco, lo sfondo di macerie. Il viaggio di nozze può attendere, la felicità no, neanche sotto fuoco di artiglieria. Prendiamo note per la prossima volta. Iniziamo il ritorno. Stanotte è ancora Ucraina piena, in luna crescente.
3 novembre. Giorno di viaggio ucraino, fino alla frontiera rumena, di là dai Carpazi.
Questa cronaca smette, continua il nostro viaggio in scatola di mille chilometri al giorno.





Sempre in viaggio, Erri! Anche nell’ età sperimentale. Vi sono vicina, col cuore, e con l’apprensione giornaliera dei miei amici ucraini che vivono qui.
Sembra di leggere un tuo libro, a noi, al di qua delle pagine, sembra un sogno, per voi, al di la delle sponde dei fiumi, è realtà!
Vi abbraccio forte.