È in circolazione la mia raccolta di brevi autobiografie di figure bibliche “Prime Persone”.
Per due anni ne ho scritta una a settimana per il Corriere del Mezzogiorno.
Concentravo singole vicende stese in più capitoli, attenendomi alla lettera e perciò divergendo spesso dalle versioni ufficiali.
Senza immedesimarmi, sovrappormi, ognuna è stata una visita da registrare come redattore.
Raccolte tutte insieme sono un catalogo di vicende umane sotto la sorveglianza della divinità.
Dei molti nomi trattengo quello di Abele/Hàvel, la prima persona uccisa. Con lui s’inaugura la prevalenza del movente sul semplice diritto all’esistenza. Caino ha il suo che presto lo lascerà svuotato e solo.
Abele/Hàvel è il primo spreco, il torto irreparabile che nessuna contromisura può pareggiare.
Non c’è stato duello, non si è difeso contro suo fratello trasformato in nemico.
Nella pagina si legge che i suoi sangui, plurale perchè scaturiti da molte ferite, chiamano terra e cielo a testimoni.
Da allora in poi ogni generazione ha la sua quota di uccisioni. La gran parte di loro grida nel deserto di nessun ascolto.




