I limiti sono soglie calpestabili, la specie umana li sposta continuamente in ogni campo delle sue attività. Dai telescopi che esplorano le galassie alla biologia che fruga tra i segreti delle cellule, avanzano le conoscenze spostando i limiti precedenti.
Perciò non può avere potere di arresto un confine tracciato a matita sulla faccia della terra. Le montagne non sono muraglie a difesa, sono invece il più fitto sistema di passaggio non sorvegliabile da un versante all’altro. Il mare non è il fossato del ponte levatoio intorno a un castello, ma il nostro più antico sistema di comunicazione. La navigazione precede la strada battuta.
Con queste premesse sciama l’alveare umano preso a zampate da qualche orso, e in cerca di un ramo sul quale riabitare, di un polline da trasformare in miele.
I governi congegnano barriere, nuove leggi per negare una per una le sette opere della misericordia. Mentre le leggi per annegare valgono da venti anni, dall’affondamento volontario del barcone albanese Kater i Rades durante la Pasqua del 1997, da parte di una nave militare italiana in Adriatico.
Ma l’alveare umano viaggia con la propulsione delle energie rinnovabili delle necessità, spostando e scavalcando i segni convenzionali dei confini.
I nomi di ognuno di loro hanno smesso da tempo di essere stampati dentro un documento, carta straccia in partenza. La loro morte ha smesso di essere una circostanza personale.
Solo le fotografie conservano l’ultima notizia, non segnaletica, di una identità, di una persona estratta dal suo mucchio e affacciata su carta o su cristalli liquidi. La fotografia cancella il “Se” dal titolo di un libro di Primo Levi: Se questo è un uomo.
Niente “Se”: questo è un uomo.
Erri
La specie umana..
– CI sono solo popoli eletti:tutti quelli che ancora esistono- Canetti.
Per un’idea di Europa.
…periodico… Che non lascia spazi vuoti…
Grazie.
Tu sempre prossimo ad un mosaico di Escher…
esagerata….sempre…..
È di fatto una costante, l’orizzonte, il cui limite è lo stesso orizzonte. Potremmo farne a meno, aggiungerlo al finale, non sapendo di seguito come procedere in salita. Può soltanto ripetersi insieme ad altri limiti, permettendoci di persistere nell’intento di
doppiarlo.
quasi meglio della Pizia….
Assassini a Londra.
Tutti abbiamo paura
pagani agnostici musulmani cristiani
siamo tutti umani.
Tutti fuori luogo, divelti, sradicati,
dal giardino terrestre perduto
da cui siamo stati cacciati,
Il mondo è in subbuglio,sempre lo è stato
una sorta di intruglio mai acquietato;
disgrazie ,pazzie,umiliazioni
diverse e uguali al passato.
Il mistero che protegge l’origine
ci volta le spalle e ci fa cercare
il ramo sul quale posare.
Erranza è in fondo mancanza
noi tutti viaggiamo anche da fermi
nel sonno sogniamo pensiamo.
Questa è l’umanità che di soglia in soglia
avanza con tremore,baldanza,paura,
orrore talvolta speranza quando pensiamo
che il tempo non è un reato ma solo presente e
passato e per qualcuno di Dio il fiato,
Goya
Disastri 81_Mostro crudele_
BRAVO ERRI! Ammiro le tue denunce che, in forma di prosa poetica, esprimono appieno tristi e abominevoli ingiustizie, mentre i piu’ non osano, non sanno, non vedono, non prendono posizione.
Una volta il pittore americano William Congdon riferì di non riuscire a dipingere su superfici più grandi delle sue braccia aperte. Il limite dell’abbraccio mi sembra un non-limite.
Complimenti, ammiro la splendida analisi.
Tutto tende naturalmente ad un limite invalicabile di asimmetria. Mentre è un limite tutto umano pretendere di prevaricarlo, che precede quel senso di impotenza, umano relativamente alla parte umana.
E non ho risposte, solamente mi chiedo come si fa a ricadere sempre al di qua, se è vero che siamo immuni dalle nuvole e dai temporali?
A volte non rimane neppure la fotografia.
In quel caso si può andare a cercare Goýa.
Disastri 69-Nulla.L’ha detto-
Nada.
E tutto sotto l nostri occhi…
oltrepassare il limite, alla ricerca del prossimo limite, ottime misure Erri De Luca, e quel “se” spuntato al titolo famoso è il limite invalicabile…