“Grande è chi agisce per amore, più di chi agisce per timore”. Trovo questa frase in un Trattato del Talmud e la applico al caso di Elin Ersson, studentessa svedese di 21 anni. A luglio su un aereo della Turkish Airlines in partenza dall’aeroporto di Gothenburg diretto a Kabul, rifiutò di sedersi al momento del decollo. Su quello stesso aereo in un ultima fila, scortato da agenti era seduto un uomo Afgano che veniva deportato di forza dopo il respingimento della sua richiesta di asilo.
Elin Ersson salì su quel volo e con il suo cellulare trasmise in diretta streaming la sua dimostrazione di resistenza attiva. “Respingerlo equivaleva a una condanna a morte”.
I passeggeri e il personale di bordo inveirono contro di lei per il ritardo, ma lei sola contro tutti fu irremovibile.
Il capitano dell’aereo ordinò l’espulsione di Elin e dell’uomo Afgano.
“Faccio quello che posso per salvare la vita di una persona”, disse a conclusione del suo atto di resistenza.
Fare il possibile: il suo intervento è stato molto più di questo. È stata la scelta di volerlo fare, questo benedetto possibile, anche quando sembra impossibile. È stato immaginare il possibile, perseguirlo, compierlo. È stato l’invenzione del possibile condotto con volontà tenace, solitaria, indispensabile. Il possibile per lei è stato un dovere.
In Svezia quest’anno sono aumentati i respingimenti delle domande di asilo.
Elin Ersson è stata incriminata per violazione della legge sul trasporto aereo. Ma il trasporto non era cominciato e si è poi effettuato regolarmente. Ma questi sono argomenti della sua difesa legale.
Fuori di un’aula di tribunale la sua difesa pubblica sta nel consenso e nell’ammirazione per il suo coraggio da parte di chi si riconosce cittadino della comunità e della civiltà europea.
Il suo nome e il suo intervento vogliono affermare che l’Europa è una città rifugio per chi ricorre all’esilio per salvarsi la vita.
L’Europa deve a persone come lei, da nord a sud, da Elin Ersson a Mimmo Lucano sindaco di Riace, la fedele applicazione della sua Costituzione.
Le persone che agiscono per amore sono più grandi di quelle che agiscono per timore.
Ha agito da folle!!!
Ma lei ha una certezza ed è che non possiamo permetterci di essere indolenti; agire in base ad una cattiva idea e sempre meglio che non agire affatto, perché il valore dell’idea non è mai evidente finché non la metri in pratica.
Si, è folle quasi come proteggere una piccola fiamma mentre la tempesta le imperversa intorno.
“Ma se riuscissi a salvare quell’uomo” si sara chiesta Elin
Perché non provarci??
Ecco, tutto riconduce alla saggezza antica della Ghemarah; lei ha attuato le nobili virtù dell’uomo che vince ogni egoismo, timore!
Ha avuto carità, fede e speranza.
Un bel confronto civile.Da queste parti non abita Ponzio Pilato.
In poche parole volevo dire che Abele ha diritto alla stessa giustizia riservata a Caino, in Europa come altrove.
Valeria Dell’Anna taglia, con la spada della giustizia, un intricato ma non troppo nodo gordiano.Lei non dimentica.Dopo tanti anni.
Come i parenti delle vittime che sanno che i morti non tornano a camminare con noi sulla superficie della terra.Solo noi possiamo
farli vivere dentro di noi.Credo,la mia piccola e miserabile opinione,che Cesare Battisti abbia vissuto ogni giorno ,con una spada di Damocle
sulla testa,una sorta di -piccolo ergastolo-.e poi certo ,la giustizia deve fare il suo corso.Sono comunque d’accordo con le parole di Germaine
TILLION che tornerò a leggere nel bel libro di Todorov-Gli altri vivono in noi,e noi viviamo in loro-Questa la mia speranza.
E dove altro potrebbero vivere, i nostri cari defunti, se non in noi? Nessun ricordo si estingua con loro, né cada in prescrizione. Ma altre banalità non mi sento di consigliare a chi ha diritto ad avere una risposta. E poi farebbe piacere a tutti non rivedersi più, nemmeno in qualche paese sperduto, nemmeno in quel paradiso “pittato” per l’occasione.
è possibile
Perchè Valeria non gli scrivi,si sa dov’è.Forse sarebbe contento di avere una fans in Italia che lo aspetta
Da qualche altra parte del mondo è giorno penso ,mentre esco da una stanza e mi infilo in un’altra.Sono in buona compagnia e allora un pensiero per Valeria dell’Anna(?)
che esprime un desiderio;è di Germaine Tillion
-non sopporto che vengano imprigionate delle persone senza che sia indispensabile-
Così Todorov riassume il suo pensiero-Lo scopo della giustizia dovrebbe essere quello di proteggerci dai pericoli del presente piuttosto che punire gli errori del passato-
Ancora G.TILLION-il peggior gruppo umano è quello che si considera perfetto-
Non ho capito la provocazione di Valeria riguardo il rimpatrio di Cesare Battisti . Spero mi perdoni .
Leggevo le motivazioni dell’eroico gesto di Elin Ersson…
“I did it as an individual, activist and fellow human being,” she told Swedish media.
“My point of departure is that he is human and deserves to live. In Sweden we do not have the death penalty, but deportation to a country at war can mean death. If someone has committed a crime, they may be jailed and serve their sentence in Sweden.”
Condivido.
Qui in Italia non c’è la pena di morte e Cesare Battisti può affrontare il suo passato e i parenti delle vittime che vivono l’ergastolo del lutto.
Primo Levi: Tutti coloro che dimenticano il loro passato…
Spero nella possibilità di rimpatrio per Cesare Battisti.
Più ci penso e più mi sembra un ottima mossa oltre che un bel gesto.Qualcosa che può diventare virale.
Il sonno della ragione genera mostri-anche i sogni della ragione lo fanno se non sono ben temperati.
Una giovane ragazza svedese, con un semplice e ben determinato gesto,ci mostra l’intelligenza e
l’umanità che ancora possono abitare la terra e non più le ideologie.Viene in mente Rosa Parks.
Allora continuiamo a parlare di Elin Ersson e di Mimmo Lucano.Rimangono le notizie più- interessanti- del momento.
Caro poeta, oggi ravviso tanta cristianità in quello che scrivi. Proprio tu che ti dici ‘non credente’, la citi forse non intenzionalmente nei gesti di quella bella ragazza svedese (dove una volta tanto la leggendaria bellezza fisica delle svedesi c’entra di striscio 😀 ) che con coraggio ha detto NO. C’è stato uno che, facendosi alzare su pali di legno incrociati, piuttosto che star piantato sulle gambe come questa ragazza, ha detto di no, salvando tutti gli altri. “Grande è chi agisce per amore, più di chi agisce per timore”, attiene a loro e a tutti quelli che hanno avuto il coraggio di quel NO che salva vita, e grazie a Dio non sono pochi nella Storia (quello dei pali di legno deve aver influenzato qualcuno…). Davanti a gesti del genere le mie mani sono vuote… l’avrai pensato anche tu: ‘Cosa ho fatto io per salvare la vita che non sia la mia?’… tanto, poco o niente. Io propendo per un impegno sufficiente per ciascuno, sarebbe già moltissimo. L’egoismo di questi anni che ci vuole al centro di qualcosa o qualcuno per forza può sgretolarsi tranquillamente nel destinar tempo e energie per sostenere le ragioni e le vite degli altri in molti modi ( volontariato, aggregazione politica, affiliazione a cause sociali, sostegno civile a cause di resistenza di leggi sbagliate…). Accanto ai SI verso le buone ragioni, capisco che i NO espressi siano duri a venir fuori quando si è soli… come quella ragazza, come Mimmo Lucano e come come quel tale che nomini di striscio nelle migliori delle tue opere 🙂 . E allora oggi faccio un augurio di coraggio , col tuo brindisi : ” a chi fa un passo avanti e così disfa la riga, a chi vuol farlo e poi non ce la fa”, sperando che prima o poi a ciascuno di noi tocchi, se serve, di alzarsi in piedi e gridare quel NO che salva una vita. Un bacio a te (e un abbraccio a Mimmo Lucano). Kisses
Non mi stupisce l’età, non mi stupisce che sia donna, e non mi stupisce che sia stata lasciata sola nel suo atto di pubblica resistenza. Ci sono al mondo molte giovani donne che hanno il coraggio di difendere un diritto umano avvertendolo come proprio dovere civico e di coscienza, come qualunque altro atto d’amore.
E – purtroppo – non mi stupisce la scarsa pubblicità che è stata fatta all’evento sui media, sui giornali, in tv, dove probabilmente non c’era spazio a sufficienza tra una notizia di calcio mercato e una di cronaca rosa.
L’unico, intatto stupore, unito a un’immensa, ossessiva gratitudine è capace di innescarlo in me solo la lettura di un testo di Erri De Luca: sia benedetta la sua grazia di raccontare qui la storia di Elin Ersson.
E sia benedetta la vita di questa impavida guerriera svedese.
E ascese un albero.O puro trascendere! Rilke
Ho sempre pensato l’oltreuomo-donna come alberi che ,crescendo, camminano.
Siamo alberi che camminano (la bella immagine del Vangelo di Marco).
Il nostro corpo contiene le nostre radici.Elin Ersson l’ha capito profondamente.
Emoziona che sia una ragazza così giovane.L’Europa che vorremmo è questa.
Immagino questa ragazza con un ‘ampia e bella fronte e per il suo senso di responsabilità e per la sua irremovibilità e
per la rapidità nell’aprire un varco al possibile.Lei non ha detto-sono forse il guardiano di mio fratello?-Spesso il male
accovacciato alla nostra porta ha il volto dell’indifferenza,del non-pensiero.Sì,la capacità di immaginare il possibile è uno slancio del cuore,spesso.