Qualche sera fa un amico mi ha chiesto perché non ho fatto il maestro d’italiano invece che l’operaio. Ovvia risposta è che non ho proseguito gli studi dopo il liceo, non aggiungendo titoli necessari. Altra parte della risposta è che per insegnare ci vuole vocazione e forse bisogna anche essere genitori per avere sulla gioventù un punto di vista più largo del campo di studi. Le cose che ignoro sono innumerevoli, mi imbatto ogni momento in persone che hanno conoscenze specifiche a me sconosciute, addirittura nel titolo. Faccio lo scrittore che non è una somma di competenze ma la riduzione a una sola, il vocabolario, strumento a portata di mano di chiunque. È l’archivio generale di una lingua, la capacità di esprimere ogni aspetto della vita e del mondo. Da lettore ho saputo che l’intera esperienza umana è stata descritta e resta descrivibile. L’espressione: ”Non ci sono parole per…” è sbagliata. Ci sono parole per. Si può vivere con poco vocabolario, ma perdendo definizione delle cose intorno. Posso entrare in un bosco, attraversarlo, senza conoscere il nome degli alberi. Ma se distinguo le singole specie, i vari legni con i loro usi migliori, non sto solo attraversando un indistinto intrico, ne sto anche leggendo vita e storia. Le mie incompetenze hanno per contrappeso il vocabolario, giacimento e catalogo generale di ogni conoscenza.
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Possono avere lo stesso nome ma un’anima diversa. La differenza è minima al crepuscolo, quando cessa il doppio senso e prevale l’identità tra essenza e forma (Heidegger, più o meno).
Ci ri-siamo al crepuscolo(?).
Nel vocabolario di Erri e degli scrittori le parole che muovono l’aria…
Grazie Erri per le parole che sai scegliere e…insegnare! Migliori il nostro ascolto della vita. gigi
Caro Erri, il vocabolario “giacimento e catalogo generale di ogni conoscenza” porta al termine “umiltà” la virtù per la quale l’uomo riconosce i propri limiti, rifuggendo da ogni forma di orgoglio, superbia, emulazione o sopraffazione.
Questa descrizione evoca in me l’immagine di un individuo quasi impegnato a non mettersi in risalto nei confronti del contesto sociale, se non addirittura con una certa parte di disistima.
Personalmente, la considero invece speciale e rara virtù, andando alla sua etimologia latina humus = terra, a indicare che umile è colui a contatto con la terra, che aderisce alla realtà con consapevolezza delle proprie attitudini e sicurezze personali.. Virtù di pochi e veri, insomma!
…si può vivere con poco vocabolario, ma perdendo definizione delle cose intorno…
anche il vocabolario rappresenta ”un mostro” per i dislessici…e lei ne sa qualcosa…mi piacerebbe che mia figlia leggesse qualcosa altro scritto da lei (Erri De Luca, Alessandro Mendini, Diavoli custodi Feltrinelli)
aspettiamo con ansia un ‘dizionario’ per dislessici…di Erri De Luca
mamma Nunzia
Parafrasando Fernando Pessoa, possiamo dire che la nostra patria è la lingua italiana. Una patria che possiamo portare con noi dovunque andiamo. Ma una patria che più conosciamo e più ci appartiene. La ricchezza di vocabolario amplia i territori che sentiamo nostri, ma arricchisce anche la nostra capacità di vedere il mondo. Grazie a Erri De Luca per la lingua (i vocaboli) che usa per scrivere, perché ci regala spazi e conoscenze.