Quest’anno l’alpinismo ha toccato due tappe irripetibili. In poco meno di quattr’ore un giovane uomo ha salito slegato, libero da qualunque protezione, l’abissale parete a precipizio del Capitan, nel parco di Yosemite in California.
Una volta partito verso l’alto non ha avuto altra via di uscita che la cima, nessuna ritirata possibile. Il suo nome, Alex Honnold, poteva essere quello vituperato e presto dimenticato di un esaltato che azzarda l’impossibile e precipita come Icaro. Invece è il nome di un giovane uomo che ha portato l’alpinismo dove non esistono repliche.
Potrà essere futile il rischio e il risultato. A me segnala un traguardo nell’esplorazione dei limiti, che ogni generazione desidera spostare.
L’altra impresa è durata venti anni. Romano Benet e Nives Meroi sono la prima e sola coppia che ha scalato le 14 montagne più alte del pianeta, al di sopra degli ottomila metri.
Il loro stile esclude aiuto di portatori di alta quota, i valorosi facchini che hanno permesso l’alpinismo Himalaiano. Esclude anche ogni dotazione di ossigeno aggiunto a quello scarso delle altezze estreme.
Conta però di più la loro formazione a due: coppia completa che condivide le faccende domestiche e i pendii della zona detta della morte. A maggio hanno completato il viaggio iniziato venti anni prima, insieme. La cima dell’ultimo gigante, l’Annapurna, già tentato altre volte, ê stata morsicata dai loro ramponi.
Altri hanno scalato le 14 Altezze Reali, le uniche che meritano il titolo. Nessuno prima di loro le ha raggiunte con l’intesa nuziale di una coppia saldata dal vincolo della buona e della cattiva sorte.
Nives Meroi e Romano Benet hanno introdotto nell’individualismo delle imprese alpinistiche la loro formula di essere in due. La traccia battuta da loro non sarà pareggiata.
A me dimostra l’energia pulita e inesauribile di fare le cose insieme, donna e uomo. È la promessa che altre coppie pronunciano in chiesa, in municipio, all’aperto. A ognuna di queste nuove alleanze va indicata la storia della coppia più alta del mondo, per procedere uniti verso i loro traguardi.
Erri
Due pensieri, il primo di mamma e il secondo di moglie. La salita alla parete del Capitan mi fa pensare a mia figlia, all’ansia che mi accompagna nella cura che ho per lei, e insieme l’augurio, che è già certezza, che possa fare cose grandi. L’impresa di Romano Benet e Nives Meroi, quel che non ho più il coraggio di desiderare per me e mio marito.
Un pensiero ad unire i primi due, e che mi accompagna da che lessi “Ognuno muore solo” di Hans Fallada: la speranza e il desiderio che mi cresce dentro, di avere ancora tra le mani la possibilità di fare qualcosa che ci sorprenda davvero.
Erano due, il contrario di uno, anche Giorgio Minisini e Manila Flamini, quando oggi pomeriggio ai mondiali di nuoto sincronizzato salivano sul podio più alto. La rispettiva consapevolezza del traguardo raggiunto era stampigliata nei loro occhi scintillanti.
Naufraghi che lavorano insieme per costruire una zattera…. Bella anche questa metafora.
la nona elegia di Duino
la più gioiosa e traboccante di vita
da leggere e rileggere
soprattutto in tempi come questi
forse il silenzio che ,in ogni caso,accompagna chi sale ,riesce a mettere in luce,quando scende
_ una parola conquistata,
pura,la genziana
gialla e blu.Forse noi siamo qui per dire…………..
Ma per dire,comprendilo bene
oh, per dirle le cose così,che a quel modo,esse stesse,
nell’intimo
mai intendevano d’essere_
così lo scalare ,penso io che riesco solamente ad arrampicarmi sugli alberi,può diventare come certi viaggi in una stanza ,da cui si torna con uno sguardo nuovo sul mondo,
parola conquistata.
“Due non è il doppio, ma il contrario di uno e della sua solitudine”.
Pagine indimenticabili.
In attesa del martedì…
A donna e uomo, e ugualmente ad ogni tipologia di coppia, è dato di affrontare salite, è presupposto della coppia stessa, ma spesso anche suo punto di forza. In due ci si divide lo sforzo, oltre che il traguardo. La montagna mi sembra una poetica allegoria dell’unione tra due esseri umani. Certo esistono scalatori che viaggiano soli, così come esistono uomini che consumano la loro vita senza tentare legami, che sia per scelta o meno. In ciascuno di questi casi la cima viene raggiunta comunque, ma la bellezza di essere in due sta nel condividere un risultato, non tanto per il risultato in sè, quanto piuttosto per la maggiore complicità richiesta nell’averci contribuito all’unisono.
Un giovane uomo che ha rigettato le “false” regole della società per trovare dignità e verità nelle regole della natura selvaggia dell’Alaska:
Christopher J. Mc Candless nel suo diario citava la forza, il coraggio, ma anche la prudenza a salvaguardia della felicità. “Non fare nulla di fretta. Guarda bene ad ogni passo”.
Ogni passo è un limite. Da tenere custodito in un diario, inciso su una pietra… A futura memoria, è l’unico modo che l’essere umano ha per ricostruire se stesso dal fango, che poi è la sua vera origine e unica relazione con la “Materia vasta e terrificante” che alberga in lui.
Non amo le montagne e gli scalatori,preferisco
I luoghi aperti.Certo lunga vita alla meravigliosa coppia più alta dell mondo
Non conosco lo spirito della montagna quindi
Dovrei tacere ma non posso dimenticare la
Assoluta bellezza del Kilimangiaro col suo
Cappuccio di neve ,se pur così vicino
All’equatore,e le enormi stelle che ci guardavano
Dall’alto più misteriose che altrove.
Il mistero circonda il creato,mistero incarnato
Riflessione dopo una telefonata con mia figlia e qualche notizia sul libro di Nives Meroi…
Io credo che lo Spirito della montagna, in quanto modella a sua immagine l’anima di chi tende a lei, scende a dimorare presso quegli esseri umani se è impedito loro fisicamente di “salire”…
Come i grandi ideali che devono potersi incarnare per muovere dal suo interno anche un chicco di grano.
Mi viene da ridere se penso a mia nonna
Shahrazad.Un bel mattino,stanca di raccontarci
storie,ci ha messo nelle mani -Le mille e una
notte-e se n’e’ andata con Sindbad il marinaio
a guardar le stelle nel mare delle Antille.
Altri tempi certamente non peggiori di questi.
Mia sorella ed io non l’abbiamo presa male….
Anzi….
Vorrei limitare questa vita a bassa quota, in pace con le mie miserie e le mie vittorie, in una fattoria , attorniata da nipoti, figli e amici che soffrono la solitudine più che l’avanzare dell’età.
——–E queste cose che vivono di
Morire
Lo sanno che tu le celebri…..-
Molte le montagne,molte le alleanze ,infinite le strade.E noi continueremo a stupirci ,forse,
Fino alla fine.