Nei primi anni in cui mi arrabattavo da solo, fuoriuscito da casa e da Napoli, ho fatto qualche lavoro per dei film. Attrezzista, aiuto macchinista per delle pellicole minori, niente di memorabile. In quegli anni il cinema italiano produceva capolavori, non vi ho partecipato.
Una volta sono andato a fare un provino: cercavano figuranti per un film ambientato in un campo di concentramento. Al mio turno salii su una specie di ribalta, illuminato in faccia. Avanzai col mio passo normale, strascicato, adatto a quello di un prigioniero. Cercavano invece l’andatura marziale di un guardiano. Risero. Non potevo vederli in faccia. Uno mi chiese se avevo fatto il servizio militare. Uscii senza rispondere e senza essere stato congedato. Ricordo inutilmente il nome del regista.
Non me la presi. Mi ripromisi invece di guardare bene chi mi avrebbe riso in faccia un’altra volta. Il buio di sala che proteggeva la risata era sleale.
L’episodio mi spiega che tra guardiani e prigionieri m’immedesimo automaticamente coi secondi, non coi secondini. Il 1900 ha inaugurato l’epoca più carceraria dell’umanità. La prigione, con l’auspicato getto della chiave, è l’edificio meglio piantato nelle paure e nei rancori.
Ai penitenziari si sono aggiunti i campi di concentramento, dove ammassare persone senza reati specifici, ma secondo categorie di appartenenza a etnie, opinioni, preferenze sessuali. Presso le odierne democrazie sono in esercizio campi di concentramento per persone sfornite di regolare titolo di viaggio. Per migliore efficienza si delega a paesi come la Libia la detenzione punitiva di viaggiatrici e viaggiatori alla deriva. I fabbricanti di sbarre e di filo spinato non hanno conosciuto crisi di fatturato.
La famigerata prigione di Sing Sing si trova su una riva del fiume Hudson, stato di New York. Nel 1972 la cantante Joan Baez vi tenne un concerto per detenuti. Cantò la strofa di questo ritornello: “And we gonna raze, raze the prisons to the ground”. Noi raderemo, raderemo le prigioni al suolo.
Se non noi, lo faranno i nostri seguenti.
“Ero matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti… I matti sono simpatici, non come i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita!”
Alda Merini.
Buona Pasqua a tutti.
Grande Erri ti dico solo che ti voglio bene e che ci rappresenti tutti noi che non riusciamo più a trovare parole per l’orrore dell’aggressività senza senso, l’orrore della vite utilizzate solo per profitto, l’orrore del silenzio su morti che non dovevano morire, la tristezza di quei bambini e di quelle donne e di quegli uomini che sono solo nati da una parte diversa… e noi quì a guardare e tutto quello che possiamo fare è continuare ad essere testimoni di una umanità diversa…. con amore, Meri
L’essere umano chiuderà le gabbie per alzare scudi ma è in dubbio se metterà al balcone le coperte sotto le quali ha solitamente rimosso una parte dei propri tesori, nascosto oggetti rari del desiderio; una parte consistente della storia, ‘ che non debba mai ripetersi uguale a quella precedente.
E bla, bla, bla, cadono i simboli e tutto ricomincia su un piano orizzontale rispetto all’esito già sperimentato e che metteva in risalto il contrasto tra l’essere e l’apparire ma senza suscitare il ben che minimo senso di colpa per non essere stati…
Per concludere: l’essere umano ha perso il suo paradiso ma ancora più significativo è che abbia dimenticato come… “rubarlo”. Non si potrà essere più o meno umani di così, ma confido nei neuroni a specchio e nella misericordia divina.
Da questo momento in poi manderò solo cartoline.Ho capito di aver abusato di questo spazio.EH sì mi sono allargata troppo.Buona Pasqua a tutti
Greta: L’autismo non è un dono, ma può essere un superpotere;
Simone ha sfidato Casapound con semplicità e intelligenza, iniziando così il suo discorso: sta cosa de anda’ sempre contro le minoranze, nun me sta bene che no;
e il ragazzo di Prato al presidio antifascista contro Forza Nuova che ha detto, pensando a noi che apparteniamo a un’altra generazione: ci siamo, noi giovani ci siamo, perciò non dovete preoccuparvi.
C’è futuro Erri, grazie per ogni volta che lo hai ricordato.
Oggi l’umanità viene considerata un “prodotto” da disporre in magazzini insicuri come la Libia… Fantastico testo Grande Erri