A Napoli nei circoli marinari della borghesia la nobiltà perdeva i suoi possedimenti sopra il panno verde di un tavolo da gioco. Sapevo dei giocatori d’azzardo prima di avere letto “Il giocatore” di Dostojevskij. Il suo racconto, ricavato da esperienze personali, non serve al lettore da antidoto ne’ da prevenzione. La letteratura non è una medicina, è invece il dolore.
Mia madre ha giocato al totocalcio una schedina ereditata da sua suocera. Più che una speranza di vincita, era un gesto che conservava il ricordo della persona almeno una volta alla settimana. A questo aggiungeva di suo qualche volta dei numeri estratti da un sogno e puntualmente negati dalla ruota.
Il sabato assisteva in diretta televisiva alla funzione: un bambino bendato infilava in un cesto di metallo il braccio per cavare, tra i novanta, il bussolotto toccato dalla sorte. Lo passava poi a un annunciatore che lo apriva, mostrava il numero scritto e lo annunciava con solennità. Era la sentenza pronunciata dal tribunale della fortuna.
La devozione locale per i santi si combinava con la supplica a loro di aiutare i numeri giocati. Così avveniva l’inversione: i numeri erano i veri pregati, mentre i santi dovevano fare i loro uscieri.
Dev’essere stato il giocatore napoletano a togliermi qualunque tentativo di imitazione. Spendo altrimenti le monete destinate a un biglietto della lotteria. Non ne acquisto, non gratto, non vinco, non perdo. Non so cosa mi perdo, ci tengo a non saperlo.
Questi ricordi appartengono al remoto 1900. Oggi l’Italia è il primo paese al mondo nel rapporto tra numero di abitanti e slot machines. Sul marciapiede incontro facce di persone che passano una parte decisiva del loro tempo infilando monete in un meccanismo che allinea figurine davanti al loro naso. Il culmine della perfezione è arrivato seducendo il giocatore con piccole, insignificanti vincite. Non lo esaudiscono, lo avvincono di più.
Il denaro perde il suo valore di merce generale con la quale si può acquistarne ogni altra, per diventare una giostra che ruota su stessa perdendo pezzi a ogni giro. L’imbambolato a sera si ritira sul lastrico.
Molti guasti personali non possono essere accollati a sua maestà lo Stato, incapace di suo di gestire altre e più urgenti pratiche correnti. Però storpia il rapporto con il cittadino il losco vantaggio di uno Stato biscazziere che lucra sulla dissipazione del giocatore. Succede così che tra cittadino e Stato rien ne va plus.
Erri De Luca
Ciao Poeta, vedo solo oggi il tuo articolo che parla di gioco d’azzardo, mi piacerebbe stamparlo e appenderlo al bar sotto casa, vicino alle slot, giusto per vedere quanto ci mettono gli accaniti a vergognarsi un po’.
Mah, se penso a com’è nato il gioco del Lotto scappa da ridere al pensiero che, proprio nella terra dei tirchi per antonomasia ( la Liguria), sia venuta alla luce una pratica per il cui accesso è necessario spendere soldi 😀 . Poi la storia, specialmente la nostra, tipicamente comportamentale (che imita il peggio e raramente il meglio della nostra cultura), ha voluto che il morbo dilagasse nel resto del territorio italico. Com’è che dite voi a Napoli? E vabbuò. Che poi Napoli abbia reso propria l’arte del gioco del Lotto con la sua tipica pitturata di magia blasfema mischiata alla santeria locale, è un fatto incontrovertibile, ma non è certo l’unica colpevole…se di colpa parliamo. (Un esempio? Lisbona, che per struttura e aria somiglia molto a Napoli… nel ’95 mi capitò di far visita alla città e giuro: la piazza centrale prospiciente la collina era disseminata di biglietti della lotteria , tutti i giorni!)
Mi risulta che il gioco da scommessa pecuniaria ci sia sempre stato, e mica solo qui. Se per la divinazione e la puntata di numeri fortunati con vari sistemi di sorteggio non dobbiamo guardare troppo in là nel nostro passato, per le scommesse sul combattimento o abilità degli animali, dobbiamo risalire a migliaia di anni fa! Una cosa che mi ha sconvolto è la storia del combattimento dei galli, per esempio E’ ancora in auge da oltre 6000 anni! Specialmente nei paesi dell’America Latina. (Cercando dati utili all’esempio ho sgranato gli occhi: Antica Persia ? Arabia? Giappone? 4000, 3000 ,1500 a.C.? Oddio: poveri polletti…). Per non parlare dell’uso ampio che s’è fatto degli altri animali: scommesse sulle corse dei cani, dei cavalli, e anche lì parliamo di usanze che si perdono nella notte dei tempi . ( Ho visto in tv addirittura gare i cui atleti erano degli stercorari! Manco gli insetti si sono salvati). Guardandoci in casa, ancora oggi si inneggia al Palio di Siena come rievocazione storica e pittoresca, ogni anno è un osanna a cui non ci possiamo sottrarre, mentre si sottace sulle pratiche disgustose che lo precedono, fatte di scommesse clandestine, sabotaggi, spiate, doping e meschinerie; tutte supinamente ammesse a pro di storpiatura del vecchio detto “ In guerra e in amore… e nel Palio! Tutto è permesso.”
Facendo attenzione alle trappole che da sempre tentano l’uomo insoddisfatto, e lo inducono all’atto di risollevare la sorte pagando il biglietto della speranza, direi che oggi siamo più in pericolo che mai. Accanto alla apparente macchina del diavolo della slot, c’è la brava compagnia del ‘gratta e perdi’ con i nomi più divertenti e impossibili poi; ma non bastava il Lotto: si sono inventati il Super Enalotto ( leggasi ‘super’ come aggravante di perdita, con il vecchio e funzionante metodo della carotina che si allontana e che non acchiappi mai…e visto che di carota trattasi quel ‘super’ diventa pure minaccioso); e torni vai a casa? Vuoi smettere di tentare, vigliacco? No dai: ci sono i giochi on line! C’è di tutto, dal poker alla partita di calcio, dalle olimpiadi al cricket indiano…basta un posta-pay, no?
Una cosa è certa Erri: il personaggio di Dostojevskij sarebbe diventato ultra pazzo nella nostra epoca, per via di tutta la scelta disponibile, altro che la partitina. Converrai anche tu a ‘sto punto che, al netto delle responsabilità dello Stato (che prende dove può!) e degli inferni che ci siamo voluti creare nel tempo, rimane un po’ di poesia nel giocarsi due soldini in un ambo e terno da un sogno, e ogni tanto: pure una schedina ‘a classico culo dell’incompetente’ , così, tanto per dare una chance alla fortuna spilorcia che mai ci considera. In fondo, cosa resta alla povera gente se non la speranza di esserlo meno da domani? E’ solo umanità.
Un bacio, b.r.
Felice anno nuovo
Con immenso piacere e con onore siedo con voi alla tavola apparecchiata e alzo il calice per gli auguri a tutti i commensali nonché al padrone di casa… !
È che dire di questo spazio che sembra una tavola apparecchiata in progress?
Ognuno porta quello che ha sulla bella tovaglia che Erri distende ogni settimana
Sorprendendoci sempre.buon anno a tutti
Mi lascio avvincere dalla pesca al mercatino dell’usato. Stesse facce da poker davanti al pezzo di “occasione perduta” da qualcuno. Economia solidale? Non prendiamoci in giro, certo che no! Ma gli economisti dovrebbero farci un salto, a chiusura delle borse.
Mi stupisce quante vite possano avere gli oggetti: una per ogni fortunato pescatore. E siamo sempre di più. Lì la qualità è accessibile a tutti coloro che sanno riconoscerla. Che dico? Ti salta proprio in braccio, il bussolotto, e che la vita non sia usa e getta è di nuovo … brand.
Questo scritto è parco di commenti. Forse l’argomento desta scarso interesse? O sono i giorni di fine anno che rubano tempo e attenzione ai Suoi abituali lettori.
Io non ho nulla da aggiungere né confutare alle Sue parole.
Stupenda è l’immagine dei santi che fanno gli “uscieri” ai numeri del lotto.
Sempre puntuale, Erri.
A quando la prima poesia 2017?
Buon inizio.
Concordo e provo impotenza e trstezza quando vedo le persone anziane giocare.
Vero dolore: quello del giocatore triste e quello dello stato che non c’ e’ piu’.
sogni o sei desta?lo stato che non c’è più?arranca ma nessuno ,mi pare,
è riuscito per il momento a rapirlo.Secondo me ,forse,molti nodi stan venendo al pettine e qualcuno dovrà per forza scioglierli……non tutti e non subito,
ovviamente
quando non si crede più a niente ci si affida alla fortuna,la dea più volatile e effimera che ci sia._Il giocatore_ci dice una cosa importante:affidarsi,sì,ma con leggerezza,l’accanirsi puo’
diventare un gioco mortale.Noi mortali abbiamo bisogno di affidarci,di aver fiducia,in qualcuno,in qualche cosa.Anche questo ci ricordano i libri a saperli leggere……i libri
vita trattenuta e conservata per noi,per chi verrà…..