Dallo spirito di contraddizione e di sospetto tipico dei tempi moderni non si proteggono neanche le scienze con i loro traguardi provvisori per costituzione.
La vita quotidiana costretta a interessarsi di dati scientifici reagisce con il dubbio, fino alla mania di persecuzione da parte di complotti.
Resta illesa la letteratura. Omero, Dante, Cervantes non sono confutabili. Una critica verso le loro pagine non può falsificarle, dichiararle sbagliate.
È criticabile: ”Il bacio è l apostrofo rosa tra le parole ti amo”. La traduzione infelice del verso del Cyrano di Edmond Rostand, finita a incartare cioccolatini, non può essere però smentita, dicendo che il bacio non è un apostrofo, ma un punto e virgola o un punto esclamativo.
In epoca di confutazioni accanite, la letteratura conserva lo statuto speciale di produttrice di metafore illese.
“Nel mezzo del cammin di nostra vita”: la vita è un cammino, impossibile negarne l’immagine. È una delle tante, non ne esclude altre.
Posso obiettare che non c’è diritta via dentro la selva oscura, che il percorso è a zigzag. Ho diritto all’obiezione personale, non a dire che il verso è falso.
Il tempo in corso è perciò involontariamente letterario, favorevole a parabole che disintossicano la rissa intorno alla realtà.
Leggere libri acquista il valore aggiunto di presidio sanitario.
Pensavo al caso contrario: ciò che è riproducibile, è autonomo dalla capacità dell’osservatore di collegare gli eventi e di leggerli. Se non è l’intuizione a guidare la mano dell’artigiano, la ragione vedrà soltanto dadi e bulloni e non sempre nella stessa sequenza, alterando il risultato finale: quel certo stupore e la meraviglia certa.
Pensavo. Poi la pigrizia. E come la vedo io in un ozioso copiaeincolla di pensieri altrui che non sono mai riuscita a memorizzare, ma a trovare sì.
“Bisogna vedere in azione davanti ai propri occhi queste sostanze all’apparenza inerti, e
tuttavia intimamente sempre disposte, ed osservare con partecipazione il loro cercarsi,
attirarsi, assorbirsi, distruggersi, divorarsi, consumarsi, e poi il loro riemergere dalla più
intima congiunzione in forma mutata, nuova, inattesa: allora sì che si deve attribuire loro
un vivere eterno, anzi, addirittura intelletto e ragione, dal momento che i nostri sensi
appaiono appena sufficienti ad osservarli e la nostra ragione a stento capace di intenderli”.
(Il Goethe di “Affinità elettive”)
Beh, che dire: geniale! Faccio mio questo scritto parola per parola. I libri come presidio sanitario: fantastico! Forse leggerli aiuterebbe anche nella cura della sindrome da complotto.
Domani farò la terza dose di vaccino e poi andrò in libreria a comprare un libro nuovo.. Sono sicura che starò bene!
Ora però voglio ricordare chi non c’è più, ma continua ad accompagnarci: “un vero ribelle conosce la paura, ma sa vincerla”
Grazie Luis Sepulveda,
Grazie Erri De Luca