Viaggio in Europa. (Breve discorso in occasione del premio letterario del Parlamento Europeo, Bruxelles, 7 dicembre 2016).
Due avvenimenti mi hanno rallegrato nei recenti giorni: la cancellazione dell’oleodotto sulla terra del popolo Sioux in Nord Dakota e l’elezione di un presidente ecologista e europeista in Austria.
Sono segnali che dimostrano questo: è possibile resistere allo stupro della propria terra con un’azione civile, collettiva, pacifica, intransigente. Inoltre è possibile proseguire il viaggio in Europa. Do questo nome all’ esperienza e all’ esperimento in corso dal 1993: viaggio in Europa. Da quella data l’Europa ha smesso di essere il continente più frammentato, bellicoso e litigioso del mondo, per diventare un atto politico, il maggiore risultato politico del secondo ‘900. Da quella data l’Europa è in viaggio e io sono un suo viaggiatore. Chi oggi ha venti anni è nato in questo viaggio.
Essere oggi in questa sala, attraversando frontiere aperte, pagando al bar un caffè con una moneta comune, mi rende cittadino, prima che scrittore, europeo.
Provengo dal Mediterraneo, devo alla sua navigazione lo spargimento dei semi che chiamo civiltà. Vengo da una città, Napoli, piantata e irrigata dai Greci. Uso un vocabolario che nominava le molteplici divinità con lettera minuscola.
Ho imparato la lingua latina e la greca, so da dove provengono le parole che dico e scrivo. Conosco la loro biografia e il loro viaggio. Euro è l’antico nome del vento che soffia da oriente. Europa risale al significato greco di ampio sguardo. È quello che serve al viaggiatore.
Il titolo del libro qui premiato, “Il più e il meno”, mi è arrivato da un episodio buffo. Un nipotino invitato al compleanno della nonna, invece del solito Buon Compleanno, le dice: “Coraggio nonna, il più è fatto”.
Alla mia età il più è passato, resta da fare il meno. Ogni macellaio sa che la coda e la parte più dura da scorticare. Intendo spendere questa coda, la parte conclusiva, con la migliore tenacia possibile, con la migliore attenzione per un futuro che non abiterò. In questo mi aiuta la pratica di piantare alberi, rinnovare la vita del mio campo. Pianto ulivi non perché mi aspetto di assaggiare il loro olio, ma perché fino all’ultimo istante non crederò alla morte. Credo al futuro dei miei alberi, più che a quello delle mie pagine.
Il più e il meno: a differenza del mio caso, il viaggio dell’Europa è appena cominciato, il meno è dietro di noi, il più è tutt’intero da inventare.
Erri De Luca
leggo “Viaggio in Europa” e immagino il ponte della tua vitalità Erri De Luca
ai grandi ai piccini
ai furbi e ai cretini
a chi spera o dispera
senza farsi una pera
a chi dice o disdice
in un mondo infelice
a chi dice di più
perché l’amore
è sempre un tu..
ai belli e ai brutti
buonagiornata Valeria
buona domenica
a tutti
valeria scusa la filastrocca infantile,mi viene così,prendila come una malattia dell’età……..
Allora? Sto aspettando di leggere finalmente una filastrocca infantile. Forse che deve essere moderata? Da quando la spontaneità è fattore discriminante tra la piaggeria e la falsa modestia, la spocchiosità e la presunzione? Un infante moderato non è genuino, diamine! Fatemi leggere la filastrocca!
“Dolce è il bacio di Europa
anche se tocca appena le labbra,
dolce anche se sfiora appena la bocca;
non è alle labbra che s’accosta,
ma preme la bocca,
e dal profondo rapisce l’anima intera”
(Rufino)
Più politica per aumentare il margine di tolleranza.
Meno giochi d’azzardo sul grafico di una funzione inversa, che chiamano Europa.
europa dalle molte radici
e dalle troppe voci
quando sentiremo cantare
dopo l’inno alla gioia,
del mondo le troppe tare?
europa bellezza dormiente
così servi poco o quasi a niente
non basta il puro esistere
poco è anche il tollerare
rivalutiamo il fare
dopo il pensare
tolleranza ha un brutto sapore
meglio più uguaglianza
credo nell’uguaglianza dei diritti come base per una nuova partenza europea
dei diritti e dei doveri……..la pena c’è sempre da sempre
Insisto che l’Europa dovrebbe fare periodicamente un test da carico per confutare future intolleranze a visioni realistiche del suo stato di salute. Quando si vive per troppo tempo pensando che ogni giorno sia l’ultimo giorno, la percezione è che stiano creando la domanda relativa a qualcosa che non serve realmente.
Anche’io un giorno vorrei vedere crescere quello che ho piantato: terrò a mente che erano ulivi e non quei girasoli.
rinnovare la vita del mio campo ….sì fino alla fine
Così Kafka
_due possibilità:farsi infinitamente piccoli,o esserlo.La seconda è compimento,dunque inerzia,la prima è inizio,dunque azione_
Europa ancora e ancora il più è tutt’intero da inventare
Raimondo Di Maio mi sei molto simpatico
Chiedo a te ,stupefatta,
e fiduciosa(non è poco di questi tempi)
perché il mio commento(si fa per dire)
deve sempre venir moderato
poi così a lungo..
proprio non capisco.
mi sembra una stravaganza assurda
Tu frequenti da più tempoquesto spazio…
Premiato lo scrittore Erri De Luca, amato dai suoi lettori, loro compongono l’insieme degli amici, dove «il più» fa «il meno» e dove «il meno» fa più. Evviva, evviva alla voce pubblica europea, critica e civile, pacifica e intransigente…
voce profondamente musicale
in attesa di un nuovo libro
quando verra’
Due avvenimenti mi hanno rallegrato nei recenti giorni: Il premio assegnato dal Parlamento europeo ad uno scrittore sovente controcorrente, e la rassicurazione che la nostra Costituzione è salva. Pur se grazie ai voti più disparati, che in massima parte non condivido, pur se spesso disattesa, se ancora minacciata, per ora è salva.
Buon nuovo giorno, Erri.
perché fino all’ultimo istante non crederò
alla morte.
anch’io
la tua scrittura
musica nuova
siamo già futuro.
i nostri piedi stanno sopra
a radici
le nostre mani stringono un libro.
l’Europa è uno stare e un andare un
pensare un cambiare un fare e rifare
forse Europa vuol dire più intimamente
un ritrovare la propria vocazione
liberamente.
nel tuo caso da scrittore nel mio
quella beata del lettore
con amore ni-na