Personaggi celebri intervistati sulle loro carriere, gli inizi incerti, gli sviluppi, concordano con il consiglio di mai rinunciare, never give up. Giustificano così i loro traguardi.
Considero invece una persecuzione di se stessi l’obbligo di costringersi a oltranza.
S’imboccano tante piste che non sbucano, varianti e variazioni, ripensamenti e infine si trova qualcosa che non coincide con le previsioni, gli studi, i luoghi immaginati.
Sono perciò favorevole alle rinunce, al ritirarsi, al ricredersi su se stessi dopo avere tentato.
D’altra parte riconosco anche vocazioni irresistibili che prescrivono una totale dedizione, il sacrificio di tutto il proprio tempo, senza alcuna interferenza, nemmeno affettiva.
Che poi abbiano un riscontro, un risultato, questo non conta per la persona interamente assorta nel compito cui si è dedicata.
Ma al di fuori di questi casi febbrili, apprezzo chi si distoglie in tempo dall’impresa tentata.
Riconoscere il momento di tornare indietro è tra le prime lezioni impartite dalla montagna a chi s’inoltra nel labirinto delle sue pareti.
English version:
About Giving Up
Famous personalities interviewed about their careers, uncertain beginnings, and developments agree with the advice to never give up. They justify their achievements this way.
However, I consider it self-persecution to obligate oneself to persist at all costs.
We embark on many paths that lead nowhere, take detours and make variations, reconsider our choices, and ultimately find something that doesn’t align with our predictions, studies, or imagined destinations.
Therefore, I am in favor of giving up, retreating, or reconsidering oneself after having tried.
On the other hand, I also recognize irresistible vocations that require total dedication, the sacrifice of all one’s time, without any interference, not even emotional.
Whether these efforts yield a result or not doesn’t matter to the persons entirely absorbed in the task they have committed to.
But outside of these feverish cases, I appreciate those who withdraw in time from an attempted endeavor.
Recognizing the moment to turn back is among the first lessons the mountain teaches to those who venture into the labyrinth of its walls.
E poi ci sono quelli che si muovono al buio faticano perfino a riconoscersi come umani e seguono solo una voce. La tua. Il resto è il proprio primo amore. Grazie come sempre. Complimenti per la versione inglese.
Pensavo di essere sbagliata, in montagna ad un certo punto sentivo il bisogno di non arrivare al punto più alto, alla vetta. Mi fermavo a pochi passi da li. Mi andava bene così, tornavo indietro, a volte causando stupore su chi mi accompagnava. Nella vita lo stesso, non arrivare alla conclusione di un obbiettivo che mi ero proposta, e tutti mi giudicavano un poco strana, ma ad un certo punto ho sempre saputo che la mia esperienza si concludeva lì, avevo fatto ciò che bastava a me, non aveva senso andare oltre. Mi fa piacere leggere che come me tra queste righe c’è chi sa cosa vuol dire fermarsi. Che non vuol dire affatto rinunciare.
Villa Napoleone a Ischia?