Ragionare coi piedi: ho imparato a scuola questa espressione di scherno rivolta agli scolari. Non ho avuto obiezioni alla formula finché non ho cominciato a salire in montagna. Nelle salite come nelle discese ho imparato a ragionare coi piedi.
Appoggiarli sul ripido senza farli slittare.
Misurare l’ampiezza della falcata secondo la pendenza.
Guardare i punti di appoggio per i piedi prima di effettuare il passaggio con le dita sulla parete.
Lo scalatore sa che vengono prima i piedi delle mani. Il loro appoggio trovato decide il successivo movimento del corpo.
Si usa l’espressione: intelligenza motoria. In una scalata sta nei pochi centimetri delle dita dei piedi che dettano il passaggio da eseguire.
Il primo traguardo dell’infanzia non è il balbettio di qualche sillaba, ma la statura eretta. L’abilità di reggersi staccando le mani da terra sta nei pochi centimetri del piede. La scoperta dell’equilibrio è il primo entusiasmo.
Ci ho messo mezza vita a capire che i piedi ragionano, con una sapienza che risale alla scelta decisiva fatta dall’homo erectus.
La civiltà umana proviene dalla libertà che i piedi hanno concesso alle mani, staccandole da terra.
Il gioco del calcio ha poi assegnato dignità e valore alla macchina del piede. Quello sinistro di Maradona andava imbalsamato.
Non essendo appassionato di calcio, tralasciare l’ultima parte.
Per il resto sono pienamente d’accordo. Muoversi liberamente nella natura, ognuno con i suoi limiti é la cosa più bella.
Capisco la venerazione che i napoletani (e non solo) hanno per maradona. Tuttavia una delle sue maggiori vittorie la firmò di mano truffando le regole di uno sport.
Preferisco i piedi di molti atleti di altri sport che richiedono sacrifici e impegno serio e costante che i ricchi protagonisti del calcio si sognano.