Da giovani l’età adulta, quella anziana sono incomprensibili. In una canzone dei Beatles si chiedeva: “Avrai ancora bisogno di me, mi nutrirai ancora quando ne avrò 64?”. Alcuni di quei beniamini della loro gioventù hanno poi scavalcato quella soglia di età, così remota se vista dai venti anni da sembrare astratta. La gioventù può immaginare il proprio futuro ma non quello fisico.
Non conosco chi è giovane oggi. Mi capita di essere invitato in un’aula di scuola, di università, ma lì succede che io parlo e i presenti ascoltano. Per sapere qualcosa io di loro, dovrei stare io a sentire.
Una volta un insegnante m’invitò a rispondere alla sua domanda: “Cosa dici ai giovani che sono il nostro futuro?”.
Risposi: “Niente, perché i giovani non sono il nostro futuro. I giovani sono il loro futuro. Il mio l’ho avuto e me ne avanza poco”.
Confermo: i giovani sono il loro futuro, lo avranno, saranno costretti biologicamente a procedere nelle età seguenti, l’adulta, l’anziana, la terminale. Da ognuno di loro dipenderà se avere parte nel progettarlo, nel determinarlo o se lasciare che altri coetanei lo facciano per loro. Tanto accadrà comunque.
Oggi in politica si parla di problema giovanile. Invece di essere la migliore risorsa di un popolo, la gioventù è inquadrata in un’analisi costi/benefici. I più balordi parlano di emergenza giovanile. Da noi qualunque faccenda di ordinaria amministrazione diventa per incompetenza un’emergenza, dalla raccolta dei rifiuti a un temporale.
Quando è toccata a me la provvisoria condizione di giovane, gli adulti erano sulla difensiva. Eravamo numerosi, figli della spinta di dopoguerra a ripopolare, a sostituire i lutti con le nascite. Eravamo eccedenti anche per il servizio di leva obbligatorio che non riusciva a arruolarci tutti. Eravamo eccedenti per assenza di guerra e presenza di antibiotico. Eravamo eccessivi e la prima generazione dotata di cultura di massa. Eravamo assai e gli adulti in minoranza, genitori e pubblici poteri, si sentivano scaduti di fronte a noi, prima che sconfitti.
Dylan poteva cantare loro in faccia: “il vostro dominio sta invecchiando in fretta/ il primo di oggi sarà ultimo domani/ perché i tempi stanno cambiando”.
Presso chi è giovane ora questi versi suonano assurdi. Il potere degli adulti non è stato mai così solido e schiacciante. I giovani da noi sono minoranza di un paese anziano. Molti della mia età pretendono addirittura di invadere il campo e dichiararsi diversamente giovani. Succede l’inverso, la poca gioventù cerca di imitare gli adulti, di essere diversamente anziana nei modi, nei pensieri, nei comportamenti.
Cosa posso dire, coi miei anni che aumentano l’età media di tutti? Non ho prediche ne’ benedizioni. Per chi sente di non contare nulla, ho qualche istigazione alla rinfusa: indipendenza dai pareri adulti, dalla pubblicità, dalle frasi fatte. Istigo a disfare e rifare ogni e qualunque frase, con parole altre. A esibire il privilegio della bellezza contro quella della ricchezza, lo sbaraglio degli amori primi , la possibile forza di rovesciare in un’ora primati e gerarchie, di suonare la loro musica nuova per abbattere le mura di Gerico. Non esistono età e terre promesse, ma tempi e tempeste da attraversare.
Erri De Luca
AMEN
Un classico…
Mi rivolgevo alla Fondazione.
e adesso un po’ di musica….
tutta la classe accetta le tue scuse
amen
Non ho bisogno del contatto visivo per percepire che Erri ci ascolta e parla ad ognuno di noi perché ha un rapporto schietto con se stesso. Per questo non ha bisogno di specchi e lo sento il più idoneo a dare quelle “istigazioni”, di cui sopra. Detto questo, mi scuso per le mie, di elucubrazioni.
com’è profondo il mare.V.D.A. lo
ricorda a una classe un po’ distratta
con toni discutibili
-bada bene-.un po’intimidatorio,
mi pare…..
……
ah le lezioni americane di Calvino…..
.
Ad una classe? Quale classe? Ad uno che si fa in quattro? Ah, certo, i muri! A te ho risposto con un aforisma, estrapolandolo dal contenuto: “E perché no?” Non penso abbia bisogno di usare toni intimidatori perché rispondo di me stessa. E non faccio rispondere ad Erri per quello che scrivo e faccio. Cosmocomiche?
v.d.a.interessante come la
vera identità della ferrante
Erri non si sogna minimamente di rispondere alle elucubrazioni che seguono i suoi articoli! Lui scodella un argomento e i suoi fans ci ricamano sopra versi e prose.
Erri, si ritagli qualche minuto per leggerli, si compiacerà di quante adesioni ha sempre la gara di bravura che lei innesca.
Sto già in attesa del suo prossimo articolo che avrò il “piacere” di gustare, il puro piacere da gustare e non da guastare con i commenti prosaici dei lettori, men che meno il mio.
A questo punto, amico Erri, non dovremmo dare retta nemmeno a lei, e a tutto quello che scrive,dal momento che è un adulto o un anziano, come preferisce, ma solo pensare con la nostra giovane testa, o no? Buon giorno a lei e a tutti. Salomé
Istigo a non fare selfie, ma a fotografare il mondo…
Ciao teso’. Sta girando da parecchio un link dove Anna Magnani diceva.” Lasciami tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una. Ci ho messo una vita a farmele”. Una frase molto bella che dice molto… e questo tuo articolo me lo riporta di nuovo davanti. …Quando vedo la gente accanirsi sul fattore calendario ( l’età per fare figli, per sposarsi, per risposarsi, per diventare questo o quello, per far sparire qualche segno…), il primo sentimento verso loro, la prima reazione: è la pena. “Cosa posso dire, coi miei anni che aumentano l’età media di tutti?” Amo’, ma pecché? Se viviamo più dei nostri nonni, padri, diamo fastidio a qualcuno? Abbiamo l’età che abbiamo, che c’entra il ‘futuro’? Loro hanno il LORO e noi abbiamo il nostro. Quando uno guarda troppo al futuro con apprensione è segno che non ha vissuto bene il proprio passato. Si pente di non aver fatto questo e quello. Vive la vita con i traumi di qualcosa che prima ha fatto piangere e che dopo col tempo dovrebbe far ridere ….e invece sta ancora sul groppone?! ( quasi tutto , non ogni cosa ovviamente, sennò sarebbe idiozia). Non sopporto la sensazione di disfatta di quelli che temono “ Di non esser stato in grado o di non aver avuto occasione di…” E allora? Possibile che non ci si soffermi a dire: “Sì. Ho deciso così a suo tempo perché mi sembrava più giusto per me , e non mi rompete il cazzo”. I giovani… eh. I giovani saranno gli adulti di domani, e faranno io nostri stessi pensieri, i nostri stessi errori di valutazione ( con gli aggiornamenti tecnologici del caso 😀 ) . Sbaglieranno, e qualcuno riparerà in tempo con una scelta da botta di culo, o con un amore di quelli che salva la vita…. o che te la spezza. Chi lo sa? Hai ragione a dire ‘ sono il loro futuro’. Noi non c’entriamo niente ripeto, abbiamo vissuto un altro tempo e chi se l’è speso se l’è speso; al massimo possiamo provare a dar qualche consiglio (che verrà regolarmente preso sotto gamba), ma è giusto che ognuno trovi, nel proprio tempo, il calibro idoneo a misurare il proprio spazio concesso. Nessuno avrebbe potuto dire a te a vent’anni di non prender parte a Lotta Continua. Come nessuno avrebbe potuto dire a me di non partecipare a iniziative passate, rischiose e focose, e in alcune ancora oggi mi tuffo; è così…ed è giusto che sia così. Poi, quelli che si stirano la pelle e fanno finta di avere un’altra età… che scemi . E’ come prendere un’astronave e andarsene, fuggire dalla propria storia, che cazzata. Personalmente, non vedo traguardo migliore che contarsi gli anni con sommo piacere di aver tentato il tutto per tutto per avere una vita piena e felice; e non potrei mai accostarmi a una persona che si rinnega nell’età corrente per rifugiarsi in una giovinezza perduta (e che forse mai ha realmente vissuto o avrebbe osato vivere!). Quella gente lì soffre di inconsistenza caratteriale a qualsiasi età. E, mancando totalmente di buon esempio (pure per mia nipote) e della giusta maturità per poter dare consigli da donna perbenino che suppongo mai sarò, prego Dio di una cosa per i giovani che verranno: di viversi intensamente ogni scelta, ogni amore, ogni sbaglio con tutta l’anima, e render la vita degna di esser vissuta, di modo da inciampare in ogni ruga futura con un sorriso, senza rimpianti idioti. Invecchiare è un lusso Erri, in qualche modo diventiamo petulanti. Vogliamo trasmettere qualcosa ai giovani anche se diciamo di no, insegnare a non sbagliare, guidare… pensiamo che i nostri errori li possano salvare, diamo tante, troppe volte per scontato che avendo raggiunto una certa età (e una certa posizione nel tuo caso), i ragazzi ci ascoltino per dovere di apprendimento, di rispetto; ma lo sai anche tu che è inutile . Tutti i giovani hanno la testa dura. A noi adulti non resta che sperare che non sbaglino troppo. E goderci… come hai detto? Il poco futuro che avanza? ( Ma chi l’ha ritt ca è poc? :-O … e comunque, poco o tanto che sia, va bene così, l’importante è passarlo con le persone giuste e con amore e letizia. E anche con un po’ di allegria … quella che non posso nominare ma che hai capito benissimo, ca nun simm manc’ da jettà!)
E adesso avrei tanta voglia di mandarti una cosa sui giovani scritta qualche anno fa… ma non lo posso fare. Per cui… attendo di essere ‘calmierata’… come al solito… E calmieratemi , và… a Erri … lascio fare.
E facit’ appiccia’ o turacciolo! (Grande!)
Mi torna in mente la poesia di Lee Masters, “Ci vuole vita per amare la vita”. E che il vento contende al mare il primato di saper plasmare la roccia.
Sono sempre stata dall’altra parte, mi hanno messo là. È solo che adesso il mio “dentro” comincia a coincidere con il mio “fuori”.
perché adesso?
Bada bene: perché la forma ha le sue regole e i suoi tempi e non ammette eccezioni. Non così per il contenuto, instabile, in ritardo, che si nutre di momenti rubati ad una vita, glorificati nella semplificazione o nella complicazione di un’altra soltanto per starci dentro.
Per il contenuto vale la regola: salta la botta di culo, salta anche un pezzo di vita. Per la forma, una cicatrice sta lì per ricordati chi sei, che c’eri e che sei qui a parlarne.
Mi avvio ai 50 con la consapevolezza che la completezza della forma è come l’acqua nel bicchiere, non è un lusso tanto meno un’ideologia che svuota del senso e di responsabilità ogni parola e quindi l’azione.
Perché adesso? E perché no?
Pregevole riflessione quella di Valeria Dell’Anna del quattro ottobre 2016 ore otto e cinquanta. Mi piace la contesa del vento e del mare che, pure, alle mani dello scultore fan verso, o queste a quelli. Mi piace questo dirsi altrove, da un’altra parte dove ti hanno messi per esser-ci, questo essere il frutto di uno spostamento mi restituisce il senso di una globalità planetaria piuttosto che l’abbandonarmi a considerazioni legate a psichismo deresponsabilizzante – quanto pesa questa psicologia che oggi prende il posto e fa il verso ai tempi in cui tutto l’umano pensiero era passato al setaccio della “religione”. A proposito del dentro che coincide con il fuori, se oscilliamo un po’ possiamo dire che in tempi di guerra e questo é tempo di guerra, di tensioni che ci precipitano addosso, di breve distanza, quell’aver messo “adesso” la coincidenza tra dentro di noi e fuori di noi parla una sua lingua rispettosa, quando viene in mente che ci vuole vita per amare la vita
Grazie, Amedeo.
Quel “Sono sempre stata dall’altra parte” , mi colloca in uno spazio-tempo indefinibile, perché le mie passioni e il mio idealismo sono sempre stati fuori moda e quindi “vecchi”. Più dell’invidia altrui, ingiustificata, ha potuto isolarmi il mio ottimismo e caparbietà nel raggiungere la vetta. Ho speranza nell’Impero del vintage. Un saluto.
Erri, credo che l’errore più grande della nostra generazione sia quello di non aver continuato a ribellarsi aprendo un dialogo con i più giovani e a cui affidare poi la staffetta! Ora abbiamo un abisso di ricordi, di rimpianti, di incomprensioni che non interessa a nessuno colmare e comprendere, Viviamo una società che parla lingue diverse e sempre più individuali perchè non esistono tracce comuni da seguire e tramandare…
Ti prego, come coetaneo, di leggere il “Dialogo fra un anziano e i giovani 2.0” che ho inviato alla fondazione, ci sono tanti punti in comune…
Grazie delle tue riflessioni profonde, Mime
64 negli annisessanta era una venerabile età, quasi invisibile per chi ne aveva 20 e
pensava che i tempi stessero cambiando.
E in parte cambiarono
ILdono della maturità, per me,è aver capito
che ,forse,nel più o nel meno siamosempre fuori luogo solo sappiamo di saperlo e questo non è poco nel poco
A QUASI tutti queste parole di Barthes
Sapientia:nessun potere,un po’ di sapere,
un po’ di saggezza,e quanto più sapore
possibile