Omero chiama il Mediterraneo “igrà kèlefta”, una strada liquida. La sua migliore definizione doveva essere data al mare da un poeta.
Dalla sua strada è arrivata la storia, sbarcata sulle nostre sponde da naviganti esperti in legni e vele. Da una piccola isola greca, Kalavrìa, viene probabilmente il più vasto nome di Calabria. Napoli, nea polis, è greca d’invenzione e fondamento. Roma, secondo Virgilio, ha origine dal viaggio di un profugo di guerra, Enea, da Troia.
In un volo aereo mi sono trovato a percorrere lo spazio tra Barcellona e Salonicco, la Tessalonica dei viaggi e di un paio di lettere di San Paolo. Passavo sopra la lunghezza del Mediterraneo, sopra navi da crociera, pescherecci, piattaforme petrolifere, barche a vela, zattere da naufragio, navi salvagente, sopra i i destini opposti in viaggio sulle onde.
Passavo sulle rotte di Ulisse e di Enea, su quelle dei crociati e dei pirati, sulle migrazioni delle cicogne e delle donne incinte, in vista del Gran Sasso e dell’Olimpo.
Passavo sopra le isole delle prigioni, dei villaggi vacanze, di esilio e di riprese cinematografiche. Ho ricordato di avere assistito alla battaglia navale tra la flotta di Roma e quella di Cleopatra, nel film che si girò davanti a Ischia, in un’estate degli anni sessanta.
Passavo sopra saline, altari, cimiteri, sopra vulcani attivi e ciminiere spente di altoforno e di raffinerie, sopra l’opera nostra che non resta. La storia del Mediterraneo è un effetto della sua geografia. L’Italia è innanzitutto la sua più pronunciata penisola, piazzata al centro delle linee di navigazione delle civiltà.
Dal finestrino dell’aereo prendevo appunti da una posizione panoramica, provando affetto per la strada liquida stesa qualche chilometro più in giù.
Ero in una sua rotta tra le nuvole, diretto a un lungomare dove se ne sta impettita e gigantesca la statua equestre di Alessandro Magno rivolta verso oriente.
Erri
Buongiorno, chiedo scusa il commento non è pertinente, ma non ho trovato il riferimento al mare liquido di Omero da nessuna parte… qualcuno mi può aiutare (mi serve per citarlo correttamente)
grazie
la coscienza collettiva è una lenta sedimentazione.Ubuntu
accade ,quando accade,dopo un ‘infinita
meditazione
prima e dopo e durante ogni evento terrificante
sotto il sole spesso lo stesso orrore
ma la vita chiede vita,chiede amore
Ubuntu: subliminale per “coscienza collettiva”. Non altro. Né prima né dopo Manchester.
Sono una fan de la Sirenetta II e speravo che la prassi soppiantasse la teoria. A Milano o altrove, forza!
la teoria è spesso fuga in avanti
ma a Milano erano davvero tanti
Domani a Milano Italia piccola spallata colorata per tirar giù i muretti che impediscono a tutti quelli che abitano da tempo o sono appena arrivati,uguali diritti e doveri._Siamo fatti per vivere all’interno di una fragile rete di interdipendenze………Chi riconosce la necessità di mantenere in vita la rete possiede una qualità preziosa designata dalla parola ubuntu,La si potrebbe tradurre con _civilizzato_Così in un libro di Todorov.Domani con un’alzata di spalle,credo,festeggerai ,forse, il tuo compleanno.Ti regalo ubuntu,una parola nuova e meravigliosa.
Ancora auguri e un abbraccio
Un altro anno è passato, Erri.
Uno di più e uno di meno.
Troppo tempo senza poter gustare ancora un capolavoro come quello.
Spero che la mia attesa sia breve, o sarò costretta, a malincuore, a rileggere i suoi precedenti.
Auguri di un lungo anno sereno.
Mi capita,e non sembri strano.di parlare
con chi non c’è.Non c’è ora ma c’è stato.
È un dire più sincero, più vero del vero.
Un ascoltare più attento anche al fruscio
che sento in risposta.C’è spesso un vento
dentro di me quando sono viva e sento
il tempo sincronico così intenso a volte,
che disorienta un poco.È il momento in cui
mi chiedo dove sono ora e adesso che sarà.Sto attraversando un ponte color
arcobaleno,con una forma insolita che
Non ho mai visto prima.Adesso è una
salita poi discendera.Nel luogo in cui
sarò sempre con me saranno i miei più
grandi amori,le amiche più leali,il poco che
ho capito e il resto che non so.
Non si è mai soli per niente, chi lo
sostiene,mente
Più che alla dispersione di un troppo che abita la descrizione nel pensiero occidentale, che è la coabitazione litigiosa del soggetto e del dio come significante e significato, è il linguaggio che ci è negato, quello che si vede da quella posizione panoramica: l’impedimento di sdraiarsi accanto, far esistere sulla propria distanza, gli accadimenti senza farli vibrare in noi. Il dio cacciato ritorna. In oriente, invece, il gesto sottolinea l’esistere, senza correggerlo. E’ questo l’Oriente che abita Alessandro Magno.
come sono diversi i voli a una certa età,nella testa si addensano mille cose diverse,i libri che abbiamo letto,spezzoni di vita,la terra e le rotte che non conoscevamo da giovani perchè quello che ci si aspettava dai viaggi era l’avventura,la scoperta di chissà cosa……..contagioso entusiasmo che oggi a qualcuno può sembrare ingenuità,non a me.
E’la vita,Erri ,sono 67 ben portati.Hai tante cose addosso,parlo di qualità.Di te non si può dire che hai fatto retromarcia ma ,pure controvento,i tempi sono tirchi,
continui ad attraversare cieli deserti e mari,con un’ostinazione che spesso fa pensare alla disperazione o alla dispersione di un troppo che ti abita.
Son stata io ,al contrario,un figliol prodigo anche se a modo mio e forse lo sono ancora perchè non ho qualità ma solo una vocazione, che ho sempre avuta, che sale dal profondo e,nel tempo buono ,la chiamo libertà.
Se poi ci pensi bene, credo che sia così,ognuno dice sì al mondo che troviamo e ognuno a modo suo e non c’è niente di strano se non si fanno danni,danni consapevoli intendo.
Poi si può sempre dire che la mancanza di attenzione è qualcosa di più della distrazione.E questo è assai vero,questa è la mia pena,la mia luna storta
Non so quanto a te importa…………..volevo solo farti gli auguri
Da ovest ad est, da est a ovest, il Mediterraneo percorre…Corre per…
Ti sia propizio aiòn, Pindaro, nei voli a cavallo delle correnti ascensionali dei flussi onorici che collegano più rapide strade sotterranee al tuo lento mutare; ti sospinga speranza, più forte della brama di ricchezza, ma ti ricopra kairòs in coscienza.