L’alta carica di governo, a commento di fotografie di bambini annegati e dei loro corpi spiaggiati, dichiara: ”Immagini inaccettabili”. L’alta carica dispone dei mezzi per evitare che dei piccoli migranti affoghino. Inaccettabile è il suo turbamento, la pubblica ipocrisia dell’autorità responsabile. Non si tratta d’impotenza nella gestione dei richiedenti asilo (ogni emigrante ha titolo per farne richiesta). Si tratta si persecuzione a danno di passeggeri alla deriva. Con i più cavillosi pretesti trattengono in porto le imbarcazioni dei volontari impegnati nei soccorsi. Si pagano trafficanti di esseri umani perché traffichino meno. Si praticano respingimenti in massa in terra e in mare. Si istiga al naufragio con omissioni di soccorso. A saldo di queste misure si aggiunge la frase sgomenta del presidente di turno: immagini inaccettabili. Oppure secondo lui le cose stanno così: inaccettabili sono solo le immagini. I naufraghi devono avere la decenza di non portare i loro corpi a riva. E in caso di ripetuta indelicatezza da parte loro, almeno si evitino le immagini. Si volti dall’altra parte, eccellenza, cambi canale, volti velocemente la pagina con quelle immagini. Faccia che non esista documentazione delle risultanze del suo operato. L’immagine qui allegata si addice meglio ai suoi gusti. Ricordo la strofa di una canzone di protesta. La scrisse e la musicò Paolo Pietrangeli nel 1969 a proposito di un operaio precipitato da un’impalcatura: ”Ti ho visto lì per terra/poi ti ha coperto il viso/ la giacca di un padrone che ti ha ucciso”. Oggi si risparmia la giacca. |
Verissimo, purtroppo. Falsità dei governi europei, tutti pronti a versare lacrime di coccodrillo. E un assurdo massacro continua da anni.
Europa unita solo nella responsabilità di una carneficina spietata!
Per comprendere davvero le sofferenze di chi arriva in Europa, consiglio il bellissimo libro di Alessandro Leogrande, purtroppo scomparso prematuramente, La frontiera.
Ripenso alle parole di un vecchio brano di Daniele Silvestri suonato sulle note degli Inti-Illimani:
“La fregatura è che è sempre un altro che paga
E c’è qualcuno che indaga per estirpare la piaga
Però chissà come mai qualsiasi cosa accada
Nel palazzo lontano nessuno fa una piega
Serve una testa che cada e poi chissenefrega
È solo l’abbaglio di chi da dietro giura
Che ha la coscienza pura
Ma sotto quella vernice ci sono squallide mura
La dittatura c’è ma non si sa dove sta
Non si vede da qua
E se non hai morale
E se non hai passione
Se nessun dubbio ti assale
Perché la sola ragione che ti interessa avere
È una ragione sociale
Soprattutto se hai qualche dannata guerra da fare
Non farla nel mio nome
Che non hai mai domandato la mia autorizzazione
Se ti difenderai non farlo nel mio nome
Che non hai mai domandato la mia opinione
Finché sei in tempo tira
E non sbagliare mira
(Sparagli Piero, sparagli ora)
Finché sei in tempo tira
E non sbagliare mira
(Sparagli Piero, sparagli ora)”
2002. Eppure sempre tristemente attuale.
Ci dicono Siamo uguali
ma io vorrei sapere
uguali davanti a chi?
uguali per che per chi?
E’ comodo per voi
dire che siamo uguali
davanti a una giustizia partigiana.
Cos’è questa giustizia
se non la vostra guardia quotidiana.
E’ comodo per voi
che avete in mano tutto
dire che siamo uguali davanti a Dio.
E’ un Dio tutto vostro,
è un Dio che non accetto e non conosco
La lettura di questo articolo mi ha fatto venire in mente la canzone di Enzo Jannacci “la fotografia”, il testo parla dello sconcerto di fronte ad immagini di morte, che si vorrebbero cancellare, ma invece è proprio il caso di guardare perché restino ben impresse negli occhi dei sopravvissuti.
Già, I corpi si ma le immagini no. Questa logica urta sistema nervoso e sensibilità al pari della tragedia.
Vorrei che il presidente del consiglio leggesse queste righe e che, per un momento, provasse vergogna per l’ipocrisia praticata e rappresentata.
Grazie a Erri De Luca per la sua umanità.
Marina Farzini