Ho potuto vedere di recente una serie televisiva dal titolo “Gambetto di Regina”, incentrata sugli scacchi e su una giovane campionessa.
Ho ricordato la mia scarsa abilità nel gioco imparato da mio padre. Mi piaceva seguire sulla scacchiera le partite giocate dai campioni. Solo vagamente percepivo la profondità delle scelte strategiche che affioravano alla superficie delle caselle con una semplice mossa.
Dei pezzi del gioco mi piacevano gli otto pedoni che possono muoversi solo in avanti e di un solo quadrato. Non hanno ritirata e sono i primi a essere sacrificati.
Vedendo la serie, ho ritrovato l’ammirazione per la scacchiera, piccola e capace di insondabili calcoli. Su di essa la sfida è allo stato puro, senza intrusione di fortuna e caso.
Occasione di questa nota è il passaggio dalla finzione di “Gambetto di Regina” alla realtà.
Una vera campionessa mondiale, Anna Muzychuk, Ucraina di 27 anni, ha scelto di boicottare i campionati mondiali che si svolgeranno a Riad, in Arabia Saudita. Perderà il titolo e il montepremi degno del paese degli sceicchi.
“Per non indossare un velo, per non dovere essere scortata da un uomo, per non sentirmi sottospecie umana”.
Sua sorella Mariya, anche lei campionessa internazionale, condivide la scelta e non andrà a Riad.
La notizia è sommersa da clamori maggiori, ma per me è d’importanza superiore. Dignità sottomesse e calpestate vengono lasciate correre perché imposte da una tirannia straricca. La decisione di Anna e di sua sorella ha intanto il significato di togliere gli scacchi, e lo sport in generale, dal recinto sigillato del perimetro di gioco, al di fuori del quale il mondo non esiste. Loro due si prendono il carico di un atto di accusa e accettano le conseguenze del loro rifiuto di fare da belle statuine nella vetrina di un paese che umilia e incarcera le donne.
Le nazioni intrattengono con l’Arabia Saudita relazioni intorbidate dal petrolio. I popoli invece sono fatti di persone e in questo caso di ambasciatrici di coscienza civile che rompono le righe del silenzio e delle complicità in affari.
Senza altro titolo di quello conseguito dalla loro bravura, Anna e sua sorella si espongono isolate a difesa di donne umiliate da leggi discriminatrici.
La mossa di Anna, la sua coraggiosa spinta in avanti del pedone, dà scacco al Re di un paese che nega i fondamentali diritti.
Grande Anna, e grazie di averci fatto conoscere questa bella storia. Vorrei dedicarle una mia poesia scritts anni fa dalla raccolta “I giochi della vita” che s’intitola appunto Scacchiera.
Le torri dei gran sogni
Son cadute giù
I cavalli nel futuro
Non salteranno più
Potrei fare la regina
Con amanti alfieri
Faccio sempre la pedina
In giorni bianchi e neri.
Il mondo è una scacchiera
E si protegge solo il re
Cambio gioco questa sera
E divento dama vera.
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