In una pagina del Talmud si legge: ”Rav Johanan ha detto: dal giorno della distruzione del Tempio [di Gerusalemme] la profezia è stata tolta ai profeti e data a folli e bambini”.
Per profezia si intende una missione assegnata dalla divinità a un suo inviato. Non è profezia il pronostico, l’oroscopo, la divinazione, perché senza nessun mandato dall’alto. La profezia dovrà serpeggiare clandestina, sotto sembianza di bambini e folli, anche loro figure in margine, che non predicano e non salgono su un pulpito. Afferrano e affermano brandelli di avvenire.
Chi sono i folli e i bambini di adesso?
Quelli che si preoccupano dell’avvenire del mondo, che è il campo assegnato alla profezia.
L’astronomo che scruta gli anni luce, intento a intravedere gli abissi del tempo e dello spazio.
La studentessa svedese che organizza un piccolo sciopero scolastico per il clima futuro e coinvolge la sua generazione, bisognosa di profezia.
L’Ucraina campionessa mondiale di scacchi, che boicotta il torneo mondiale che si tiene in un paese che nega alle donne diritti di essenziale dignità. E così decade dal titolo e rinuncia al montepremi.
Chi recupera il vetro, chi ricicla plastica, chi pianta alberi, chi si entusiasma per il Canto delle Creature di Francesco di Assisi, non ancora santo mentre lo scrive, anzi è un irregolare.
“E amerai il tuo vicino come te stesso”. Prima di Gesù, che ne è interprete, la frase è nel libro Levitico. Non lo leggo come un comando, né un’esortazione: è una constatazione. Sarai capace di amare te stesso, tanto quanto amerai il tuo vicino. La misura di amore che verserai sull’altro sarà esattamente quella che potrai applicare a te stesso. È una notizia sulla natura umana. L’altruismo coincide con l’amore per se stessi, i vasi sono comunicanti.
L’egoista non ama se stesso, si perseguita anteponendosi agli altri, si isola, si lega e s’incapretta da solo.
Si sta in un tempo di attesa. Non sarà sciolto dall’avvento di un vaccino.
In tempo di attesa e di ascolto va intesa la voce sottile dei folli e dei bambini.
Foto: Breugel, Proverbi Olandesi, dettaglio
Sì, è vero che viviamo in un periodo di attesa. È come stare ad un bivio, ubriachi di energia latente di trasformazione. In un punto preciso, chi intende quantificare in denaro questa energia è meno folle di chi, amandosi, non ammette vasi comunicanti intasati. Per chi si trasformerà questa energia? Per mano di chi la profezia cesserà di insistere sui cardini di un’inutile porta messa lì a contenere le uscite? Sì, è vero: nessuno si salva da solo.
Caro poeta, su una delle tante pagine che persone e fb mettono a disposizione per chi vuole conoscere qualcosa in più su altre culture, trovo spesso richiami al Talmud, alla Torah. In molti tuoi scritti li ritrovo, e sono sempre interessanti. Questo passaggio è proprio ‘ebraico’, nel senso di durezza tipica, Il Signore che dà, il Signore che toglie. Così doveva essere il rapporto tra Dio e il suo popolo finché si son parlati, molto trafficato… e così, Dio ha tolto ai profeti e ha dato le sue istruzioni ai folli e ai bambini…perché? Ci ho pensato un po’ sopra, e tolta l’evidenza della punizione, rimane la sostanza che a folli e a bambini nessuno presta attenzione, se non le orecchie più raffinate. Quando un folle parla è trattato alla stregua dell’ubriaco. Quando un bambino parla è ‘un bambino’, inconsapevole (al massimo: un rompipalle). Ma solo le persone che hanno tempo da spendere per qualcuno sanno piantare i piedi a terra e prestare orecchio, perché nel caso del folle: ‘in vino veritas’, e perché i bambini quando parlano dicono solo la verità, non sono sporcati da alcun pregiudizio. ( Mi chiedo se sia stesso parametro usato da Maria per le apparizioni degli ultimi secoli, praticamente tra Lourdes, Fatima, la Salette e Medugorje è apparsa solo a bambini ignoranti… qualcosa deve pur dire). Quindi abbiamo un Dio scocciato che mischia le carte: la punizione è Salomonica, non è solo per chi viene privato di un privilegio, ma anche per chi deve accogliere un messaggio da improbabili messaggeri. Il succo starebbe nell’ideale domanda: sei in grado di ascoltare quello che ho da dirti se chi lo dice non risponde all’immagine che ti sei fatto del messaggero? Riesci a distinguere tra messaggero e messaggio? Nel tempo l’umanità ha risposto più volte negativamente, partendo da Gesù Cristo a venire in giù … molti sono stati i messaggeri di pace, di uomini e donne che gridavano dal deserto di mille egoismi. Gente il cui nome è anche passato alla storia ma che ha dovuto morire affinché il proprio messaggio fosse ‘eterno’, e solo quel Signore scocciato sa quanti ne devono ancora passare per accettare noi stessi e gli altri alla stessa maniera. Io non sono così ottimista nel tuo augurio a prestare orecchio, vedo una involuzione verso l’io in quest’epoca di pandemia, in parte umana in parte opportunista; una involuzione brutta, di quella che pensa a sé e al massimo al proprio giardinetto e fanculo quello del vicino se brucia. Tutto oltre le tue parole mi fa credere che sono ancora lontani i tempi in cui l’amore per se stessi si livelli a quello del prossimo, o che si presti orecchio di voci giuste ma per cui è necessario lo sforzo di tendersi per ascoltare. Capiterà (e chissà in quale futuro) che quelle voci saranno urla, che i profeti se ancora esistono staranno piangendo per disoccupazione, che folli e bambini saranno ospiti di un mondo privato, che non avremo alcun vicino a cui chiedere il sale e lo zucchero e che i pochi che avranno ascoltato senza ausilio di apparecchi acustici saranno vivi, sì, ma sul pianerottolo della distruzione. Questo capiterà, se non sapremo distinguere tra messaggero e messaggio. Ma poi… quanto siam piccoli ad averne bisogno… e forse, dopo tutto quello che aveva lasciato al suo popolo, Dio ci sta dicendo anche questo. Ciao Poeta, tvb <3
Stupendo. Grazie!