Mentre insistono misure di ostruzionismo contro chi emigra in Italia, gli Italiani se la stanno squagliando. Nel 2018 altri centoventimila nostri sono diventati altrui, prendendo residenza oltre confine. La gran parte è di età inferiore ai 44 anni.
Si aggiungono agli altri CINQUE MILIONI di iscritti al registro degli espatriati. Fratelli d’Italia, l’Italia si svuota, dell’elmo di Scipio non sanno che farne.
Insieme all’astinenza delle gravidanze e al conseguente invecchiamento della popolazione, si va formando l’immagine di uno spettacolo teatrale con una platea che si dirada, durante la recita di una commedia scadente.
Gli attori sulla scena, compresi nella loro parte, si sforzano di pronunciare con piglio da guitti le battute mediocri del suggeritore, senza accorgersi che gli spettatori in sala si avviano all’uscita.
La platea Italia è in via di evasione, mentre il guitto scruta l’orizzonte e strepita che vede un’invasione.
Inutilmente i contabili lo avvisano che gli incassi delle serate sono al ribasso e si lavora in perdita.
I milioni di Italiani all’estero vanno a spendere risparmi, guadagni, pensioni in altri teatri.
Nella frazione vicina alla casa che abito in campagna, si abbassano saracinesche di negozi. Manca il rumore opposto, mattutino, che le solleva in alto, esaurite le forze per rialzarle.
I centri commerciali hanno il valore d’uso di aree pedonali, si va per passeggiare.
In scena intanto il comico dice la battuta che è colpa dell’isola di Malta e la sua spalla aggiunge che è colpa della Francia.
I giornali e l’informazione hanno per primo titolo a tutta pagina il resoconto e commento delle canzoni di un concorso a premi.
La fine dalle nostre parti non ha bisogno di nessun meteorite che estingua dinosauri, le basta la formula dell’evacuazione della sala, insieme allo svuotamento di cranio dei rimasti.
Al guitto spetta l’ultima battuta: ”Prima gli Italiani”.
Gli manca il resto della frase : ”Abitavano in Italia”.
Purtroppo la platea del guitto continua ad allargarsi. Ma ho i miei talismani, me li ha suggeriti Bruno Tognolini.
“Perché c’è tra gli inverni uno così infinito
che, se il tuo cuore sverna, resiste ormai per sempre”
R. M. Rilke
“Se sapremo restare in piedi
Quando tutti gli altri cadono
Noi dureremo oltre l’inverno
Passeremo la tempesta
Dureremo oltre i venti freddi
Che portano ghiaccio e neve
Dureremo oltre le lunghe notti
Finché il verde campo crescerà di nuovo
Crescerà di nuovo”
Peter Gabriel
Ora hanno aizzato i delinquenti di Rancitelli (qui a Pescara quartiere mala) perché serve anche conquistare questa città che non ha problemi di sicurezza. A maggio si vota. C’aripigliamm tutt chell chè nuost! Clara Giovanetti
Non ho capito se questa canzone sia un capolavoro, un capolavoro di spoiler, dei due un vaticinio…
E se toccasse all’ultimo spettatore l’ultima battuta?Ho sempre pensato all’italiano come esempio vivente di ribaltamento di ogni pronostico:
“Prima gli italiani…” e dal fondo della sala:
“Prego, dopo di voi” (potenza della mimica, mani dietro la schiena, che va oltre la parola e sottolinea la bontà del gesto!)…
Oppure lasciare il testo, restando comunque nel dubbio che quello stesso spettatore lascerebbe la platea prima di dare una stoccata al finale e provocare gli dei. E quindi:
“Lasciatelo finire!”
Immagino Sisifo che italianamente ferma la palla al centro.
L’involgarimento del linguaggio porta alla sconfitta delle parole e della vita.E’finita la pacchia?Per molti e non solo giovani,non per tutti.
Questo folle vento passerà ,l’Italia e l’Europa non diventeranno un parco giochi.Addà passà a nuttata
(Se fossi un politico avvertirei dietro al collo una scoppola di portata secolare … ma da cittadina comune avverto solo il vuoto nelle mani). Caro Poeta, io non so dove possano nascondere la faccia tutti i politici e tutti i facenti parte del sistema economico di questo paese davanti alle tue parole. La tua denuncia risuona come una campana di allerta, e fa comodo a questa classe dirigente la sordità del chissenefotteandiamoavanti comune a ogni governo che si cimenti. Proprio non la vogliono capire, fanno come se andasse tutto comunque in qualche modo avanti, senza accorgersi che in molti o son tornati indietro o deviano o si sono semplicemente fermati. Porto un esempio simbolico, ma che penso valga per tutta Italia. Sai che per scelta ho ripreso gli studi e Torino, città fortemente depressa, è purtroppo una piazza scomoda per gli studenti, incattiviti dalle dure condizioni di assenza di strutture e di possibilità dopo il percorso di studio. Bene, io non sento altro da questi giovani che domandare: “Quanto ti manca alla tesi?” …domanda due: ” E dopo dove ti sposti?”. Non ti dico le risposte, roba che solo da quelle denoti l’enorme variazione di trasformazione della società. Una volta avresti sentito: ‘vado a lavorare nello studio di papà…’, oppure ‘faccio domanda in Fiat, alla Pirelli, all’Indesit, aspetto il concorso e faccio l’insegnante…’. Ora senti dire “Mi hanno proposto uno stage in Germania; vado America in un centro ricerche; mi hanno offerto un lavoro in Lettonia!” (Cazzo fa uno in Lettonia???). In Italia… niente. Non senti mai neanche dell’opportunità in altre città, tutto bloccato, niente concorsi, niente lavoro. (Che poi mi chiedo, tolta me che sono una matta slegata che a quarant’anni suonati riprende a studiare, che cz di senso ha prendere una laurea se poi il tuo Paese non ti dà lavoro?) La soluzione è : PRENDI LA LAUREA E SCAPPA? Ci dobbiamo rassegnare ad aver formato giovani (in gamba, credimi, perché il sistema universitario non è per niente facile da sopportare!) per poi vederli andar via ad arricchire altri paesi?… E fosse solo quello ( perché dai giovani te l’aspetti che vogliano viaggiare, anche se ora in realtà sono costretti): mo’ anche i pensionati scappano: PRENDI LA PENSIONE E VAI IN PORTOGALLO, roba inedita e inaudita; pur di sopravvivere ci si allontana anche dai nipotini, una bestemmia per il nostro sistema culturale. Siamo alla valigia di cartone e biglietto di seconda tramutata in trolley e last minute verso la Gran Bretagna, che culo: siamo in evoluzionismo migratorio pezzente ma non troppo ma, come dicono a Torino: ‘A và tut bin Madama la Marchesa!’, salvo poi scoprire che il marchesato è decaduto e la Marchesa fa marchette per sopravvivere, e con quello i sogni di gloria di un paese sedicente liberal-democratico. Grazie per aver toccato l’argomento, qui son tutti ottimisti sulla fuffa di un governo che in realtà produce solo chiacchiere e confusione, e niente prospettive serie. Chissà che la tua parola li svegli <3 Ciao Poeta TVB
Straordinaria metafora il teatro con la platea che perde posti e vita Grandissimo Erri…