Coi giorni di primo freddo invernale si affretta il tempo di macellazione del maiale. È il culmine di un’usanza millenaria, rimasta nel solo Cristianesimo, esclusa dagli altri due monoteismi diramati da Abramo.
È un rito antico di squartamento e accantonamento di provvista familiare, a coprire l’annata.
Roberta Dapunt, poeta, amica, scrive “Nauz” ( editore Il Ponte Del Sale). Nella sua lingua, il Ladino di montagna, nauz è la mangiatoia. Roberta scrive nei suoi versi la trasfigurazione in sacrificio di un’usanza, l’opera di addetti scrupolosi che svolgono in silenzio un giorno di lavoro e ricorrenza, da prima a ultima luce.
Non ho assistito a una maialatura, ne conosco i risultati in tavola. Sono grato a Roberta di avermi fatto stare accanto a lei e a coloro che praticano il rito aspro e sapiente, che fa inorridire il cittadino senza togliergli l’acquolina in bocca.
Erri
“Avete mai sentito le grida che vengono da un macello? Bisognerebbe che ognuno le sentisse, quelle grida, prima di attaccare una bistecchina. In ogni cellula di quella carne c’è il terrore di quella violenza, il veleno di quella improvvisa ultima paura dell’animale che muore” – Tiziano Terzani dal libro “Un altro giro di giostra”
Impediamo il dilagare di allevamenti intensivi che non badano alla salute dell’animale ma al guadagno proveniente dai grandi numeri. Ma non si può sterilizzare un intero regno animale, compreso l’uomo, per evitare la distruzione di un intero ecosistema e l’implosione del cervello umano.
………amen………
Ho avuto modo di ascoltare dal vivo la poetessa Roberta Dapunt. Ho provato un disgusto connesso alla profonda ipocrisia dei suoi versi. Celebra la vita del maialini, del vitello, della mucca nella stalla. Celebra la loro vita, finquando non le viene fame. Allora ecco la mistificazione del sacrificio, dell’animale che s’immola alla natura operosa dell’uomo. Il fatalismo animale che incontra lo specismo suprematista dell’uomo, nei macelli luoghi nascosti di aberrazione, probabilmente celebrazione massima dell’ipocrisia del mondo.
l’ipocrisia oggi non è velata o nascosta ma sogghigna apertamente sui nostri mari e nei macelli in angoli dimenticati del mondo
vi prego di guardare la lezione di un maestro: Ezio Bosso.
cercatelo ( rai tre.)
un incanto stasera alle 8 e 30.
Vero. Non è la prima volta che lo ascolto. Ed è sempre una lezione di vita.
I tempi sono questi,difficili a-venire,cerchiamo di
riempire, lo spazio che incontriamo, dandoci una mano,
una buona mano.Cerchiamo, se riusciamo, di comportarci
bene,almeno……. un po’…abbastanza……….Poi forse sì,
un giorno, misureremo la distanza………………………………
Destinare la poesia alla mattanza del bestiame per il fine anno … 😀 questa poetessa dev’essere una persona particolare, molto legata al territorio. A quelli che (leggo) si sconvolgono tanto da questa antica usanza, dico che certe pratiche alimentari sono santificate dalla fame dei secoli della povera gente… uccidere un animale non è mai atto semplice. Li vedi nascere, li nutri, li tratti con amore e poi, per necessità , li usi come alimento. Così era, così è. Sì, per i più fortunati oggi c’è la scelta alternativa di non mangiare questo e quello, appellandosi a nuove culture alimentari e a pregiudizi che risuonano più come scrupoli di coscienza vacui. C’è poesia invece, nel radunarsi in un momento serio dell’anno contadino, fatto di raccolte, spremiture, lavoro e condivisione. E anche nella spartizione di un cibo nobile, quello delle feste e delle ricorrenze anche religiose, che è sì un sacrificio e in quanto tale va rispettato, per tradizione civile, per onorare il ricordo di chi non può più condividere, per la convivialità che da esso emerge. Un po’ più di comprensione umana non guasterebbe. La mia solidarietà alla poetessa della tradizione campestre. Ciao Erri <3
che clamore è diventato questo spazio contenitore….poche parole e si scatena Babele.M,Gualtieri scrive
-L’animale chiamato DIO
è una larga intesa
fra tutte le cose.E’
un modo del respiro,un’attesa
in pacifica quiete.-
ancora
Caino
Io volevo solo un po’d’amore
che la mia offerta fosse accolta volevo.
Un segno anche modesto che dicesse,
va bene,così va bene.Il tuo fare è buono,
buoni i suoi frutti.La mia fatica
immensa-
Si pensa a tante cose,pur sapendo che Utopia è morta,
si pensa ad altre città ,al mondo che verrà che, in nome
di Abele, possa essere meno crudele.Si chiamerà B’Abele
luogo di contraddizione,sì,anche di conflitti ma pieno di dialoghi
fitti e fecondi che salveranno la terra da un ultima e definitiva guerra
Erri, se per una volta (ma non penso!) t’è venuto il ghiribizzo di leggere i nostri commenti… piantala subito e concentrati sulla pagina di poesia che attendo di godermi martedì. Grazie
Dovrei nutrire con croccantini di verdure il mio cane, e poi potrei chiedergli un confronto alla pari sulle responsabilità e sui sollazzi. Prevedo dissertazioni e disertamenti. Potremo anche essere reciprocamente coerenti davanti alle noccioline e alle mele. Ma non prevedo una buona nocciolinatura, per quest’anno! ci vuole un po’ di più per fare cultura e tradizione. Se però il sacrificio diventasse sinonimo di incorporazione mangerei senza parlare tanto, visto che si combatte con la morte…
Boragine?caro ivano dovresti darmi la mano…
Ancora meglio prenderla tu la boragine del buon Gesù
………………non la mano ma vo’ dritto al cuore di chi mi ama … ogni volta … per i raviolotti di boragine che gli van giu pel gargarozzo ch’è na meraviglia, bagnati … ogni volta … come sapete, poi, digerirli sotto lenzuola passionarie………………ma divaghiamo nel pandemonio, così lontani ormai dai miglioi nauz invocati e dai mattatoi che pure il mio norcino frequenta e che, sovente, accompagno per riempirmi … ogni volta … le froge di quel meraviglioso olezzo di sangue e merda che evocano assai “la terra più del paradiso”…………
non conoscevo roberta, pertanto grazie erri, davvero, ma non è tutto che no, anzi, come vladimir per lilija, col cranio ricolmo di versi brindo però io a questa sontuosa femmina agreste, e tu, erri, che le sei stato accanto, dimmi : che odore ha ? ed io, che adesso davvero son certo, voglio sposarla e non so’ mai come si fa
((prosit))
hai ragione Nina,se penso a tutte le sigarette che fumo….ho deciso:non aspetterò il nuovo anno per la riduzione del danno.
Vedo Erri al pranzo di Babette.In mano un bicchiere di buon rosso piemontese o sudtirolese.
Buon cibo,bella conversazione,buon vino,tanti ricordi e confronti coi nostri tempi ritorti.
-Scrivo per vivere meglio le abitudini della mente-
Mentre io mangio i soliti gnocchi in bianco e mi dico _sono un incanto_ con il burro e il parmigiano-reggiano.
Lo penso veramente.Non si riesce mentire al corpo,forse ,più alla mente spesso o quasi sempre ,inconsapevolmente
…….ohi nina……cara…….procurati foglioline di boragine che col burro e la grana divinizzano pure le pustole di un rognoso!!
Erri, lo so che non era tua intenzione scatenare questo pandemonio…
-la coppa-((dedicata a tutta questa bella gente))-la coppa-> dopo aver messo a bollir l’altera mezzamanica e magari … di là … soffusi … in salotto … vanno i brandeburghesi di giovanni sebastiano … nella cuccumella generosamente cosparsa di divina ricotta ((dedicata a tutta questa bella gente pure la ricotta)) deponete a cuor leggero l’egregia coppa che il buon norcino, dietro vostra precisa, inesorabile, categorica e puntuale raccomandazione, avrà affettato fiiiiiiiiiiiiiiiiinafinafinafinafina. insomma: fina! deposta l’egregia su tal giaciglio divino, con lo sbattitore che fate? sbattete cocche. sbattete cocchi. sbattete. sbattete. sbattete e aggiungete, sempre a cuor soave, uno due mestolini d’acqua oramai stemperata dai rilasci dell’altera da scolar ((a me piace così)) “crudognola” ((anche invocarla)). manco a dirlo : mantecate il tutto con poca erbetta cipollina sminuzzata fiiiiiiiiiiiiiiiiinafinafinafinafina ; prodighe grattugiate di sontuoso parmigiano e … tocco finale … leggero … soave anch’esso per quel tantino che basta e non guasta … di pungente noce moscata. durante il pasteggio bagnatevi con un rosso delle langhe, a me il barbaresco fa sognare e … godetene tutte, tutti ((meno che trump)) daje
L’immagine è perfetta nel dar conto della situazione di oggi a Gerusalemme.
Pura coincidenza. A volte succede
Nauz.
Mentre un sole nero cerca di alzare la testa
Il vento dell’est….mi manca
non sono vegana nè vegetariana,non amo la carne ma non sono talebana.
Più della maialatura sono inorridita dalla dissennata incrinatura, ostinata e crudele,
di un re maiale,lo ritengo tale senza sentirmi in colpa,che vuol prendersi la polpa,
quel poco che ne resta,a un popolo che non è più in festa da molti anni ormai.
Il mondo si è improvvisamente allargato in modo vacuo, poi addensato in grumi pericolosi.
Negli anni sessanta eravamo, in qualche modo,attratti dall’America,dopo tanto sangue qui.
Ci sembrava meravigliosa,nuova ,con meno ipocrisia .E’ bastato poco,il tempo ha accellerato.
Oggi siamo abbastanza tristi e ancora di più lo è la danza che danziamo senza grazia,
sul bordo ormai dissolto, sbiadito,smangiato di un meridiano pallido qualunque esso sia.
L’Occidente sta rischiando molto se perde,in modo così fatuo,il suo orientarsi a oriente.
Trump più penosamente trump di sempre.
Da bambina ho udito l’urlo, e non l’ho ancora scordato, sono vegetariana da più di trent’anni e non provo mai il desiderio di mangiare carne. Anche a me dispiace questo articolo.
Il linguaggio
ti traduce e
ti tradisce
quasi sempre,
se non sei un morto vivente
Vi consiglio di andare a visitare un macello altro che poesie!!!
Nauz-mangiatoia.
Le parole hanno le ali,attraversano i muri.Suoni brevi,suoni gutturali
o dolci strascicanti.Nauz ,me lo ripeto in testa,incanto a non finire
per chi sa ascoltare,
Foresta di parole foresta intelligente
quando nutre il corpo e la mente.
Perchè i poeti non sono solo tristi creature anche loro ,come Gesù,amano i banchetti con gli amici.
e poi ….parole chiare certi vegani sono talmente rancorosi……di un rancore che ,nel tempo,diventa rancido guasto vecchio.(spero non sia il tuo caso)
Di sicuro non mi accoppo con la coppa di maiale.
Non voglio in nessun modo stare male.
caro Gianni
come dire -mangiamo solo polpette di cavolo-
Come dire di non leggere le fiabe,caro Gianni.E forse in questo caso .è un paragone piu giusto.Più Andersen meno Rimbaud
Il poeta sa usare il bastone e il coltello.Rimbaud direbbe_ Scusi il gioco di parole.IO è un altro.Tanto peggio per il legno che si ritrova violino-
“Fino a quando ci saranno macelli, ci saranno campi di battaglia. Il vegetarismo non è soltanto una lotta contro la barbarie ma il primo gradino di un progresso spirituale.” Lev Tolstoj
Mi dispiace che uno dei miei scrittori preferiti trovi qualcosa di poetico in questo rito primitivo e sanguinario!!!