Qualcuno tiene alla tua vita mantenendo una corda. Qualcuno assicura la salita, sorveglia la discesa.
Arrampicare è uno sport, un gioco all’aria aperta, ma con il vuoto squadernato sotto, pronto a far valere la sua severa legge di gravità, senza eccezioni.
Quel vuoto è pieno: di metri scalati, di moschettoni messi in un occhio di metallo e di corda infilata, di desiderio in via di esaudimento.
Le dita pensano, toccando rientranze, sporgenze, fessure. Le dita pensano al corpo che deve seguirle. Poi i piedi aprono la spinta che si assesta sulle prese seguenti. Il corpo che scala è una fisarmonica che si apre e si chiude tra le punte dei piedi e delle mani.
Una scalata è pure uno spartito eseguito da uno strumento a fiato che va con la sua musica su una tastiera cieca.
Scrivo queste righe per una guida di arrampicata e divago pensando a come queste poche osservazioni si possano applicare senza uso di rocce e di strapiombi. Mi comporto così anche senza scalare? Qualche volta avverto il vuoto sotto i piedi, un avanzare a bordo di precipizio. Da qualche parte so che mi sta sorvegliando una persona cara, ma non regge una corda. Proseguo lungo il tratto esposto, vado a istinto e penso che ho conosciuto vuoti più violenti, con superiore forza di attrazione terrestre. Mi spingeva una volontà di stare in quei posti e in quei tempi, uno sbaraglio assunto perché sì, e perché il no valeva diserzione.
Oggi in un vuoto esposto alla malora, a una rovina, penso che sono pratico di precipizi. Pure senza equilibrio di funambolo, so di che tratta la legge detta della gravità. Tratta di cose gravi, che hanno un peso ma non sono zavorra, mentre al contrario sono sostanza, voce costituente della mia persona.
E’ pericoloso sporgersi, dice il cartello ufficiale dei tempi correnti. E’ necessario farlo.
(Foto dal Film : Il Turno di Notte Lo Fanno Le Stelle, prodotto da OH!PEN, 2012)
La montagna non tradisce…un grande augurio per tornare a scalare quanto prima, per continuare questa meravigliosa e “inutile” attività umana
“perché il no valeva diserzione”…In quanti nostri superficiali comportamenti quotidiani possiamo applicare questo tuo ONESTO pensiero?
Erri De Luca racconta storie e ci fa fa vedere, toccare con mano, il rovescio delle parole che compongono la storia… Rimette in ordine le parole passando dal pelo e al contropelo dei significati. Noi ci arrampichiamo volentieri seguendo, però, le sue righe.
Arrampico sulla roccia qualche giorno all’anno. Ed il desiderio, a lungo trattenuto, si distribuisce impaziente di appiglio in appiglio. Imparo a fermarmi sui dettagli, a frenare la fretta di scappare o di raggiungere. Per vivere quell’attimo, così pieno, così abbondante. Prego allora il salmo 143 “Benedetto il Signore mia roccia, che addestra le mie mani alla guerra, le mie dita alla battaglia”.